Guardiani della Galassia Vol. 3, la recensione: James Gunn firma un’ultima, meravigliosa avventura

James Gunn chiude da maestro il suo percorso con la Marvel regalando ai suoi Guardiani un'ultima emozionante, irresistibile avventura, dal 3 maggio al cinema

Gli addii non sono mai facili, nemmeno al cinema. Al cinema, spesso e volentieri, diventano quasi impossibili, soprattutto nei cinecomic e negli universi complessi come quello Marvel, in cui tutto (o quasi) sembra destinato a non finire mai veramente. E invece James Gunn, con il suo Guardiani della Galassia Vol. 3, al cinema dal 3 maggio (qui il trailer), chiude il cerchio in maniera praticamente perfetta, con quello che è insieme atto d’amore ultimo e bellissimo canto del cigno. Atto d’amore perché è quello il sentimento che lo sceneggiatore e regista prova per questo gruppo di personaggi e per questa storia. Canto del cigno perché, come tutti sappiamo, Guardiani della Galassia Vol. 3 è l’ultimo film di James Gunn per casa Marvel. Guardiani della Galassia è la creatura di James Gunn, questi sono i suoi personaggi, questo è il suo sgangherato gruppo di eroi diventati famiglia. E quando c’è da avere a che fare con i “disadattati”, lo ha dimostrato anche con The Suicide Squad (qui la nostra recensione), Gunn dà il meglio di sé.

La saga prende avvio nel 2014 con l’introduzione dei personaggi e la formazione dei Guardiani, prosegue nel 2017 col Volume 2, più incentrato sul Peter Quill di Chris Pratt e le sue origini, e si espande nel 2022 con Guardiani della Galassia Holiday Special. Quello dei Guardiani diventa rapidamente uno dei segmenti narrativi della Marvel più amati dal pubblico, nonché uno dei più interessanti, forte di un mix riuscitissimo tra commedia, azione, dramma e cuore. Lo spazio ideale per l’espressione della poetica di James Gunn, che ha il tocco magico per il racconto della coralità. La storia di Guardiani della Galassia Vol. 3 riparte da Knowhere, quartier generale del gruppo e casa per tutta la comunità che vi ruota attorno, e dove i nostri non se la stanno passando particolarmente bene. Soprattutto Star-Lord, depresso perché Gamora, da quando è tornata, non ne vuole più sapere niente di lui. Ma le cose stanno per peggiorare. Quando Adam Warlock sferra un brutale attacco al gruppo colpendo Rocket Raccoon, i Guardiani dovranno partire per una nuova missione che li porterà faccia a faccia con un nuovo nemico. Si tratta dell’Alto Evoluzionario, un uomo spietato col complesso di Dio e il sogno di creare una società perfetta attraverso la manipolazione genetica, il deus ex machina dietro l’evoluzione di Rocket Raccoon e che ora rivuole indietro la sua creatura.

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Guardiani della Galassia Vol. 3. Marvel Studios

Indice:

Rocket Raccoon è il cuore della storia, con un racconto tra i più emozionanti all’interno del MCU – Guardiani della Galassia Vol. 3 recensione

guardiani della galassia vol. 3 recensione

Guardiani della Galassia Vol. 3. Marvel Studios

Con Guardiani della Galassia Vol. 3 James Gunn confeziona l’addio perfetto al suo gruppo di eroi intergalattici, regalando a ciascuno dei personaggi la chiusura ideale, ma è Rocket Raccoon il cuore della storia. Il film si apre con un piano sequenza sulle note di una versione acustica di Creep, primo di una serie di brani che popolano una colonna sonora che, come da tradizione, spazia tra i classici degli anni Ottanta, Novanta e Duemila. Creep setta in parte il tono del film, meno scanzonato dei primi due. Un utilizzo malinconico e centratissimo della canzone dei Radiohead, che prende vita sulle labbra di Rocket e ci immerge (col primo colpo al cuore) nella nostalgia. La storia di Rocket Raccoon (Bradley Cooper nella versione originale, Christian Iansante nell’ottimo doppiaggio italiano) vale, da sola, l’intero film. Scopriamo quello che ha dovuto subire per mano dell’Alto Evoluzionario e il passato di Rocket, accennato sin da quando la saga ha visto la luce, va in scena con un racconto di una bellezza e profondità strazianti, dando vita a una delle storie più emozionanti mai viste all’interno del Marvel Cinematic Universe.

Quella di Rocket è una di storia di distacco, di trauma e abusi, di rabbia, di amore, amicizia, riscatto, fame di speranza. James Gunn inserisce i frammenti del passato nel quadro generale, muovendosi tra i (tanti) piani della narrazione e utilizzando il personaggio di Rocket come fulcro, mai solo come tassello di un puzzle più grande. Perché è proprio questo uno dei punti di forza della saga dei Guardiani della Galassia: prendendosi tutte le libertà garantite dal costruire a partire da un gruppo di eroi semisconosciuti a livello mainstream, Gunn ha potuto sperimentare formule insolite all’interno del MCU. Formule che in questo addio trovano una vera sublimazione, a cominciare da quella vincente che ha contribuito a decretare il successo della saga. Un equilibrio tra momenti comici e drammatici, azione e riflessione, adrenalina e commozione. Qui siamo un po’ più spostati sul versante drammatico, ma i momenti divertenti, quando non esilaranti, abbondano e non sono mai forzati.

guardiani della galassia vol. 3 recensione

Guardiani della Galassia Vol. 3. Marvel Studios

James Gunn regala a ciascuno dei suoi personaggi la chiusura ideale – Guardiani della Galassia Vol. 3 recensione

Il fatto che sia Rocket Raccoon il fulcro di Guardiani della Galassia Vol. 3 non vuol dire che gli altri protagonisti non abbiano il loro arco compiuto, il loro momento, la giusta gloria. È il caso di Mantis (Pom Klementieff) e Drax (Dave Bautista), che ritroviamo e lasciamo cambiati e maturati. Ma anche di Nebula, Groot, Kraglin, personaggio secondario ma non nell’attenzione che gli viene dedicata. E, naturalmente, di Peter e Gamora. Quello tra i due è un rapporto di amore a senso unico, con Gamora (Zoe Saldaña) che non ha ricordi del suo passato con Peter, ma non solo. Peter ha amato (e ama ancora) una Gamora che non è più la stessa persona. Quella Gamora, dopo gli eventi di Infinity War ed Endgame, non c’è più. James Gunn descrive questa relazione con una sincerità intensa, a tratti in maniera buffa, ma con autentica tenerezza. E qui Chris Pratt fa un ottimo lavoro nel rendere palesi lo sconforto e la frustrazione del suo personaggio.

Nello schieramento opposto Guardiani della Galassia Vol. 3 ha nell’Alto Evoluzionario di Chuckwudi Iwuji un villain terrificante, ossessionato dall’idea di perfezione eugenetica, con un piano e motivazioni agghiaccianti. I suoi esperimenti – resi concreti dall’ottimo lavoro del reparto trucco, oltre che dalla CG – danno vita ad un ampio parterre di creature tutte diverse tra loro. L’ossessione che l’Alto Evoluzionario ha per Rocket è maniacale, distruttiva e Iwuji ne restituisce i tratti in maniera molto convincente. In un film in cui la carne al fuoco è tantissima è l’Adam Worlock di Will Poulter a soffrire maggiormente per uno sviluppo un po’ frettoloso e così il “figlio” della Sovereing Ayesha (Elizabeth Debicki), che pur dà avvio alla storia, finisce in parte col perdersi nel quadro generale.

guardiani della galassia vol. 3 trailer

Guardiani della Galassia Vol. 3. Marvel Studios

A damn good time – Guardiani della Galassia Vol. 3 recensione

La colonna sonora è un altro dei punti forti di Guardiani della Galassia Vol. 3 ma del resto, e non solo con questa trilogia, James Gunn ci ha abituati bene quanto a gestione e ruolo della musica. Il piano sequenza del combattimento sulle note di No Sleep Till Brooklyn dei Beastie Boys è esaltante nel suo alternarsi tra ralenti e accelerazioni. È davvero un “damn good time”, per citare un verso della canzone che ascoltiamo mentre i nostri le suonano di santa ragione. Ed è stato un damn good time tutto il viaggio in compagnia dei Guardiani, che lasciamo come una famiglia anche quando i suoi membri si lanciano in un nuovo cammino, con una nuova consapevolezza di se stessi come individui, verso nuove avventure.

Rompendo gli schemi consueti del MCU e anzi arricchendo il grande disegno con la propria visione di autore con la A maiuscola, con tutte le libertà che si è preso e col cuore che ha messo in ogni film, James Gunn lascia la Marvel con una grande lezione da fare propria e con cui fare i conti a venire. Il capitolo finale della trilogia dei Guardiani non è solo il miglior addio possibile per questo gruppo di personaggi, è uno dei film Marvel migliori degli ultimi anni. Quello che resta dopo i titoli di coda sono possibili scenari e speculazioni, ma questa è un’altra storia. Gli addii non sono facili, dicevamo all’inizio della nostra recensione, ma sono necessari e quando sono così si esce dalla sala col cuore pieno e la certezza di aver avuto tutto quello che doveva esserci, come doveva essere. Mentre scorrono i crediti e mentre salutiamo uno dei segmenti migliori del Marvel Cinematic Universe (forse il migliore in assoluto) suona Badlands di Bruce Springsteen. Well, lights out tonight.

guardiani della galassia vol. 3 recensione

Guardiani della Galassia Vol. 3. Marvel Studios

 

Guardiani della Galassia Vol. 3

Voto - 9

9

Lati positivi

  • James Gunn saluta da maestro i Marvel Studios con un capitolo finale che regala la chiusura perfetta ai suoi personaggi: un film emozionante, maturo e pieno di cuore, tra i migliori del MCU
  • La storia di Rocket Raccoon vale da sola il prezzo del biglietto, ma è ciascuno dei Guardiani ad avere il suo momento di gloria, la sua evoluzione
  • La colonna sonora è irresistibile

Lati negativi

  • L'Adam Warlock di Will Poulter, pur dando avvio alla storia, è un po' sacrificato e non perfettamente amalgamato all'interno della narrazione

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