Tonya: recensione del film con Margot Robbie
Margot Robbie è Tonya Harding in questo intenso film biografico
Che cosa significa avere un sogno che costa tanti sacrifici? Com’è la vita di una ragazza cresciuta da una madre severissima? Sino a che punto si è disposti a lottare per realizzare i propri desideri? Questa e altre domande trovano risposta in Tonya, film diretto da Craig Gillespie di cui vi presentiamo la recensione. La protagonista della storia viene interpretata da un’eccezionale Margot Robbie che riesce con la sua performance a restituire tutto il dramma vissuto da Tonya Harding. Il cast dei personaggi principali viene completato da Allison Janney e Sebastian Stan.
Indice
Tonya, la recensione
Craig Gillespie, regista de L’ultima tempesta e Million Dollar Arm, ci propone un film biografico di una potenza inaspettata. La storia raccontata è quella di Tonya Harding, una delle atlete più discusse e discutibili dell’intera storia dello sport. Nata a Portland (Oregon), vive un’infanzia non proprio semplice, senza un padre e con una madre dai modi più che autoritari. Sin da subito sogna di pattinare sul ghiaccio, attività che investe ogni briciolo del suo tempo e del denaro guadagnato da sua madre. Qui una top di donne forti nel Cinema.
La biografia di Tonya non è però la classica storia strappalacrime di un’infanzia difficile e della realizzazione del proprio sogno dopo tanti sacrifici; ma c’è molto di più. Il carattere della pattinatrice, a causa delle continue pressioni e umiliazioni da parte della madre, è infatti quanto più distante dall’immagine di una pattinatrice tradizionale. È sgarbata, piena di rabbia, senza peli sulla lingua e molto decisa in tutto quello che fa, tanto da farla risultare una vera e propria furia. E sarà proprio il suo carattere turbolento a farle vivere una vita piena di soddisfazioni, certo, ma anche a farle affrontare più di una difficoltà.
Le incredibili interpretazioni di Allison Janney e Margot Robbie
Gillespie, grazie soprattutto alle straordinarie interpretazioni degli attori, riesce in maniera brillante a ripercorrere le tappe del percorso di Tonya senza tralasciare nulla. La vediamo dunque subito bambina, venendo obbligata dalla madre a pattinare su una pista in cui le era vietato; e poi adolescente, quando la terribile LaVona Harding (una Allison Janney semplicemente straordinaria) la costringe a farsela addosso piuttosto che farla smettere di allenare. Lo sguardo della cinepresa non è incentrato sul dettaglio delle lacrime o sul sangue versato, ma sulle continue ascese e discese di una campionessa tormentata, che ben presto sarà obbligata a a scegliere bene le sue priorità. Una storia di scelte, quindi, ma anche del destino beffardo che costringerà Tonya a toccare l’apice del successo, per poi in un istante catapultarla di nuovo nel baratro di un’esistenza ordinaria.
E Margot Robbie, candidata all’Oscar per la prima volta, è entrata completamente nella parte, mettendo a tacere quelle dicerie maligne che le imputavano più bellezza che bravura. La sua Tonya è infatti straordinariamente simile all’originale, sia nelle movenze che nelle espressioni. La Robbie riesce a non tralasciare nessun aspetto del personaggio reale, rendendo giustizia a quella che è più un’icona dello scandalo che dello sport. Sono evidenti tutte le sfumature di una personalità fragile ma incredibilmente forte allo stesso tempo. Ogni respiro prima di entrare sulla pista è intenso, vero, sentito, così come ogni parola pronunciata o pugno sferrato. Allison Janney tuttavia riesce a rubare la scena, spiccando sopra una Margot Robbie mostruosa. L’attrice di Dayton, alla sua prima nomination si aggiudica la statuetta come Miglior attrice non protagonista, sbaragliando la concorrenza senza problemi. La sua interpretazione di LaVona Harding rientra di diritto tra i migliori cattivi, e il fatto che sia il personaggio di una madre la rende ancora più spaventosa.
La tecnica spicca poco a favore dell’interpretazione – Tonya, la recensione
Una donna piena di dolore, che affronta la vita con cattiveria ed estrema disciplina, scardinando qualsiasi regola di buona educazione o di reciproco rispetto. LaVona Harding vive solo per un unico obiettivo: portare Tonya a diventare la miglior pattinatrice sul ghiaccio di sempre. E questo scopo la porterà a tirar fuori il peggio di sé, a comportarsi come un mostro con sua figlia. Ma questa non è una questione di amore o sentimento, bensì di scalata al successo senza nessuna riserva. Tonya non dovrà affrontare tuttavia solo sua madre, ma anche Jeff, il suo ragazzo. Interpretato egregiamente da Sebastian Stan, Jeff è la figura maschile che Tonya non ha mai avuto, l’uomo che sceglie di amare quasi quanto il pattinaggio. Inizialmente gentile e cordiale, si trasforma poi in uno dei mille problemi che Tonya dovrà affrontare.
Violento, frustrato e leggermente psicopatico, Jeff è una delle principali cause del declino di Tonya, ma anche del suo ritorno sull’Olimpo del pattinaggio. Concludiamo questa recensione di Tonya analizzando la regia. lavoro straordinario degli interpreti giustifica una regia semplice, quasi invisibile, la quale lascia tutto lo spazio agli attori. Divisa in scene tipicamente narrative e in interviste ai protagonisti del film, la regia di Gillespie assolve al suo compito senza lasciare particolari tracce. Rimangono impressi invece i costumi, ricostruzioni quasi perfette degli abiti originali e la colonna sonora, sia originale che non. In conclusione, Tonya è una delle migliori rivelazioni dell’anno, un film forte sotto molti aspetti. La vera, incredibile storia della seconda donna al mondo capace di realizzare un triplo axel, ma anche di una donna come tante, piena di dolore e tormento. Candidato a tre premi Oscar (per il Montaggio e per le attrici), porta a casa una statuetta, oltre ad altri premi importanti.
Tonya
Voto - 8.5
8.5
Lati positivi
- Le interpretazioni staordinarie di Margot Robbie e Allison Janney
- Il forte carattere agrodolce della storia
Lati negativi
- Una regia poco caratterizzante