L’Ospite: recensione della ghost story dal regista di Room
Lenny Abrahamson confeziona una strana storia di fantasmi dove è l'inconscio a spaventare
L’Ospite recensione. L’Ospite (conosciuto anche con il suo titolo originale The Little Stranger) è un singolare thriller sovrannaturale, diretto dal regista Lenny Abrahamson, candidato all’Oscar per l’ottimo Room. Il film è uscito nelle sale statunitensi l’agosto 2018, ma in Italia non ha mai trovato una regolare distribuzione, nonostante fosse stata prevista un’uscita per settembre 2018. Approdato recentemente su diverse piattaforme, come Infinity e Chili, L’Ospite si è mostrato finalmente al pubblico nostrano, svelando le sue particolari caratteristiche. A una prima lettura è una ghost story di ambientazione storica, priva di effetti speciali e incentrata principalmente sulla creazione d’atmosfera. Scavando nel profondo, tuttavia, è possibile trovare molto di più: un interessante e inquietante percorso psicologico.
L’Ospite, probabilmente, non ha goduto di una regolare distribuzione nelle sale a causa della sua storia singolare. Non ci sono infatti lunghe spiegazioni didascaliche o semplicistiche. Una caratteristica che spesso lascia basito il pubblico medio, poco avvezzo a non ricevere risposte precise. Tuttavia si riscontra la presenza di uno sviluppo lento e a volte poco coerente della trama. Non c’è infatti un giusto bilanciamento tra componente sovrannaturale e narrazione dei personaggi. Leggete qui di seguito la nostra recensione de L’Ospite, opera da recuperare per scoprire il percorso registico di Abrahamson successivo al trionfo di Room.
Indice
L’Ospite recensione
La pellicola è l’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo del 2009, a opera di Sarah Waters. La trama si concentra sul dottor Faraday (Domhnall Gleeson), figlio di una cameriera, stimato e rispettabile medico di campagna. Nell’estate del 1947 riceve la richiesta di una visita medica da parte di una governante di Hundreds Hall, grande e nobile casa di campagna. La dimora, un tempo maestosa e lussuosa, appartiene alla famiglia Ayres, che ora a stento riesce a rallentarne il declino. Quando Faraday vi giunge scopre di conoscere quel luogo: è la villa dove un tempo lavorava sua madre e che lui aveva potuto ammirare durante un evento speciale, rimanendone quasi stregato.
Il dottore, durante la sua visita medica, ha modo di conoscere gli attuali abitanti della casa: la signora Ayres (Charlotte Rampling) e i suoi due figli, l’affascinante Caroline (Ruth Wilson) e il reduce di guerra Roderick (Will Poulter). Il crescente interessamento di Faraday per Caroline, le numerose visite che egli farà a Roderick per alleviare le sue ferite di guerra e, in generale, l’attaccamento che egli svilupperà verso gli Ayres lo porteranno a scoprire inquietanti segreti. La grande villa di campagna della famiglia, infatti, sembra abitata da una minacciosa e inquietante presenza sovrannaturale. Questa, con il tempo, inizierà a turbare i membri di tutti gli Ayres e a scardinare lo scetticismo del dottor Faraday.
Un racconto gotico imperfetto ma interessante
L’Ospite è decisamente un’atipica ghost story, interamente basata sulla creazione d’atmosfera e di una suspense diversa dal solito: non si abusa di jumpscares ma prevale la componente psicologica. Si può parlare quindi di un racconto gotico, in cui si mescolano diversi elementi: aspirazioni sociali, amori non ricambiati e uno spirito dai tratti vendicativi, che appare legato sia ad Hundreds Hall sia alla famiglia Ayres. L’identità di questo ospite indesiderato è il mistero che il film decide di non svelare completamente. Giunti alla fine, infatti, rimangono molti dubbi e aperture a diverse interpretazioni. Anche se in realtà un accenno a un’unica interpretazione ci viene concesso, proprio negli ultimi secondi, lasciando sbalorditi ma anche molto confusi. Si parla di poltergeist, proiezioni ultracorporee, ma alla fine irrompe in realtà qualcosa di ancor più inquietante: i desideri più nascosti e il lato più oscuro dell’inconscio umano.
Elaborando questo composito materiale narrativo, il film purtroppo non riesce a mantenere continuamente vivo l’interesse dello spettatore, che più volte rischia di sentirsi spaesato, non trovando sempre collegamenti fra la porzione narrativa dedicata ai personaggi e quella riservata al terrore sovrannaturale. Suscitano interesse, tuttavia, le differenze fra gli Ayres e il dottor Faraday, separati da classi sociali e sentimenti diversi. Queste due sfere arrivano a mescolarsi fra loro, scambiandosi anche alcune caratteristiche. Inizialmente sono i primi ad apparire singolari, enigmatici e quasi fuori dal tempo; successivamente è il medico a presentare strani comportamenti che lo porteranno a sopraffare Caroline e la sua famiglia, già tormentati dall’ospite ultraterreno. Innegabile, infine, è la potenza delle ultime sequenze, che culminano in un finale inquietante, non spaventoso ma enigmatico.
L’Ospite recensione: conclusioni
L’Ospite è al tempo stesso una ghost story, un horror d’atmosfera, un film psicologico e una storia drammatica. Nella suggestiva ambientazione di Hundreds Hall i fantasmi del genere gotico arrivano a mescolarsi con l’oscuro inconscio umano, diventando ancor più terrificanti. Il tutto è portato in scena tramite un buon lavoro di regia e di recitazione. Lenny Abrahamson, dopo la piccola stanza di Room, si dimostra a suo agio nel muoversi fra le fredde e tetre stanze di Hundreds Hall. Domhnall Gleeson (Questione di tempo) e Ruth Wilson (la serie tv The Affair) danno prova di talento ed espressività. Sempre ottimo il lavoro attoriale di Charlotte Rampling (45 anni).
Delude purtroppo la gestione dei diversi ingranaggi del meccanismo narrativo. Inizialmente il film riesce a creare la giusta atmosfera e il giusto mistero, catturando l’attenzione dello spettatore. Successivamente si concentra eccessivamente sul rapporto fra i personaggi, quasi dimenticandosi della componente sovrannaturale precedentemente accennata. Giungendo alle ultime sequenze, esplode una decimazione dei personaggi che culmina nella rivelazione finale. Non è corretto però chiamarla “rivelazione”, perché rimangono aperte diverse interpretazioni e chiavi di lettura.
Se la nostra recensione ha catturato la vostra attenzione, potete recuperare L’Ospite su Infinity, Chili, Tim Vision e anche Sky Primafila. Qui di seguito il link al trailer ufficiale.
The Little Stranger
Voto - 6.5
6.5
Lati positivi
- Il film è un racconto gotico interessante e un'atipica ghost story
- L'ambientazione e i personaggi
Lati negativi
- La gestione degli elementi della narrazione
- Il finale non è in grado di convincere tutti