Il sequestro di Stella: recensione del film Originale Netflix
Recensione di una nuova produzione tedesca Originale Netflix: Il sequestro di Stella
Il sequestro di Stella recensione. Netflix, dopo il successo di Dark e il buon lavoro di Rock my heart, si vede sempre più vicino alle produzioni tedesche, diverse ma tutte a loro modo interessanti. Da una serie TV tra le più rivoluzionarie e complesse di sempre; da un dramma incentrato su due adolescenti malati al cuore, si passa ad un thriller puro, senza contaminazioni, ad alto tasso adrenalinico. Il titolo (Kidnapping Stella nella versione originale) è indicativo di quello che è il punto centrale della trama. Una ragazza, Stella, viene rapita. Ma la richiesta di risarcimento da parte dei due rapitori nei confronti del suo facoltoso padre non è l’unico motivo per il quale è stata scelta.
La pellicola, uscita da pochissimo su Netflix, è un vero concentrato di tensione, paura, ansia. L’interpretazione degli attori, la tecnica e le ambientazioni aiutano lo svolgimento della trama, facendo risultare credibile e interessante l’intera opera. Ecco quindi Il sequestro di Stella: la recensione.
Indice:
Il sequestro di Stella recensione: la trama
Due uomini, abbastanza tesi, portano a compimento dei complessi e minuziosi preparativi per l’operazione criminale che si apprestano a compiere. Dopo aver trovato e preparato il luogo in cui tenere un ostaggio, rubano un furgone abbastanza capiente, affrettandosi a preparare anche quello. Una volta pronti, rapiscono infine una giovane ragazza, Stella (Jella Haase), immobilizzandola e ponendole un bavaglio sulla bocca. I due, cauti, hanno utilizzato una maschera nell’operazione, per non farsi riconoscere. Il film, dunque, si incentra sul rapimento e sul tentativo di ottenere un riscatto ingente, di quattro milioni di euro.
Nel corso del tempo però, uno dei due rapitori, Tom (Max von der Groeben) diventa sempre più nervoso, al limite dell’ossessivo. Il suo compagno, Vic (Clemens Schick) cerca di tranquillizzarlo, trattandolo come un fratello minore. Stella, intanto, capendo di essere completamente isolata, cerca di escogitare dei metodi per liberarsi dalle manette e dalle corde che le immobilizzano mani e piedi. In diverse occasioni, però, i suoi tentativi vengono interrotti dai suoi aguzzini, anche con l’utilizzo della violenza.
È solo nella parte finale del film, però, che la ragazza svela un terribile segreto che rimescola tutte le carte in gioco. La scelta è ricaduta su di lei, infatti, non solo a causa dell’ingente patrimonio di suo padre. Un circolo di segreti e rivelazioni mette in crisi tutti e tre, che si scoprono coinvolti in qualcosa che nessuno di loro aveva nemmeno lontanamente immaginato.
Il sequestro di Stella recensione: la tecnica
Il rischio che il regista Thomas Sieben ha corso era molto alto. Un thriller di questo tipo, infatti, può risultare una brutta copia di qualcosa di già esistente. Nel corso della storia del cinema sono tantissimi i lungometraggi incentrati su un rapimento, davvero troppi per poterli contare. Ma ciò che può fare la differenza è la gestione delle scene, l’inserimento di colpi di scena ben strutturati, oltre ad un livello tecnico ineccepibile. Sieben, anche sceneggiatore insieme a J Blakeson, è uscito tuttavia vincitore dal tentativo. Per quanto la trama non spicchi particolarmente per originalità, il film nel suo complesso risulta gradevole.
I primi dieci minuti circa, per esempio, sono caratterizzati dall’assenza totale di musica e dialoghi, che lasciano spazio ai soli suoni dei preparativi dei due rapitori. Rumori di trapani, martelli, chiodi, plastica, carta, metallo. I passi, i respiri agitati, la polvere che vola nell’aria. Tutto ciò assume una sua dimensione specifica, diventa parte integrante della trama e non una semplice sequenza riempitiva. Un altro aspetto da sottolineare è la scelta di non usare il doppiaggio, ma solo i sottotitoli dal tedesco all’italiano. Questo rende i dialoghi ancora più reali, credibili, minacciosi.
La regia è attenta, descrittiva. L’utilizzo massiccio di soggettive rende lo spettatore più partecipe, coinvolto. La tensione e il pathos sono accompagnati da una colonna sonora cupa, grave, che rende le immagini ancora più forti. Il risultato è quello di essere incollati allo schermo, di voler solo sapere come finisce la vicenda. La durata breve, di circa un’ora e venti minuti, non lascia spazio ad allungamenti superflui, ma al contrario rende il film compatto e intenso. Infine, anche la scelta di utilizzare pochissimi luoghi, molto ben scenografati, è apprezzabile, in quanto lo spettatore non viene disorientato, ma rimane concentrato sulle vicende della ragazza e dei suoi aguzzini.
Il sequestro di Stella recensione: conclusioni
Il lungometraggio di Thomas Sieben è un thriller puro, studiato attentamente, messo in scena in maniera molto sistematica. Il pathos, l’ansia, la pressione e l’adrenalina sono presenti dall’inizio, senza placarsi mai. Ogni passo, contatto, movimento sospetto viene vissuto dai protagonisti e dagli spettatori dal primo all’ultimo minuto. Merito anche delle ottime interpretazioni degli interpreti, gli unici tre sullo schermo. Clemens Schick, che è apparso in Casino Royale e Point Break, ricorda Jared Leto in Panic Room, pellicola di David Fincher.
Il risultato complessivo è certamente positivo, anche se il film non è sicuramente indimenticabile. Il finale, tuttavia, per quanto leggermente prevedibile, è la parte più convincente di tutte, data soprattutto l’intensità degli interpreti. Lo spettatore è pienamente coinvolto, vuole sapere ancora di più, sbrogliare gli intrighi dei protagonisti. Non mancano inoltre le pubblicità ad alcune importanti aziende, come la Nike e la Bosh, quest’ultima multinazionale tedesca.
Netflix, nella sua linea di produzioni Originali, inserisce un titolo, come già detto, non memorabile, ma sicuramente interessante. Le produzioni di qualità tedesche stanno prendendo un certo spezio all’interno del catalogo della piattaforma streaming. È ancora presto per dire se la scommessa è stata vinta o persa, ma sicuramente la strada è positiva.
Il sequestro di Stella
Voto - 6.5
6.5
Lati positivi
- Interpretazione degli attori
- Durata non eccessiva
Lati negativi
- Trama non originalissima
È ambientato sempre nello stesso luogo, i rapinatori non sono ingegnosi, la ragazza grida tutto il film, è davvero noioso l unico colpo di scena é nei 5 minuti del finale del film. Ok nn é troppo lungo e gli attori recitano bene ma il film é davvero noioso uno dei più brutti nella storia posso dire di averne visti molti dopo 2 mesi di quarabteba a causa del covid 19
Grazie di aver commentato, Mattia! Continua a seguirci per altre recensioni!