IF – Gli amici immaginari: la recensione del film di John Krasinski

A partire dal 16 maggio, potete trovare nelle sale italiane If – Gli amici immaginari (qui il trailer), film diretto e interpretato da John Krasinski, noto soprattutto per aver diretto i film del franchise horror A Quiet Place. Questa volta si è invece cimentato nella regia di un film che vuole essere un nuovo classico per le famiglie. Ci sarà riuscito? Scopritelo leggendo la nostra recensione.

Indice: 

• Trama
• Target poco chiaro
• Analisi tecnica
• Conclusioni

Trama – IF – Gli amici immaginari Recensione

Una dodicenne di nome Bea, che si è trasferita a New York dalla nonna e che da piccola ha perso la madre a causa di una malattia, si trova in città a causa di un intervento al cuore cui deve sottoporsi il padre (interpretato da John Krasinski), un uomo che cerca sempre di ridere e scherzare nonostante le avversità della vita. Proprio a New York scopre una squadra di amici immaginari (gli IF, per l’appunto), ora in pensione perché i bambini non hanno più bisogno di loro. Con loro, un uomo di nome Cal (interpretato da Ryan Reynolds). Bea deciderà di aiutarli, cercando di fare in modo che ognuno di loro possa trovare un bambino con cui stare. Gli amici immaginari sono realizzati in CGI e il cast vocale della versione originale è a dir poco stellare: solo per citarne un paio, ci sono Steve Carrel, Phoebe Waller-Bridge, Emily Blunt, Matt Damon e molti altri. 

Target poco chiaro – IF – Gli amici immaginari Recensione 

Indubbiamente si tratta di un film fatto e pensato per essere fruito dalle famiglie, ma a quali componenti può piacere di più? La risposta non è ben chiara. Ha un ritmo un po’ troppo lento e in certi momenti è troppo triste per essere pienamente apprezzabile, o del tutto compreso, dai bambini; ma d’altra parte ha un umorismo piuttosto infantile e in generale è troppo cartoonesco per essere apprezzato a pieno dagli adulti. Si tratta quindi di una pellicola che rimane un po’ nel mezzo, in una sorta di limbo che probabilmente le impedirà di diventare uno di quei classici per famiglie che tendono ad essere apprezzabili a pieno da grandi e piccini. Ciononostante, il film non manca di cuore, sentimento e profondità e si percepisce come abbia un intento ragionato e preciso anche in termini di messaggio. Un messaggio che prende le mosse da premesse abbastanza tristi ma che alla fine viene veicolato in maniera ottimistica.

Analisi tecnica – IF – Gli amici immaginari Recensione 

Passando per il lato tecnico, sicuramente la cosa che più risalta all’occhio sono gli amici immaginari realizzati con un buon utilizzo della CGI, che riesce a rendere questi personaggi concreti nelle scene in cui interagiscono con elementi e attori reali. La regia di Krasinski è quella tipica dei film per famiglie, ovvero invisibile ma funzionale. Probabilmente per problemi di budget, il film si svolge in pochi ambienti abbastanza spogli a livello di scenografie e oggetti di scena, e anche in scene più fantasy non si gioca mai abbastanza con gli ambienti; deludente in questo senso soprattutto la sequenza nel parco divertimenti in cui si nascondono gli amici immaginari in pensione. Da un punto di vista tecnico la cosa migliore è indubbiamente la colonna sonora curata da Michael Giacchino, che restituisce più di tutto un senso di dolcezza e magia. Con una diversa, probabilmente il film avrebbe fatto ancora meno effetto.

Conclusioni – IF – Gli amici immaginari Recensione

In conclusione, questo film si può sintetizzare con un aggettivo: gradevole. Ha diversi pregi, un messaggio che passa forte e chiaro e parecchie qualità anche sul lato tecnico, ma non spicca mai davvero. Potreste vederlo in sala in famiglia e probabilmente vi divertirete e commuoverete anche a più riprese, ma è difficile che possa diventare uno di quei film da vedere tutti insieme più di una volta. Ciononostante, merita comunque una possibilità, in quanto comunque le buone intenzioni con cui è stato realizzato sono evidenti e lancia un buon messaggio ottimista e di accettazione della parte più fanciullesca di sé.