I Tenenbaum – Recensione del film di Wes Anderson
La recensione del film di Wes Anderson con Gene Hackman e Ben Stiller
Oggi vi proponiamo la recensione del terzo film di uno dei più apprezzati cineasti del nuovo millennio, Wes Anderson. I Tenenbaum uscì nelle sale americane nel 2001, dopo Un colpo da dilettanti (1996) e Rushmore (1998). I due film erano stati molto apprezzati dalla critica, soprattutto il secondo, così come I Tenembaum, che in più presenta il nome di Wes Anderson ad un pubblico più ampio. Molti considerano questo film il migliore del regista.
I Tenenbaum – Recensione
La famiglia Tenenbaum
La storia è quella dell’ eccentrica famiglia Tenenbaum, formata dai due genitori Royal ed Etheline e dai tre figli Chas, Margot e Richie. Chas è un bambino eclettico, brillante in molti campi quali la finanza e la scienza, amante dei libri e molto pragmatico; Margot ama il teatro e scrivere opere che rispecchiano il suo stato d’animo sempre mesto dovuto probabilmente al fatto di essere stata adottata; Richie è lo sportivo della casa, vincitore di svariati tornei di tennis sin dalla tenera età.
Tutto ciò sembra promettere un futuro roseo e di successo ai tre bambini, che già vivono nel benessere e in una grande casa. Andando avanti di 22 anni, scopriamo che le cose non sono andate per il verso giusto. Royal lascia la famiglia dopo la separazione da Etheline, che cerca il divorzio per potersi sposare con il suo nuovo compagno Henry. Questo avvenimento sembra sigillare in negativo il destino dei figli, i quali vedono le loro carriere sfuggire di mano. Chas perde la moglie in un incidente aereo in cui viaggiavano anche lui e i suoi due figli; la tragedia rende Chas iperprotettivo nei confronti della prole. Margot è sposata con il mite Raleigh che le procura però ulteriore infelicità. Richie invece è in viaggio senza una meta su un barca da quando, il giorno dopo il matrimonio della sorella, perde clamorosamente un match di tennis, dando luogo alla “partita di tennis più strana di tutti i tempi”.
La famiglia rimane divisa fino a quando, un giorno, Royal si ripresenta a Etheline dicendole di avere un tumore allo stomaco e poco tempo da vivere. La brava donna decide di ospitarlo nella grande casa, richiamando i suoi tre figli per far passare loro del tempo insieme al padre. I tre si mostrano intatti esteticamente, ma decisamente diversi interiormente. Il riavvicinamento al padre sarà tormentato e molto sentito, dando vita a scene diventate cult.
Il tema della famiglia
Simmetria, rétro ed eccentricità. Queste sono le tre parole d’ordine del modo di fare cinema di Wes Anderson. Un suo film lo si riconosce sin dai primi frames e I Tenembaum è forse il film che ha impresso nella memoria collettiva gli elementi succitati. Altri componenti sono onnipresenti nella filmografia andersoniana, come la presenza di una terza voce narrante, i colori sgargianti e le scenografie iconiche, e in I Tenenbaum non si fa eccezione. Come altri film, questo riprende elementi autobiografici del regista, come il divorzio dei genitori.
La famiglia quindi è il tema principale, presente dall’inizio alla fine del film. Vengono presentati gli attributi che una buona famiglia deve possedere per restare unita, ovvero la fiducia, l’amore e l’attenzione verso il prossimo. Nei Tenenbaum mancano tutti questi elementi, salvandosi soltanto l’amore. La figura chiave, Royal, è colui che definisce la famiglia, colui che ne crea la forma. Lui, infatti, abbandona la famiglia, distruggendone quindi la fiducia e mostrando una chiara mancanza di interesse nei confronti dei figli. Questi ultimi, già possessori di caratteri complessi e particolari, vengono fortemente colpiti dalle scelte del padre, allontanandosi anche loro dalla famiglia. Non a caso il titolo originale del film è The royal Tenenbaum. Ciò indica quanto il nucleo famigliare influenzi i comportamenti dei figli attraverso meccanismi quali l’imitazione del proprio genitore o, al contrario, la reiterazione di comportamenti opposti.
Emerge inoltre una critica all’educazione basata sull’isolamento dei filgi dal resto del mondo. Quando erano bambini, i piccoli Tenenbaum passavano tutte le giornate tra le pareti di casa. La grande dimora diventava quindi il luogo di ogni attività dei bambini che non avevano contatti con altre persone. Questo tipo di vita non ha permesso ai bambini di diventare indipendenti e, una volta adulti, si sono viste le conseguenze. Il ritorno a casa dopo tanti anni rappresenta questa incapacità di vivere autonomamente e il bisogno inconscio di riunirsi al luogo in cui sono cresciuti, nonostante tutto.
Un film tecnicamente perfetto
I Tenenbaum è sicuramente uno dei migliori film di Wes Anderson. Esso racconta una storia semplice ma che, a causa dei caratteri stravaganti dei personaggi, anche quelli secondari, nasconde messaggi più profondi.
Il talento di Wes Anderson è fuori discussione. Regia perfetta, condita con zoom, carrellate, primi piani e un piano sequenza (quello dell’inseguimento) semplicemente meraviglioso. La fotografia è sempre quella dai colori pastello e dallo stile rétro, marchi di fabbrica di Wes Anderson e del DOP Robert Yeoman.
Anderson ci ha sempre viziato con cast di altissima qualità composti da molti attori feticcio. Ne I Tenenbaum troviamo un grandissimo Gene Hackman, alla sua ultima performance importante. Il personaggio di Royal si abbina perfettamente ad Hackman, che interpreta il ruolo di padre stravagante in maniera impeccabile. Altro attore feticcio è Owen Wilson, che qui interpreta lo storico amico di famiglia Eli Cash che ha una relazione segreta con Margot. Wilson è amico stretto di Anderson e ha collaborato alla sceneggiatura de I Tenenbaum e dei due film precedenti. È presente anche il fratello di Owen, Luke, già visto in Rushmore. E ancora Bill Murray, Anjelica Huston, Ben Stiller e Gwyneth Paltrow, tutti che eseguono un lavoro magistrale.
In conclusione, I Tenenbaum è un film assolutamente da vedere, catalogabile come commedia ma che presenta spunti per la riflessione e momenti un po’ più seri.