Il Caso Belle Steiner: recensione del film con Guillaume Canet e Charlotte Gainsbourg

Un film che costruisce la giusta tensione ma che si perde in piccoli dettagli che hanno il loro peso

Il Caso Belle Steiner recensione è nelle sale da oggi 13 marzo diretto dal regista Benoît Jacquot. La pellicola è liberamente ispirata al romanzo di Georges Simenon “La morte di Belle”, qui riadattato con alcuni cambiamenti. La pellicola catapulta lo spettatore immediatamente nel racconto senza molti preamboli, soprattutto in relazione ai personaggi. Così vediamo Guillaume Canet e Charlotte Gainsbourg nei panni di Pierre e Cléa, una coppia sposata e senza figli, di cui però sappiamo pochissimo. Una scelta che si può capire nel caso di Pierre, un po’ meno in quella di Cléa. 

Al centro del film un’indagine per omicidio che cerca di incastrare proprio Pierre che viene sempre più isolato e allontanato. Ciò che funziona nella pellicola è l’atmosfera, aiutata da una regia attenta, che incombe claustrofobica e asfissiante sul protagonista. Guillaume Canet riesce benissimo ad interpretare un personaggio ambiguo e granitico che lascia gli spettatori fino all’ultimo con il dubbio della sua innocenza. Vediamo meglio cosa invece non ha funzionato in Il Caso Belle Steiner recensione. 

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Il Caso Belle Steiner recensione2, Ciné-@ et Macassar Productions ; Caneo Films; Artémis Productions (coproduction belge) BELLE_PHOTOS DE PLATEAU_MANUEL MOUTIER

Indice: 

Il Caso Belle Steiner recensione – La trama 

Pierre e Cléa sono una coppia sposata da diversi anni. Lui è un professore di matematica e appassionato di calcoli che lavora nel liceo locale, lei invece gestisce un negozio di ottica e sono abbastanza conosciuti nella zona. Non hanno figli ma vorrebbero cercare di avviare le pratiche per l’adozione. Nel frattempo offrono ospitalità in casa ad una giovane, Belle, figlia di un’amica di vecchia data di Cléa. La ragazza vive con loro per un anno quando una mattina viene trovata, nuda, e strangolata nella sua camera da letto. 

La sera prima Cléa l’ha accompagnata al cinema e poi si è recata dal alcuni amici lasciando Pierre a casa con i suoi calcoli matematici nel suo stanzino buio. Dopo la scoperta dell’assassinio Pierre è il solo testimone ma l’uomo ammette di non aver visto né sentito nulla. Ben presto tutti i suoi comportamenti e le sue abitudini vengono messi in discussione e le indagini lo vedono come il solo sospettato dell’omicidio. Ma è davvero stato lui o qualcun altro è entrato in casa e ha ucciso Belle? 

Il Caso Belle Steiner recensione – Un accusato ambiguo 

Come già spiegato Pierre è il solo testimone dell’omicidio, anche se non ha visto nulla l’assassino di Belle si è consumato in casa mentre lui era nel suo studio. Tutta la pellicola ruota intorno al suo personaggio al tentativo di scoprire se sia colpevole o meno. Ciò che funziona di più è proprio la presentazione di Pierre che dimostra di avere zone ambigue rendendo impossibile comprendere davvero se sia colpevole o meno. Il modo in cui ci viene presentato è didascalico, meramente introduttivo senza un tentativo di far empatizzare o di far capire qualcosa di più su di lui. Allo stesso tempo non fa nulla per nascondersi, non nasconde la sua predisposizione al voyeurismo nei confronti della vicina di casa facendo credere che forse avendo questa predisposizioni possa essere coinvolto nella morte di Belle.

Allo stesso modo non mostra emozioni riuscendo a mantenere il controllo nonostante il livello di stress e ansia che lo travolge. Questa apatia può essere un altro segnale? La sua abitudine a trascorre tanto tempo in uno stanzino isolato, è indice di un comportamento sospetto o solo un suo modo per mettere in ordine i pensieri? A volte si dimostra anche ingenuo, quasi come se non si rendesse pienamente conto della situazione complessa in cui si trova. Dallo stesso rapporto con Cléa non emerge nulla, il matrimonio è assuefatto alle abitudini, alla routine. Entrambe gli attori recitano in modo sempre contenuto, granitico senza permettere di comprenderli davvero, scavare nella loro emotività per mostrare un lato più profondo del loro carattere e delle loro predisposizioni. 

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Il Caso Belle Steiner recensione, Ciné-@ et Macassar Productions ; Caneo Films; Artémis Productions (coproduction belge) , BELLE_PHOTOS DE PLATEAU_MANUEL MOUTIER

Il Caso Belle Steiner recensione – Il racconto della vittima e del carnefice attraverso i media 

Altro tema fondamentale in Il Caso Belle Steiner recensione, è quello della gestione del caso da parte dei media. Immediatamente si diffonde la notizia e il film – in maniera ambigua – indaga sia nel passato della vittima che nella vita del sospettato. Non mancano allusioni nei confronti della ragazza e del suo stile di vita, un atteggiamento speculatorio che viene veicolato spesso dai media nei casi simili, cercando con allusioni di trovare delle risposte. Si fanno ipotesi su una possibile relazione che possa essere il movente per l’omicidio, vista la natura taciturna di Pierre e un interesse non velato nei suoi confronti da parte di Belle. 

I media assediano la casa di Pierre puntando addosso le lenti delle telecamere; il quartiere lo isola, la scuola lo allontana, scritte accusatorie e telefonate intimidatorie lo assediano. Tutto spinge per farlo crollare sotto il peso delle accuse, ma Pierre non mostra segni di cedimento. Gli rimane vicino Cléa che è decisa a non abbandonarlo a crede nella sua innocenza. In questo senso nel Il Caso Belle Steiner recensione c’è una riflessione su come il sospetto porti alla diffidenza e all’isolamento, cambiando radicalmente un uomo agli occhi di chi lo aveva vicino. 

Il Caso Belle Steiner recensione – Una narrazione asettica e apatica dal ritmo assediante

Uno dei problemi principali del film è però la trama. Come già detto il racconto viene introdotto senza preamboli. L’evento che innesca la narrazione si verifica a pochi minuti dall’inizio della pellicola mettendo subito una distanza emotiva tra la vittima e chi guarda. Troppe scene risultano fuori sincro, i dialoghi sembrano essere decontestualizzati con battute incoerenti rispetto al momento, e altri personaggi che ruotano intorno al protagonista non vengono introdotti lasciando lo spettatore in balia di un gioco di assegnazione di ruoli. Se in questi termini la pellicola si è dimostrata fallace, funziona molto di più nel creare un’atmosfera palpabile di tensione.

Il Caso Belle Steiner recensione

Il Caso Belle Steiner recensione, Ciné-@ et Macassar Productions ; Caneo Films; Artémis Productions (coproduction belge) , BELLE_PHOTOS DE PLATEAU_MANUEL MOUTIER

Se da una parte riesce a farlo con la recitazione del protagonista dall’altra lo veicola molto bene con la regia e un montaggio che assediano il protagonista. Tantissime riprese vengono fatte da dietro, come ad accompagnare Pierre in tutte le scene, siano in macchina o fuori, accompagnate anche da primi piani che evidenziano la mancanza di emozioni. Questa regia così invadente nello spazio fisico dei personaggi, accompagnata da una musica spesso classica dai ritmi incalzanti, veicola questa sensazione di oppressione intorno al personaggio. Il film quindi riesce a mantenere il sospetto intorno Pierre, senza mai schierarsi e se in questo riesce si perde purtroppo in piccole cose che avrebbero meritato una maggiore attenzione e cura. Il Caso Belle Steiner recensione è un film che si concentra più sul modo in cui si insinua il dubbio che un vero thriller in cerca del colpevole e di giustizia.

Il Caso Belle Steiner recensione

Voto - 5.5

5.5

Voto

Lati positivi

  • La regia con un buon uso della musica costruisce una tensione palpabile
  • Buona performance di Guillaume Canet

Lati negativi

  • Narrazione troppo asettica e didascalica che non da spessore ai personaggi
  • Mancata attenzione ad alcuni piccoli dettagli che avrebbero aiutato il film nel complesso
  • Dialoghi a volte sconnessi e fuori luogo rispetto alle scene

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