Io e Lulù: recensione del film di Channing Tatum

Un road movie originale, che tramite una commedia antimilitarista racconta lo stress post traumatico da guerra riflesso negli occhi languidi e “umani” del cane Lulù

Dal 12 maggio al cinema, Io e Lulù, film di cui vi presentiamo la recensione in questo articolo è un film diretto da Channing Tatum e  Reid Carolin. Il titolo originale Dog è maggiormente esemplificativo del tema del film. Non si tratta, infatti, come si penserebbe dal titolo italiano (Io e Lulù) di una pellicola incentrata esclusivamente sul genere commedia, ma di un interessante road movie, che ha in sé elementi comici e drammatici, ben bilanciati tra loro. Il protagonista Briggs (Channing Tatum) è affiancato da un cane (Lulù) in un viaggio per raggiungere il funerale dell’ex padrone del segugio. Entrambi i personaggi, l’uomo e l’animale sono dei reduci di guerra. Non più in grado di combattere ed essere ingaggiati in guerra, sono due randagi che si troveranno loro malgrado insieme. La trama del film racconta del loro viaggio: delle loro similitudini e delle loro divergenze.

La pellicola rappresenta come si diceva una gradevole variante sul genere road movie. Lulù diventa per il protagonista un alter ego specchio, in cui ritrovare se stesso. Il discorso è tutt’altro che banale ed è sorretto da una sceneggiatura bilanciata che sa dove porre l’accento, senza esagerare con le mielosità. Io e Lulù mantiene invece una forte coerenza nel graduale percorso che il cane rabbioso e ingestibile e il suo accompagnatore, quasi un reietto, compiranno insieme. Sulla strada, come in molti road movie, incontreranno personaggi bizzarri, ostacoli e alleati. La loro avventura è scanzonata, caotica, riflette il vagare disordinato dei due protagonisti, difficilmente in grado di integrarsi o essere recuperati da soli. Raramente si è visto al cinema un road movie che abbia come co-protagonista un cane. Tra i road movie più recenti ricordiamo Nomadland, vincitore agli Oscar 2021 e Green Book, vincitore agli Oscar 2018. Tra gli italiani memorabile Marrakech Express (1989) di Gabriele Salvatores.

Io e Lulù recensione

Io e Lulù. MGM

Indice: 

Una commedia dolce-amara e anti-militarista – Io e Lulù recensione

Io e Lulù recensione

Io e Lulù. MGM

Il pregio maggiore di Io e Lulù è sicuramente la coerenza narrativa. Sebbene sin dal principio sia intuibile l’andamento della trama, i due personaggi, Briggs e il cane sono ben caratterizzati. Hanno una voce e uno sguardo distinguibili, il che li rende empatici reciprocamente e agli occhi dello spettatore. Traumatizzati dalla guerra, sono due “folli” che non sanno più stare in società e che sono detestabili e ritenuti inutili anche per l’esercito da cui, in qualche modo, si sono generati i loro “onori”, ma soprattutto i loro incubi. Film anti-militarista Io e Lulù gioca col “mito” del buon soldato, distruggendolo lungo il percorso. I postumi della guerra sono cicatrici indelebili, che mostrano quanto essa sia stata inaccettabile, per l’uomo e persino per il cane protagonista. In Io e Lulù il rapporto tra i due è costruito con efficacia e c’è buona sinergia. Il cane Lulù è un personaggio essenziale, non relegato a semplice escamotage.

Si tratta di una sorella, di un commilitone, nonché di un simbolo che incarna la speranza. Non era scontato riuscire a creare un legame tra i due che potesse risultare sincero agli occhi dello spettatore. Il film di Tatum riesce nell’intento. Lattore si carica sulle spalle gran parte del film con personalità, aderendo ad un progetto complessivamente vincente e gradevole. La parte drammatica e amara del film funziona, lì dove è descritto efficacemente lo stress post-traumatico da guerra, senza sconti, denudando la “bestialità insita nella guerra. Anche la commedia è ben dosata. La pellicola è intrisa di un’ironia sarcastica che ha lo scopo di deridere il mito del militarismo (il protagonista è un ranger). L’ironia di Io e Lulù è scanzonata e dolce-amara quanto basta, come da tradizione dei road movie più riusciti. Non è mai grottesca e questo eleva il soggetto e la sceneggiatura.

io e lulù recensione

Io e Lulù. MGM

Affetto canino e stress post-traumatico da guerra – Io e Lulù recensione

In Io e Lulù il tema dello stress post traumatico da guerra è affrontato con un approccio che rappresenta una crescita dinamica per i due protagonisti. Ciò non è fatto in modo banale: non si tratta infatti di una cura definitiva ma parziale e in divenire. Sullo stesso tema ricordiamo tra i film più recenti Brothers (2009), dramma forte e psicologicamente ben costruito con Natalie Portman, un bravissimo Tobey Maguire e Jake Gyllenhaal, in cui il ritorno di un fratello dato per disperso in guerra scatenerà complessi e dirompenti conflitti. Tra gli altri anche Da 5 Bloods, di Spike Lee, anche esso un road movie: un viaggio e una feroce e grottesca caccia al tesoro di cinque ex commilitoni. Il tema è ovviamente molto presente al cinema (tra gli altri Nato il 4 Luglio del 1989), ma è interessante l’avervi affiancato un cane, un vero e proprio brother in arms. Al contrario che in Da 5 Bloods e Brothers siamo dinnanzi ad una commedia, in cui l’animale diventa un interlocutore per la propria coscienza e la propria anima.

In Io e Lulù Briggs parla con Lulù inizialmente solo pensando a stesso. Nel corso del film però comincerà a considerarlo un interlocutore reale, al punto da confessare (solo a lui) le proprie angosce e i propri fallimenti. Questo elemento rende il film toccante in alcune scene chiave ben posizionate nel minutaggio del film. La sceneggiatura equilibrata e ironica in modo non banale, lo rende un film positivo e più profondo di quanto possa apparire dalla locandina o dal trailer. Non un melò, ma un reale viaggio di formazione, con tappe definite con cura dalla scrittura (Reid Carolin è sceneggiatore oltre che co-regista). Nel complesso un progetto riuscito, che piacerà sicuramente agi amanti degli animali per la genuinità verosimile dell’affetto canino raccontato.

Io e Lulù

Voto - 7.5

7.5

Lati positivi

  • Sceneggiatura ben scritta
  • Buona la prova attoriale di Tatum
  • Buon livello di empatia tra uomo e animale

Lati negativi

  • Potevano esserci più personaggi incontrati lungo la strada da Briggs e Lulù
  • L’antimilitarismo c’è ma poteva essere più marcato

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