Il segreto di una famiglia: recensione del film di Pablo Trapero
Nella tenuta argentina de La Quietud, una famiglia deve venire a patti con dissapori e segreti.
Il segreto di una famiglia recensione. Il segreto di una famiglia è un film drammatico del regista argentino Pablo Trapero, presentato al Festival del Cinema di Venezia 75. Fanno parte del cast Martina Gusmàn, Bérénice Bejo e Edgar Ramirez. Troviamo anche Joaquín Furriel (presente nella telenovela Entre caníbales e nel film El Faro de Las Orcas) e Graciela Borges, famosa attrice argentina che ha debuttato a 14 anni (negli anni Cinquanta) e presente in oltre 50 film. Nel 2006 è stata dichiarata la miglior attrice argentina da Vogue Paris.
La storia è quella di Eugenia, che fa ritorno alla dimora di famiglia, in Argentina, a seguito dell’ictus capitato all’anziano padre. Improvvisamente si ritrova immersa nella quotidianità dei rapporti problematici con la madre e con la sorella Mia, ed è costretta a dissotterrare vecchi segreti e dissapori. Pablo Trapero ha presenziato anche al Festival veneziano del 2015 con Il clan, con il quale ha vinto il Leone d’argento per la miglior regia.
Indice
- Trama
- Le due protagoniste
- Altri personaggi del cast
- I panni sporchi si lavano in famiglia
- L’eroticità come forma di comunicazione
- Osservazioni tecniche
- Trapero parla del suo film
Trama – Il segreto di una famiglia recensione
Eugenia, sposata con Vincent e residente a Parigi, torna nella dimora di famiglia argentina a causa di un ictus che ha colpito il padre. Incontra così, dopo molto tempo, la sorella Mia, rimasta nella terra natale insieme ai genitori, e la madre Esmeralda. Mia è contenta di riabbracciare la sorella, dato il loro fortissimo legame, ma al tempo stesso è gelosa per l’entusiasmo della madre nei confronti di Eugenia, da sempre la figlia prediletta. Soprattutto ora che annuncia di aspettare un bambino.
Il nome della lussuosa casa di famiglia è La Quietud, la quiete, ma la serenità che solo una famiglia può dare e che Eugenia si aspetta, non sarà parte del suo soggiorno in Argentina. Tra dissapori con la madre, donna forte e scostante, e la sorella, custode di segreti, nulla in questa famiglia è come sembra. La quiete è solo la facciata che cela vecchi rancori, tradimenti e verità nascoste.
Le due protagoniste di Il segreto di una famiglia
Bérénice Bejo interpreta Eugenia, donna determinata e affascinante. La sua sensualità è celata e meno evidente di quella della sorella, e il suo essere poco intraprendente e impulsiva la rende la preferita agli occhi della madre. L’annuncio della sua gravidanza contribuisce ancor più a mostrarla in famiglia come “la più responsabile”. Dal canto suo però, Eugenia si sente spaventata e disorientata, poiché è sempre stata molto legata al padre, e adesso questo ha seri problemi di salute. Una donna sfaccettata, forte e al tempo stesso fragile, portata in scena dalla Bejo, divenuta nota al pubblico con Meilleur espoir féminin.
Ha recitato in The Artist, film muto in bianco e nero presentato a Cannes accanto a Jean Dujardin, per il quale vinse il Premio César per migliore attrice e la candidatura all’Oscar per miglior attrice non protagonista. È stata scelta come migliore attrice anche a Cannes 66 per il film Il passato di Asghar Farhadi (con cui ha girato anche Il mio Godard). È stata diretta anche dall’italiano Marco Bellocchio in Fai bei sogni.
Martina Gusmàn impersona Mia, la sorella più energica, ribelle e passionale. Essendo rimasta a La Quietud, i rapporti con i genitori negli anni si sono incrinati, soprattutto quelli con la madre, anaffettiva nei suoi confronti. Si sente ancora giovane e piena di vita, ma si mortifica per il fatto di non essere partita alla volta dell’avventura e di non aver realizzato qualche serio progetto di vita, a differenza di Eugenia. Gusmàn è moglie di Trapero e nel 2006 ha lavorato con lui per la realizzazione del film Nacido y criado. Oltre al ruolo di interprete, l’attrice ha colaborato come produttore esecutivo nel film drammatico del marito Leonera (2008) e nella pellicola Carancho (2010), sempre di Trapero.
Altri personaggi del cast – Il segreto di una famiglia recensione
Edgar Ramirez veste i panni del silenzioso e rispettoso marito di Eugenia, Vincent, parigino d’adozione come lei. Apparentemente marginale ai fini della storia, in realtà in passato ha commesso alcune azioni che, se scoperte oggi, cambierebbero le carte in tavola per la coppia. Ramirez qui è un uomo dimesso, passionale e misterioso, ma ha recitato anche nel thriller La ragazza del treno con Emily Blunt. In Gold – La grande truffa a fianco di Matthew McConaughey e in Bright di David Ayer con Will Smith. Lo abbiamo visto in Joy, per la regia di David O. Russell e con protagonista Jennifer Lawrence, e in Che – L’argentino di Steven Soderbergh.
Graciela Borges è l’egocentrica e sarcastica Esmeralda, madre di Mia ed Eugenia. In collera con Mia per non aver realizzato nulla nella vita, accoglie a braccia aperte l’altra figlia quando ritorna in Argentina. Sposata al marito ma con un legame ambiguo, non si comprende se ne sia ancora innamorata. La scelta di tanti anni potrebbe esser stata il risultato di ragionamenti economici, dal momento che il marito è piuttosto benestante.
Matriarca della famiglia e la più influente sulle decisioni in casa, Esmeralda è complicata da amare. Borges ci restituisce tutte le sue sfaccettature e i lati contrastanti della sua personalità. Borges è un’attrice celebre in Argentina, grazie ai moltissimi film che ha girato dagli anni Cinquanta fino ad oggi. Tra gli ultimi, troviamo Widows (2011), Miss Tacuarembó (2010) e Brother and Sister (2010).
I panni sporchi si lavano in famiglia
Due sorelle belle e risolute che sembrerebbero avere tutto dalla vita, e invece hanno bisogno l’una dell’altra per sentirsi al sicuro. Una sorellanza indissolubile, sentita, anche esagerata, che sfocia in gelosia e desiderio di possesso. Una madre felice al pensiero che avrà un nipotino da coccolare tra qualche mese, ma riluttante a manifestare i propri sentimenti, incostante e superba. Un padre di famiglia che “si è fatto da solo” ed è diventato un avvocato riconosciuto e ricco. Tanto da poter acquistare l’enorme magione de La Quietud, ma sempre un passo indietro rispetto alla moglie. Questa è la storia di una famiglia come tante, imperfetta, sgualcita, precaria. Il lusso e l’apparenza non rispecchiano i vecchi dissapori e rancori che i suoi membri hanno costudito dentro di loro per anni, ma non hanno mai dimenticato.
Il segreto di una famiglia è un film che nasconde un’inquietudine profonda dietro alla grande scritta in metallo sistemata all’entrata della magione. Colpisce allo stomaco e azzarda, spinge il limite dei rapporti conflittuali tra familiari un po’ più in là, al punto di non ritorno. Mostra un nucleo familiare che non è armonico e affettuoso, ma frustrato, addolorato; un’emotività altalenante che mette lo spettatore davanti alla necessità di scavarsi dentro per entrare in empatia con i personaggi e la storia.
Che vede il suo perno non tanto sulla trama quanto sull’interiorità. Si passa da momenti di convivialità a situazioni in cui la carica erotica e passionale rubano la scena. Piombando subito dopo dentro un mare di segreti e conflitti. Dalla storia privata di una famiglia, si accenna a quella pubblica dell’Argentina, paese che ha dovuto scontrarsi con dominazioni e problemi politici. Il focus però resta sulla sfera intima e sui rapporti umani.
L’eroticità come forma di comunicazione – Il segreto di una famiglia recensione
Il film è attraversato da una forte componente erotica, non nella sua accezione volgare e pornografica, ma dai tratti ambigui e affascinanti. Il segreto di una famiglia è un film tattile: corpi che si sfiorano, bocche che si amano, braccia che si avvolgono e consolano. Ma quelle stesse bocche si offendono, tradiscono e cambiano le sorti delle vicende da un momento all’altro. Una sensualità evidente che quindi non è fine a se stessa, ma è fondamentale ai fini della trama e alla delineazione dei personaggi, tutti, a loro modo, passionali. Si nota dagli atteggiamenti di Mia ed Eugenia, che parlano di sesso e vivono la loro intimità senza vergogna, portando avanti una situazione di attaccamento tale da risultare quasi ambigua.
Si nota dal rapporto tra Vincent e Eugenia, freddo e al contempo violentemente energico, così come quello tra le sorelle e Esteban, altro uomo che ruota intorno a La Quietud. Gli uomini che in questa pellicola subiscono il fascino femminile e restano vittime più o meno consapevoli delle loro volontà, così come il padre di famiglia lo è stato dalla decisa Esmeralda. Trapero ci mostra come l’eroticità non sia una trasgressione che possiamo evitare facilmente, data la sua natura insita in ogni essere umano. Un “peccato” dal quale cerchiamo di prendere le distanze ma che in realtà, nel profondo, tutti noi aneliamo.
Per le due sorelle protagoniste, esprimere la sensualità permette di sfogare le tensioni e l’energia silente che esplode dentro di loro, cresciute in un ambiente pudico, serioso e con regole rigide. Trapero dirige la loro storia cambiando più volte registro, dal melodramma alla commedia nera, dal politico al romantico, dal grottesco al farsesco. Raccontando una fisicità utilizzata come forma primaria di comunicazione.
Osservazioni tecniche
Il segreto di una famiglia è formato da lunghi silenzi, nei quali tempo del racconto e tempo della storia si equivalgono, per cui alcune scene non risultano utili ai fini della trama, ma permettono di addentrarci nell’interiorità dei personaggi. Alternati a questi momenti, ce ne sono altri in cui le musiche allegre e concitate sembrano contrastare con i contenuti cupi e dolorosi delle scene precedenti e successive. Il motivo per il quale Trapero ha accostato una colonna sonora in opposizione alla storia, potrebbe essere quello di aumentare l’impatto emotivo del pubblico e catturarlo maggiormente.
Per quanto riguarda le inquadrature, ne troviamo molte dall’alto, da dietro la nuca delle protagoniste ed incomplete, parziali. Come a dire che la vera natura dei personaggi è possibile carpirla appieno, nonostante i lunghi e silenziosi primissimi piani. La volontà del regista era parlare di una storia comune che avesse al centro il primo nucleo sociale, cioè quello familiare.
Trapero parla del suo film – Il segreto di una famiglia recensione
“Quando finisci gli studi o ti licenzi da un lavoro quell’esperienza si conclude. Ma i genitori, i fratelli, restano sempre, e se non ci sono bisogna fare i conti con la loro assenza. Anche se non vi parlate più il legame resta, e questo, in termini drammaturgici, è un potenziale immenso. Ogni tragedia tratta dei legami, del nostro modo di relazionarci agli altri: senza non c’è azione drammatica, e se i legami sono di sangue tutto diventa più intenso.”
Concetto che giustifica anche le ragioni alla base della discussa scena in cui le due sorelle si masturbano insieme.
“Quella scena rivela il loro bisogno di essere amate. Anche se entrambe sembrano molto disinibite, la loro sessualità è davvero libera solo in quella scena: per il resto è apparenza, condizionata dal loro passato e dai segreti di famiglia.”
Parlando della tenuta, essa sembra il quarto personaggio femminile di Il segreto di una famiglia. Assume le sembianze di una trappola dorata, che al contrario del suo appellativo porta solo a liti e amarezze. Un modo per dire allo spettatore che niente è come sembra. I personaggi sono nati e cresciuti in quel posto. Tuttavia non ne fanno veramente parte perché non hanno mai lavorato la terra, quindi non provano un legame autentico con la loro dimora.
Infine, riguardo alla dittatura argentina accennata nel film, Trapero dice che
“il mio film non parla solo della storia argentina. Parla della corruzione nella vita di tutti i giorni, dei compromessi che si fanno in ogni parte del mondo per ottenere o mantenere il potere e la ricchezza. Questo significa venire a patti con il proprio lato oscuro.”
E perdonare è l’unico modo per andare avanti, la morale del film.
Il segreto di una famiglia
Voto - 7
7
Lati positivi
- Bejo e Gusmàn affiatate e credibili
- Storia intrigante
- Saga familiare a tinte drammatiche e sensuali
Lati negativi
- Da rivedere più volte per comprenderne il senso
- Cinematografia ispanica forse non per tutti