Invincible 3: la recensione della nuova stagione
Su Prime Video torna per la terza volta la serie d'animazione creata da Robert Kirkman. Un'annata apparentemente più dispersiva delle precedenti ma ancora capace di stupire e coinvolgere
A nemmeno un anno di distanza dalla seconda stagione ecco Invincible 3 tornare su Prime Video per una nuova annata, portando con sé il consueto carico di supereroi con superproblemi, iperviolenza e umorismo. Una formula, quella della serie d’animazione tratta dai fumetti di Robert Kirkman e da lui stesso creata assieme a Ryan Ottley e Corey Walker, oramai ben rodata, capace di raccontare il mondo supereroistico con (auto)ironia ma anche con un approccio e un’introspezione per certi versi inediti.
Riprendendo le fila delle stagioni precedenti è così che Invincible 3 ripropone i suoi punti di forza, dalla narrazione imprevedibile al cast di star (J. K. Simmons, Sandra Oh, Steven Yeun, Walton Goggins, Seth Rogen, Sterling K. Brown e la new entry Jeffrey Dean Morgan), pur faticando, questa volta, a entrare da subito nel vivo di una vicenda apparentemente più frammentaria e dispersiva del solito, tra crisi identitarie, nemici inaspettati e dimensioni alternative.
Indice:
Trama – Invincible 3 recensione
Dopo la morte del supercriminale Angstrom Levy per mano di Mark Grayson, sulla Terra sembra finalmente essere tonata la pace. Per non fargli abbassare la guardia, però, Cecil organizza per il ragazzo una serie di allenamenti intensivi, consapevole che, presto o tardi, dovrà di nuovo affrontare i viltrumiti, nel frattempo furiosi per la fuga di suo padre Omnimen, oramai considerato un traditore. Dal canto suo Mark, dopo essersi finalmente dichiarato ad Eve, affronta ancora le conseguenze dello scontro devastante con suo padre a cui si aggiunge il rimorso per l’uccisione di Levy e la paura di deludere le persone a cui tiene.
Nel frattempo il piccolo Oliver, figlio di Nolan e di un’aliena, continua a crescere più rapidamente del previsto, così come i suoi poteri. Starà a Mark, tra mille dubbi, tentare di instillargli un senso di giustizia che vada oltre quella sommaria, trasformandolo in un vero supereroe. Ma le minacce per la Terra non paiono finite: vecchie conoscenze e nuovi, insospettabili antagonisti sembrano infatti pronti a colpire.

Invincible. Amazon MGM Studios
Tra sensi di colpa e inadeguatezze
Riparte da dove si era fermata, Invincible 3. Con Mark alle prese con il senso di colpa per l’uccisione del supercriminale Angstrom Levy e con la paura di non essere poi così differente da suo padre Omni-Man. Una paura che pare anche serpeggiare tra i suoi colleghi e superiori, a partire da Cecil, maniaco del controllo e dei compromessi (“Vuoi essere quello buono o quello che salva il mondo? Non puoi essere entrambi”), sempre alla ricerca di un nuovo modo per controllare i suoi super umani più imprevedibili e potenzialmente pericolosi.
Proprio da Cecil e dai Guardiani del Globo Mark decide così di prendere le distanze (adottando, di conseguenza, anche un nuovo costume), ormai schiacciato dalle responsabilità che il suo ruolo comporta e preoccupato per quello che il suo giovane fratellastro Oliver, ibrido alieno sempre più dotato e smanioso di entrare in azione, potrebbe diventare se non avesse una guida degna di questo nome.

Invincible. Amazon MGM Studios
Poteri e responsabilità
Ancora poteri e responsabilità, dunque. Un leitmotiv mai così preponderante per una serie che è esplicito omaggio (e, a tratti, anche amorevole parodia) al mondo supereroistico. In questo senso Invincible 3 conferma ancora una volta i punti di forza delle stagioni precedenti – dalla spiccata introspezione psicologica alla narrazione corale, passando per una violenza che non fa sconti e per la capacità di toccare temi anche maturi – sacrificando, forse, qualcosa sul piano del ritmo e della compattezza.
Perché se è vero che le avventure di Mark e compagni sono una diretta conseguenza e prosecuzione degli eventi raccontati nelle precedenti annate, è anche vero che il fulcro della narrazione qui – almeno nella prima parte – pare spesso sfuggente o decentrato. Una stagione all’apparenza più dispersiva delle precedenti, dunque, fatta di digressioni, salti nel passato e focus su personaggi secondari, che però, con il proseguire degli episodi, rende evidente ancora una volta come il suo centro morale ed emotivo sia sempre e comunque Mark.

Invincible. Amazon MGM Studios
Un sofferto viaggio di formazione
È proprio Mark, del resto, con i suoi dubbi e il suo senso di inadeguatezza a fare ancora una volta da motore agli eventi, diventando sempre più protagonista di un coming of age finalmente entrato nel vivo di un’età adulta che ora chiede il conto, tanto a Mark (il rapporto con la madre e col fratello, la relazione con Eve) quanto a Invincible (il problema rappresentato dai suoi poteri, la responsabilità delle migliaia di vittime causate dallo scontro con Nolan), in un desiderio di indipendenza, autonomia e ricerca identitaria quasi fisiologico.
Una narrazione che Kirkman gestisce con la consueta dose di ironia, unendo assieme azione (fino a uno scontro finale che supera la mezz’ora) e introspezione, commedia e dramma. Certo, a questo punto il susseguirsi di eventi potrebbe risultare ridondante, dando l’impressione che questa annata non sia altro che una grande stagione di raccordo tra la precedente e la successiva, ma Invincible 3 riesce comunque a mantenere quel pizzico di originalità e imprevedibilità (le morti improvvise e violente di personaggi di primo piano, quasi un marchio di fabbrica dell’autore di The Walking Dead) in grado di non farla mai somigliare del tutto a qualcos’altro. Men che meno all’universo infantile ed edulcorato di tanti cinecomics.
Invincible 3
Voto - 7
7
Lati positivi
- La formula vincente delle precedenti annate, con il suo mix di ironia, violenza e dramma, è sempre la stessa e continua a funzionare
- Il coming of age di Mark è sempre più sofferto e credibile
Lati negativi
- Il susseguirsi di parentesi, digressioni e minacce sempre diverse dà l'impressione, almeno inizialmente, che la serie sia più dispersiva e meno uniforme del solito