House of Ninjas: recensione della nuova serie Netflix
La nuova serie giapponese targata Netflix ci presenta una famiglia di moderni ninja attraverso una storia capace di mischiare generi e toni differenti, non senza qualche difficoltà
Dal 15 febbraio è disponibile su Netflix House of Ninjas, nuova serie di otto episodi creata da Dave Boyle e tratta da un soggetto di Yoshiaki Murao. Un prodotto capace di unire – come da tradizione del genere – dramma famigliare e commedia, action e spy story, mettendo in scena le vicissitudini di una famiglia disfunzionale di ninja (pardon, shinobi) impegnata a destreggiarsi tra lavori di copertura, misteriose minacce e un lutto difficile da superare.
Seguendo una formula collaudata da tempo, mischiando cioè toni e generi differenti per dar vita a un ibrido capace di unire immaginari agli antipodi, House of Ninjas si destreggia così all’interno dell’offerta contemporanea di prodotti simili riuscendo a mantenere una sua specificità, anche a fronte di una regia non sempre coinvolgente o esteticamente accattivante. Un prodotto solido e di buona fattura che a un gusto propriamente nipponico preferisce un respiro più internazionale, con tutti i pregi e i difetti che questo comporta.
Indice:
Trama – House of Ninjas recensione
I ninja in Giappone non esistono più. O meglio, solo una famiglia è rimasta in piedi, quella dei Tawara. Questo da quando, in uno scontro all’ultimo sangue, è riuscita a sconfiggere il temibile clan rivale dei Fuma. Una vittoria pagata a caro prezzo con la morte del primogenito Gaku (Kengo Kora), che ha portato il resto della famiglia ad appendere gli shuriken al chiodo e dimenticare il suo glorioso passato di shinobi.
Ma, sei anni dopo, il lavoro nella distilleria di famiglia, usata da generazioni come copertura, è a rischio, la giovane Nagi (Aju Makita) fa di tutto pur di non rinunciare alle sue abilità di ninja, il fratello Haru (Kento Kaku) continua a tormentarsi per ciò che è accaduto anni prima e Soichi (Yosuke Eguchi) e sua moglie Yoko (Tae Kimura), alla quale la vita da casalinga va stretta, non sembrano più affiatati come un tempo. Una situazione destinata a precipitare ulteriormente quando il BNM (Bureau of Ninja Management) informa i nostri che i Fuma sono tornati più forti e vendicativi che mai.
Una normale famiglia di ninja
“Tutta la nostra famiglia è normale”, ripete imperterrito il cocciuto Soichi, mentre intorno a lui alibi e lavori di copertura iniziano a scricchiolare. Del resto, quello della famiglia dalla doppia vita alle prese con una quotidianità più o meno straordinaria è un sottogenere che negli anni abbiamo imparato a conoscere bene. Dagli Incredibili a Spy Kids, passando per serie “adulte” come The Americans, non sono infatti poche le narrazioni che hanno messo al centro del loro discorso il rapporto conflittuale tra le classiche dinamiche famigliari e il cinema di genere, tra una vita fatta della più banale delle routine e una disseminata di complotti internazionali e azione frenetica.
Storie il cui principale pregio è sempre stato quello di saper (a volte, almeno) mischiare generi e toni differenti, dando vita a ibridi talvolta irresistibili. Non fa eccezione nemmeno House of Ninjas, una serie che unisce al suo interno arti marziali, spy story, thriller, dramma famigliare e commedia, inserendosi nel solco di quei prodotti Netflix (il recente The Brothers Sun, ad esempio) capaci di attirare il pubblico più trasversale possibile.
Un equilibrio difficile
Di sicuro quello che la serie creata da Dave Boyle riesce a fare è calare in un prodotto di buona fattura tutti gli elementi tipici del filone, dalle scene di violenza accompagnate da musiche stranianti alla giusta dose di ironia, passando per una vicenda capace di far convergere le sue differenti linee narrative in una trama principale coerente e credibile. Alla ricerca di quell’equilibrio ideale tra toni e generi differenti da distribuire nei suoi corposi otto episodi.
Quella che ne esce è così una storia capace di garantire un buon grado di coinvolgimento nonostante una regia non sempre all’altezza e non sempre capace di valorizzare al meglio i combattimenti (ben coreografati) disseminati lungo ogni episodio. Anche il tono da commedia, all’inizio ben presente (soprattutto nel rapporto tra Soichi e Yoko e nelle loro vicissitudini lavorative), con il proseguire della storia va a perdersi considerevolmente, sbalzandoci in un mondo sempre più cupo e pericoloso.
Un linguaggio universale
Eppure, nonostante i suoi difetti evidenti, nonostante un ritmo a volte altalenante e sviluppi a tratti risaputi, House of Ninjas riesce comunque a non essere (troppo) prevedibile, concedendo poco o nulla all’immaginario anime e fantastico che inevitabilmente il soggetto richiamava (nessun nemico soprannaturale o tecniche alla Naruto, per intenderci) e restando all’interno di un “realismo” e una plausibilità in grado di distinguerlo da altri prodotti simili disponibili su piattaforma.
E se a tratti il coinvolgimento latita, lasciandoci con la convinzione che una regia più dinamica e muscolare avrebbe reso la vicenda decisamente più accattivante, alla serie paiono bastare i suoi personaggi e i rapporti che intercorrono tra essi per raggiungere il suo scopo. Una storia dall’impianto decisamente occidentale (dai tempi alle dinamiche tra i personaggi, passando per lo storytelling), che si libera di qualsiasi momento contemplativo o propriamente nipponico per parlare la lingua internazionale e uniformante di Netflix. Nel bene e nel male.
House of Ninjas
Voto - 6.5
6.5
Lati positivi
- La serie non insegue l'estetica pop o anime di altri prodotti simili, riuscendo a essere a suo modo originale
- Il mix di generi e toni riesce a funzionare per buona parte degli otto episodi
Lati negativi
- La regia è piatta e incapace di valorizzare al meglio le scene d'azione e di combattimento
- La storia, benché originale, riprende dinamiche risapute e sviluppi a volte prevedibili