INFERNO: il Professor Langdon è tornato
Rispolverate la Divina Commedia perchè dal 13 ottobre arriva al cinema “Inferno”, il nuovo film di Ron Howard, tratto dall’omonimo bestseller di Dan Brown. Tengo però a precisare che questo non sarà un articolo di paragone tra il libro e il film, ma semplicemente la recensione di quest’ultimo. Robert Langdon (Tom Hanks) torna in Italia, questa volta a Firenze, per sventare gli scellerati piani di Bertrand Zobrist (Ben Foster), ingegnere genetico e miliardario svizzero convinto che la razza umana stia distruggendo il nostro pianeta, ormai sovrappopolato, e che l’unico modo per salvarlo sia uccidere ciò che lo fa morire: gli uomini. Ma come? Creando una peste che ucciderà metà della popolazione.
Perdetevi in questo viaggio tra le meraviglie di Firenze, in una corsa contro il tempo per salvare il mondo che vi lascerà con il fiato sospeso. Ron Howard non delude mai e ancora una volta è capace di coinvolgere lo spettatore fin dai primi minuti con i suoi caratteristici inizi “in medias res”. Tante sono le analogie con “Angeli e Demoni”: la frenetica “caccia al tesoro”, le verità sfuggenti, le scarse possibilità di vittoria, l’adrenalina e il Male che la fa da padrone. Dopotutto i Demoni, l’Inferno sono concetti ricorrenti nei romanzi di Brown da cui si evince il suo interesse per l’esoterismo, aspetto che Ron Howard riesce a rendere magnificamente sul grande schermo; del resto… squadra che vince non si cambia. Azzeccato come sempre anche il cast, con un fantastico Tom Hanks sempre capace di sdrammatizzare le situazioni più pericolose; brava anche Felicity Jones che riconferma l’ottima impressione già data ne “La teoria del tutto”.
Però permettetemi qualche piccola critica. Sappiamo tutti quanto il nostro Professor Langdon sia geniale e capace, ma non si può non notare l’evidente esagerazione di certe scene, come la rocambolesca e improbabile fuga dai Musei Civici della città di Firenze (nemmeno la Marvel avrebbe saputo fare di meglio). Dall’altro lato è palese la goffa incapicità dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), che si lancia in scombussolati inseguimenti che ricordano vecchi film polizieschi. Leggermente da romanzetto rosa sono, infine, i dialoghi tra Robert e Elizabeth (direttrice dell’OMS ed è x fidanzata dello stesso Langdon), impegnati a ricordare la loro storia d’amore; sicuramente molto dolce ma totalmente in contrasto con il carattere adrenalico del film. Una pausa che non convince. Nonostante le mie piccole precisazioni questo film merita decisamente un pollice in su. Vi consiglio quindi di dedicargli due ore del vostro tempo e immergervi in una realtà sempre capace di conquistare. Se tornando a casa sarete assaliti anche solo dalla voglia di sfogliare la “Divina Commedia” allora questo film avrà avuto almeno il merito di aver dato una nuova immagine all’opera letteraria che da sempre terrorizza gli studenti. Buona visione!