Happy! recensione della seconda stagione della serie Netflix
Un viaggio allucinato dentro e fuori un mondo a metà tra Tarantino e i Teletubbies
Happy recensione seconda stagione. Happy! è una serie televisiva statunitense ideata da Grant Morrison e Brian Taylor. Si ispira all’omonimo fumetto scritto dallo stesso Morrison e disegnato da Darick Robertson, è stato poi pubblicato come miniserie dalla Image Comics tra il 2012 e il 2013. La seconda stagione, così come la prima è stata distribuita dalla rete televisiva SyFy e da Netflix. Il protagonista è interpretato da Christopher Meloni, un vero e proprio tuttofare del mondo cinematografico e seriale. Una vita passata tra beghe giudiziarie e casi complessi in Law & Order non lo ha di certo limitato, riuscendo a recitare in molti film di spicco sebbene in ruoli secondari. La grande esperienza maturata gli permette di mettere in scena un’interpretazione ben al di sopra delle righe, rispecchiando perfettamente i dogmi allucinati di Happy!.
Ogni cinefilo che si rispetti avrà almeno una volta nella vita provato ad immaginare un qualche improbabile cross over tra prodotti di generi diversi. Chissà come sarebbe andata se Rambo fosse stato un samurai o se Keanu Reeves in Matrix avesse interpretato un cane maggiordomo invece che l’Eletto. Questo sembra essere stato il processo creativo che ha dato vita ad Happy!, una delle serie tv più originali in circolazione in questo momento storico. A metà tra il pulp sanguinolento del Tarantino più ispirato e l’insopportabile innocenza dei dolci Teletubbies Happy! troverà sicuramente il modo di spiazzarvi. Una serie ovviamente non adatta a tutti i palati dato l’alto tasso di violenza rappresentata senza mezzi termini e censure.
Indice
Trama di Happy!
La seconda stagione di Happy! è ambientata qualche mese dopo Natale, periodo in cui era collocato il primo capitolo. Le vicende si svolgono più precisamente durante le festività pasquali, ricorrenza religiosa che l’eccentrico Sonny Shine vuole a tutti i costi reinventare. Sono molti i personaggi che come Shine ritornano dopo la prima stagione, ognuno con il proprio ingombrante bagaglio di esperienze. Nick Sax dopo aver salvato la propria figlioletta dal perfido “Babbo Natale malvagio” si trova a dover fare i conti con le proprie dipendenze e l’inaspettato ruolo del padre; in questo viaggio non sarà solo essendo affiancato dall’amico immaginario Happy, doppiato magistralmente da Patton Oswalt, e dall’ex poliziotta Meredith. La loro missione è quella di smascherare i loschi traffici di Sonny Shine, re indiscusso dei programmi per bambini ma al contempo pieno di inquietanti segreti.
L’obiettivo dell’eclettico artista è quello di dare nuova linfa vitale alla Pasqua, occasione che secondo lui ha perso smalto col passare degli anni. Come suo solito proverà in ogni modo a convincere l’opinione pubblica e i poteri forti di questa necessità, non fermandosi di fronte a nulla. Uno strano uomo-coniglio con indosso una tuta nera in latex lo aiuterà a conseguire i suoi macabri piani. Parallelamente alle indagini molto poco ufficiali di Sax & co. viene raccontata la detenzione di Blue Scaramucci, boss della malavita italoamericana alle prese con un ospite alquanto indesiderato. La famiglia del criminale è infatti maledetta da uno spirito malvagio che passando di corpo in corpo possiede ogni Scaramucci da generazioni. Molti misteri verranno risolti, altri invece verranno introdotti in un vortice dove violenza e dolcezza si mescolano di continuo.
Parola d’ordine: originalità – Happy recensione seconda stagione
Il rischio che si corre con ogni prodotto seriale è di incappare nel già visto, gettando al vento ottimi incipit e idee originali. Happy! riesce con abilità ad evitare ogni ostacolo di questo tipo, nonostante i personaggi in scena siano grossomodo gli stessi della prima stagione. L’evoluzione dei diversi protagonisti avviene in modo naturale, mostrando al pubblico nuovi lati caratteriali e una maggiore attenzione al passato di ognuno di loro. Tutti hanno una missione da portare a termine, volente o nolente. La costruzione del racconto è volta a riempire i buchi che erano stati oculatamente lasciati nella prima stagione, approfondendo ogni tematica e ogni personaggio. Uno dei punti deboli del primo capitolo erano infatti i molti discorsi lasciati in sospeso e non chiariti. Gli intrecci narrativi così apparentemente distanti tra loro nella seconda stagione si inseguono e mescolano nel corso di ogni puntata, arrivando a compimento nel finale.
Il concetto di originalità viene espresso in ogni comparto, partendo da quello tecnico fino a quello recitativo. Ogni elemento ha come obiettivo quello di ribaltare tutte le sicurezze acquisite nel tempo dallo spettatore. Il simpatico e innocente Happy cresce e matura, capendo che c’è molto altro oltre il concetto di amicizi. Nick Sax vuole superare i suoi problemi con l’alcol e la violenza cercando di essere il padre migliore possibile per sua figlia Hailey; quest’ultima da vittima diventa carnefice, in modo inaspettato quanto paradossalmente prevedibile. Il concetto di ribaltamento passa anche attraverso la scelta dell’attore principale: la figura di Cristopher Meloni è nella mente di tutti cristallizzata a quella del ligio e cattolicissimo Elliot Stabler di Law & Order. In Happy! interpreta quasi lo stesso ruolo ma con valori diametralmente opposti. La sua interpretazione è eccellente passando per una grande espressività del volto a un perfetto controllo del proprio corpo.
Aspetti tecnici – Happy recensione seconda stagione
L’ottima regia permette il continuo passaggio da un genere cinematografico all’altro con estrema fluidità. Happy! come nella prima stagione viaggia tra tematiche così diverse tra loro che racchiuderle all’interno di un solo genere avrebbe minato la qualità del prodotto finale. Il filo conduttore di ogni puntata è ovviamente l’azione ma viene sapientemente accompagnata da momenti tipici della slapstick comedy e da intermezzi musicali, sfociando nel vero e proprio musical. La fotografia viaggiando a braccetto con i continui e repentini movimenti di camera ci catapulta ogni volta in ambienti molto diversi tra loro ma che si percepisce siano legati l’uno all’altro da un disegno “superiore”. Il pregio maggiore della sceneggiatura alla base di Happy! è che ogni elemento, sia visivo che narrativo, seppur assurdo trova sempre il proprio posto all’interno della storia.
A stonare con il quadro generale più che positivo sono gli effetti speciali in computer grafica. Eccezion fatta per Happy, il tenero unicorno immaginario, spesso e volentieri gli altri elementi non riescono ad amalgamarsi a sufficienza con l’ambiente che li circonda. Una vera occasione mancata che se colta avrebbe elevato il prodotto ad un livello qualitativo superiore. In controtendenza invece la buona realizzazione degli effetti speciali “artigianali”: teste che esplodono, arti che saltano e fiumi di sangue sono costruiti in modo abbastanza realistico da riuscire a prendersi spesso la scena. Patrick Fischler (Smoothie), Christopher Fitzgerald (Shine) e Christopher Meloni (Nick Sax) regalano interpretazioni perfettamente calate all’interno del contesto fuori di testa che ci si para davanti; così come l’originale doppiaggio di Patton Oswalt. Per questomotivo e per cogliere gli infiniti giochi di parole presenti nel corso delle puntate è consigliata la visione in lingua originale.
Conclusioni – Happy recensione seconda stagione
La seconda stagione di Happy! è il prodotto perfetto se si vuole guardare qualcosa di diverso e si ama la violenza gratuita e sanguinolenta. La parola d’ordine è “assurdo”, tutto lo è: trama, personaggi, sviluppi narrativi e scenografie. Impossibile non amare i diversi protagonisti, ognuno con i propri problemi e la propria spiccata personalità. In un panorama seriale che tende ad appiattire i suoi prodotti con l’arrivo di ogni nuova stagione Happy! rappresenta un quasi un unicum. Quelli che troviamo sullo schermo sono sì gli stessi personaggi della prima stagione ma solo esteriormente. Ognuno di loro è infatti cambiato, maturato e ha come unico obiettivo quello di liberarsi dai propri demoni. Il consiglio è quindi quello di mettersi comodi e prepararsi ad assistere ad uno spettacolo dove violenza, plot twist e colori non si sprecheranno.
Nonostante la bontà del prodotto e il sicuro futuro data la solidità della fanbase il rischio è di non vedere mai realizzata la terza stagione. Il network statunitense SyFy ha annunciato la cancellazione della già programmata terza stagione della serie tv. Happy! a quanto pare non avrebbe riscosso il successo preventivato, nonostante i giudizi di critica e pubblico fossero ben oltre la sufficienza. La speranza è che Netflix si occupi del suo rilancio, acquistandolo e occupandosi anche della produzione. Un processo già effettuato con altre serie tv, quindi non da escludere. Il potenziale di Happy! è troppo grande da poter andare sprecato in modo così grossolano. Un cast, sia esso umano o immaginario, in perfetta armonia e al servizio di un prodotto più che originale merita sicuramente un futuro migliore.
Happy!
Voto - 7.5
7.5
Lati positivi
- Regia e fotografia
- Interpretazione degli attori protagonisti
- Originalità del prodotto
Lati negativi
- Effetti speciali