His three daughters: recensione del film Netflix con Elizabeth Olsen

Elizabeth Olsen, Carrie Coon e Natasha Lyonne sono protagoniste del film His three daughters, disponibile su Netflix: la nostra recensione

Dopo The Lovers e Fuga a Parigi, il regista e sceneggiatore statunitense Azazel Jacobs, a distanza di 3 anni, torna a dirigere un film carico di sentimenti: His three daughters, con nel cast Carrie Coon, Elizabeth Olsen e Natasha Lyonne. Disponibile su Netflix dal 20 settembre 2024, His three daughters (qui il trailer) è una piccola opera d’arte, dalla messa in scena sobria e lineare, con una recitazione delicata che lavora di sottrazione, e un’intensità dirompente.

Indice

Trama – His three daughters recensione

Christina, Katie e Rachel sono 3 sorelle profondamente diverse tra loro. Katie e Christina cercando di andare d’accordo, di aiutarsi a vicenda, mentre Rachel fatica a trovare un punto d’incontro con entrambe, sembrando di non voler fingere di avere con loro un rapporto che non c’è mai stato. Le 3 si rincontrano infatti dopo anni per prendersi cura del padre in fin di vita, Vincent. Vincent abita con Rachel a Manhattan e, a detta dei medici che lo hanno in cura, gli rimane ormai poco tempo. Costrette a convivere per più giorni insieme, ognuna di loro cercherà, senza successo, di tenere la situazione sotto controllo.

His three daughters recensione

His three daughters. Netflix

Ma la tensione non farà che crescere, con Katie che rimprovera Rachel sospettando che lei sia lì solo per mettere le sue mani sulla casa che andrebbe a lei per diritti di successione prestabiliti, Christine che cerca di ricucine con entrambe un feeling per quieto vivere, e Rachel, che soffre in silenzio e non ha nessuna intenzione di rimanere in quella casa quando il padre non ci sarà più. Tra difficoltà di comunicazione, liti silenziose e confidenze mai fatte, le 3 sorelle faticheranno a trovare un accordo per vivere quei pochi giorni insieme, mentre qualche verità verrà svelata e qualcun’altra taciuta.

Narratore onnisciente e protagoniste ignare – His three daughters recensione

His three daughters è un prodotto ottimamente scritto e magistralmente interpretato dalle 3 grandi attrici protagoniste. Con una tecnica basilare e semplice, il film ha un montaggio estremamente raro e particolare, che taglia la scena prima che questa sia realmente conclusa, svelando cosa è accaduto attraverso successivi momenti di vita quotidiana che sembrano del tutto slegati. Come una telefonata, un dettaglio apparentemente inutile, una rivelazione che non c’è stato il tempo di fare. Alla fine del film, His three daughters racconta allo spettatore, lasciando all’oscuro i personaggi della storia, in un crescendo di non detti, mezze verità, difficoltà inespresse e segreti mai venuti alla luce. Se il film di Azazel Jacobs è costruito come un dramma familiare e un dramma sulla malattia, è in realtà molto più di questo e non cede a quella retorica o a quei canoni che da sempre contraddistinguono il genere.

His three daughters recensione

His three daughters. Netflix

Perché il vero dramma non ha a che fare con il lutto, che si sente marginalmente, ma con 3 diverse donne che non hanno più modo di ritrovarsi. Forse ne avrebbero il tempo e non servirebbe loro alcun pretesto, ma ognuna ha ormai la propria vita e ha preso strade più o meno diverse. Il dramma di un’ostilità, che quasi rasenta l’odio, che si alimenta attraverso discorsi e litigi che sembrano avere un solo senso: arrabbiarsi per il gusto di attaccare chi da anni o per anni ci ha fatto del male. E se questo dovrebbe poi avere un chiarimento o un confronto nel corso del film, tutte le risposte arrivano, ma è il modo in cui si palesano a dare quel tocco in più che rende His three daughters un film assolutamente da vedere. È una conversazione come un’altra, un momento di distensione o inquietudine, che si rivela poi il cuore del film. Il nucleo del problema. Ed è inaspettato, perché niente lo anticipa, arriva quasi casuale, in un dialogo perfetto come è ogni battuta di His three daughters. È una sceneggiatura studiata nei minimi dettagli, che sa esattamente cosa e quando andare in profondità e quando fare un passo indietro.

Conclusioni – His three daughters recensione

Carrie Coon, Elizabeth Olsen e Natasha Lyonne sembrano contendersi la performance migliore, ognuna sapientemente caratterizzata, con una personalità che, con maestria, trapela da uno sguardo, un silenzio, un gesto, un modo di affrontare le varie fasi del lutto. L’assenza di una persona cara che è già iniziata, che le 3 sorelle hanno affrontato in modo opposto, avendo esistenze opposte e idee opposte su come ognuna di loro dovrebbe affrontarlo. His three daughters si potrebbe definire una commedia amara, facendo ampio uso di intermezzi nonsense che suscitano ilarità, in particolare data dalle profonde differenze che tratteggiano psicologia e abitudini delle 3 sorelle.

His three daughters recensione

His three daughters. Netflix

Il tono più tragico arriva sul finale, ma non per una conclusione annunciata, ma per come il regista decide di chiudere e di esternare il senso più profondo del film. His three daughters ragiona sul sottinteso, sull’omesso, sul velato e il sottile, su quelle motivazioni implicite che mai vengono chiarite, su quei sentimenti che si preferisce mettere da parte, su ciò che si vorrebbe dire o comprendere, e che spesso non si ha il tempo né il coraggio per poter finalmente ammettere. Un finale straziante nel colpo di scena che, in pochi minuti, colpisce duramente si traducono in una conclusione aspra e bruciante verso futuro irrimediabilmente troppo condizionato dal passato.

His three daughters

Voto - 8

8

Lati positivi

  • Recitazione impeccabile in ogni forma
  • Una sceneggiatura attenta, coinvolgente e curata

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