IO: recensione del nuovo film Netflix
Recensione di IO: il nuovo film di fantascienza su Netflix
Netflix quest’anno ha prodotto e mandato in streaming film di buon livello. Su tutti, ovviamente, La Ballata di Buster Scruggs e Roma, seguiti da Bird Box. A detta di tutti si sta aprendo una nuova era, che vedrà sbarcare sulla piattaforma sempre più produzioni originali di film, oltre alle serie tv. Alla luce di tutto questo, c’erano buone aspettative attorno al nuovo film: IO. Questa volta Netflix si è cimentata in un film di fantascienza, dall’ambientazione post-apocalittica.
IO non è stato presentato con una campagna pubblicitaria clamorosa, cosa che non succede quasi mai per un film Netflix, ma forse questa volta la sordina che ha accompagnato questo film è stata più giustificata del solito. IO è un film che non lascerà il segno, che non verrà ricordato né in positivo né in negativo. Sembra essere uno dei soliti film che la piattaforma propone per non rimanere povera di contenuti. Segno che la tendenza che vede Netflix portare buoni film è già finita? Ci auguriamo di no. Entriamo più nel dettaglio con Io: la recensione.
IO: la recensione – trama
Futuro. Anno non specificato. La razza umana è stata decimata a causa di un non chiaro cambiamento nell’atmosfera, che ha sostituito quasi del tutto l’ossigeno con l’ammoniaca. Da un giorno all’altro gli uomini hanno iniziato a morire, inizialmente senza comprendere il motivo. Nel frattempo sono state organizzate e avviate delle operazioni di spostamento su una base spaziale nell’orbita di Io, satellite di Giove antropizzabile. Solo pochi umani sono rimasti sulla Terra, ma il destino dell’uomo sembra essere nello spazio, dato che il pianeta lo sta respingendo.
Sam Walden è una dei pochi rimasti. Vive in alta montagna, dove l’aria è respirabile, e si dedica a proseguire le ricerche del padre, che credeva che le creature viventi si sarebbero adattate al cambiamento come hanno sempre fatto, e lo fa allevando api, cercando di creare un ceppo genetico resistente. Sam ha una relazione fatta di scambi di e-mail con Elon, che si trova sulla stazione spaziale.
Un giorno Micah, un altro sopravvissuto, raggiunge l’enclave di Sam con un pallone a elio. Il nuovo arrivato vuole raggiungere l’ultima scialuppa che partirà per Io, ma prima vuole conoscere Harry, padre di Sam e suo modello per quanto riguarda la speranza di salvarsi. Sam gli rivela che il padre è morto, e Micah entra in contatto con gli studi svolti dai due. L’uomo decide di portare con sé Sam, la quale accetta a malincuore. Il punto di lancio viene spostato, il che richiede altro elio. I due dovranno procurarselo in città, ma non tutto andrà secondo i piani di Micah.
IO: recensione
Non siamo di fronte ad un grande film, da nessun punto di vista. Ma ci sono anche film non grandi, che però sono godibili. Neanche questo è il caso. IO è un film vuoto. La sceneggiatura è originale, ma racconta una storia sentita più e più volte. La messa in scena non vale, da sola, la visione, cosa che a volte capita per i film che non puntano sulla storia. La maggioranza delle inquadrature sembra presa da videogiochi, o realizzata per quel fine. Neanche la musica merita grande considerazione.
Il problema principale resta la sceneggiatura. La storia è vaga, mal scritta e poco interessante. Non viene specificato l’anno in cui ci troviamo, né i luoghi. Vengono inseriti aspetti nel carattere dei personaggi che sembrano avere un risvolto nel finale, ma questo risvolto non è chiaro. Ad esempio Sam è un’appassionata di arte, da quanto sembra, soprattutto quella ispirata alla mitologia greca, e questo la fa arrivare ad una mostra nel museo cittadino, nel finale, con una svolta nella sua decisione: restare sulla terra, perché ormai è abituata a respirare l’ammoniaca. La cosa incredibile è che tra questi elementi si vorrebbe creare un legame, che non ha né capo né coda.
Non è chiaro il motivo dell’iniziale decisione di Sam di non dire a Micah della morte del padre, anzi, ancor meno il fatto che non volesse dirgli che Harry era suo padre. In più i dialoghi sono costellati di inutili voli pindarici, tra cui quello che riguarda il mito dell’androgino, contenuto nel Simposio di Platone. Ma ciò che è meno chiaro, nel caos generale, è il criterio di respirabilità dell’aria: in alcune scene respirano naturalmente, in altre hanno bisogno di un respiratore, anche nell’enclave. Questo rende meno efficace il finale.
IO: conclusioni
Il film è scadente, sconclusionato e caotico. La cosa più fantascientifica del film è la gioia che si prova quando iniziano i titoli di coda. Speriamo che la tendenza di Netflix torni a cercare target più elevati di film, evitando di produrre solo per riempire l’home page. Se poi si sceglie di fare un film così, quantomeno ci si deve preoccupare che sia scritto decentemente.
I buchi di sceneggiatura in questo prodotto diventano voragini senza fondo. Quando si punta su una sceneggiatura con due personaggi, i ruoli dovrebbero essere affidati ad attori di grande esperienza e bravura, in grado di reggere la scena. In questo film qualsiasi espressione facciale e qualsiasi battuta hanno lo stesso effetto: annoiano. Fortunatamente non è eccessivamente lungo, il che consente di riprendersi. Il riassunto del commento su questo film è composto dalle parole di Sam, quando vede che l’unica ape salva dopo la tempesta è l’ape regina, in una scena che dovrebbe aprire grandi scenari di trama, ma ancora una volta lascia il tempo che trova: “Non significa niente”.
IO
Voto - 2.5
2.5
Lati positivi
- In un'ora e 36 si possono fare tante cose migliori di questo film
Lati negativi
- Storia vaga e sconclusionata
- Comparto tecnico da videogame
- Esiste