Funny Woman: recensione della serie tv tratta dal romanzo di Hornby
Una brillante commedia sulla condizione delle donne nell'ambiente dello show system.
Tratta da uno dei libri meno conosciuti di Hornby, Funny Woman è la nuova serie disponibile su Now Tv e Sky che parte da un presupposto insolito per parlare della società degli anni Sessanta inglese.
In Funny Girl (così è titolo del libro) ritroviamo gli stessi elementi brillanti e scottanti di altri scritti di Hornby più famosi, ma adattati alla storia di una ragazza inglese che scappa dal paesino dove è nata per tentare la fortuna.
Indice
Trama – Funny Woman, la recensione
Barbara Parker (interpretata dalla bravissima Gemma Arterton) è una reginetta di bellezza nata e cresciuta a Blackpool. La sua è una vita tranquilla: ha un ragazzo follemente innamorato di lei che non vede l’ora di sposarla, lavora nella fabbrica di caramelle con suo padre con cui ha un rapporto splendido e vive con suo padre e sua zia che per quanto sia severa adora il fidanzato di Barbara. Tutto sembra perfetto, semplice ma soddisfacente se non fosse che Barbara sogna di fare l’attrice. Non un’attrice qualsiasi, ma la comica.
Dopo aver vinto il concorso di bellezza di Blackpool, Barbara vede con orrore il suo futuro e fugge in fretta e furia a Londra per inseguire il suo sogno. Qui, dopo essere stata per un breve periodo una commessa, riesce a trovare un agente e il suo primo ruolo importante. Ma nulla è rosa e fiori e sebbene Funny Woman sia una serie divertente e brillante e la Londra abitata da Barbara sia al massimo del suo splendore, la ragazza si trova a fronteggiare un ambiente tossico e maschilista che privilegia gli uomini e punisce le donne.
Tutti pazzi per Barbara – Funny Woman, la recensione
Funny Woman è una divertente commedia confezionata in modo delizioso in cui a spiccare è proprio la protagonista e l’interpretazione impeccabile di Gemma Arterton. L’incipit è divertente e diverso dal solito visto che Barbara lascia il suo paese natale per cerca di diventare una comica. La simpatia è il suo punto di forza coniugato, a differenza di molte altre narrazioni, a un aspetto estetico particolarmente apprezzato specialmente dal pubblico maschile.
Barbara viene ostacolata dal clima maschilista che la punisce e la giudica solamente per la sua bellezza, tratta come se fosse un merito mentre le sue capacità di comica e attrice vengono considerati doti naturali. Solamente il gruppo della serie Jim e Barbara in cui ha il ruolo da protagonista, gruppo composto dal produttore e regista Dennis, dagli sceneggiatori Tony e Bill e dal protagonista Clive, capiscono e apprezzano le sue doti recitative facendo girare l’intera serie attorno a lei.
Stereotipi in una Londra degli anni Sessanta – Funny Woman, la recensione
Ed è questo il vero difetto di Funny Woman. In Jim e Barbara, Barbara diventa ben presto la vera star dello show mettendo in ombra tutto il resto soprattutto Jim e gli altri personaggi secondari. Nell’economia della storia, questo risvolto è fondamentale quanto funzionale allo sviluppo della trama, ma in Funny Woman il fatto che qualsiasi altro aspetto sia messo in ombra dalla scrittura di Barbara e dall’interpretazione sopra le righe di Arterton si scontra con i personaggi secondari e le loro storyline che al contrario sono traballanti e stereotipate.
Dennis è l’unico altro personaggio che sfonda lo schermo anche grazie alla prova recitativa carismatica di Arsher Ali, ma gli altri personaggi sono a malapena delle macchiette. Abbiamo l’amica meno carina di Barbara che si avvicina al femminismo, lo sceneggiatore gay, l’attore viziato e la zia petulante. Sono infatti i personaggi femminili secondari a risentirne. Sebbene a loro sono dedicate le storyline più intriganti, la scrittura non riesce a rendergli giustizia cadendo in stereotipi che la serie in realtà vorrebbe denunciare. Si viene così a formare una stramba combinazione tra lo sfondo sociale che è ben sviluppato e interessante e i personaggi che al contrario sono rigidi e si basano su una scrittura pigra.
Conclusione – Funny Woman, la recensione
Funny Woman soffre di un’uscita in sordina non accompagnata da una particolare strategia di marketing che avrebbe in realtà meritato. Sebbene non sia priva di difetti, la serie è divertente e scorre con un ritmo perfetto da un inizio più tradizionale fino a continui risvolti di situazioni e cambiamenti sociali che accompagnano la storia fino alla fine. Oltre alle interpretazioni dei due protagonisti, sono l’ambientazione squisitamente british e il mettere in risalto la posizione delle donne negli anni Sessanta ad essere i veri pregi della serie.
A differenza di altre narrazioni in cui la protagonista in cerca di rivalsa scappa da una situazione difficile, ma economicamente stabile (come ad esempio in La fantastica Signora Maisel), Barbara nasce in un ambiente non privilegiato ma sommersa d’affetto e amore familiare. L’enorme differenza tra le due situazioni – un paesino da una parte, la città dall’altra – mette in risalto le condizioni delle donne, in particolare il sessismo legato all’aspetto estetico femminile sempre sotto severi esami che stabiliscono la bravura, l’etica professionale e di conseguenza spianano la strada verso il successo. Funny Woman denuncia tutto questo senza mai cadere nel superficiale, ma al contrario adottando un tipo di comicità irresistibile.
Funny Woman
Voto - 7.5
7.5
Lati positivi
- Gemma Arterton dà vita a una protagonista intelligente, divertente e sopra le righe
- Lo sfondo sociale e la denuncia al sessismo, specialmente nello star system
Lati negativi
- I personaggi secondari sono sacrificati