La fiera delle illusioni: recensione del film di Guillermo Del Toro

Il premio oscar Guillermo Del Toro torna al cinema con il suo nuovo film Nightmare Alley, noir ambientato negli anni 30-40

L’acclamato premio Oscar Guillermo Del Toro (La forma dell’acqua) abbandona la magia ed il mito per dirigere un noir un po’ fuori dagli schemi. Stiamo parlando di Nightmare Alley, per noi italiani La fiera delle illusioni, di cui vi parleremo meglio nella nostra recensione, trasposizione cinematografica del famoso romanzo di William Lindsay Gresham. Il regista messicano abbandona quei mondi fantastici che lo hanno contraddistinto per dipingere a larghe tinte dark la cupa ed oscura realtà di un’America degli anni 30. Al centro di tutto, l’indagine dell’animo umano che in Nightmare Alley appare irrimediabilmente corrotto dalla menzogna e dalla cupidigia in un palcoscenico dove l’amore sembra non poter trionfare, a differenza di quanto accadeva ne La forma dell’acqua.

Il film racconta la vicenda di un certo Stanton Carlise, un uomo che partendo dal niente ed imparando le arti della menzogna arriva a conquistare fama e ricchezza. Stanton inizia la sua carriera come giostraio in un Luna park dove apprende le “oscure arti” del mentalismo: una serie di trucchi, spirito di osservazione e tanta astuzia. Tutto ciò che serve per truffare le persone. Il successo riscosso gli spalanca le porte dei ricchi saloni dell’élite newyorkese. Ma l’incontro con una psichiatra piuttosto ambigua potrebbe cambiare tutto. Il film, oltre a Bradley Cooper, vanta un folto cast in cui figurano anche Cate Blanchett, Toni Collette, Rooney Mara, l’inossidabile Willem Dafoe e Ron Perlman. Ad affiancare la regia come direttore della fotografia torna il danese Dan Laustsen. Se siete curiosi di conoscere le nostre impressioni, proseguite con la lettura della nostra recensione de La fiera delle illusioni di Guillermo Del Toro.

la fiera delle illusioni recensione

La fiera delle illusioni. Double Dare You, Searchlight Pictures

Indice:

La trama – La fiera delle illusioni recensione

Stanton Carlisle (Bradley Cooper) è un povero vagabondo, rimasto solo al mondo. La svolta della sua vita arriva però dopo essersi imbattuto in un Luna Park itinerante. Qui conosce ed entra a far parte di una ristretta cerchia di giostrai tra cui Zeena (Toni Colette) e Pete (David Strathairn), una coppia famosa per i loro trascorsi da mentalisti. Sotto la loro guida Stanton Carlisle apprende le arti del raggiro e dell’imbroglio che in una città dalle mille possibilità come New York sono il lasciapassare per fama e denaro.

Affiancato da Molly (Rooney Mara), Stanton si getta così nelle braccia del successo esibendosi al pubblico dei grandi saloni newyorkesi come mentalista. Il suo talento e la sua astuzia gli consentono di raggirare facilmente il pubblico. Le vittime predilette sono quelle persone più disperate, bisognose di risposte e “profezie”. Ma la veloce ascesa alla ricchezza e alla fama non è esente da pericoli e minacce quotidiane. Una di queste sembra essere una misteriosa psichiatra (Cate Blanchett) da cui Stanton è pericolosamente attratto. Accecato dal denaro e dal suo stesso ego Stanton intraprende una strada senza vie di uscite.

la fiera delle illusioni recensione

La fiera delle illusioni. Double Dare You, Searchlight Pictures

Analisi – La fiera delle illusioni recensione

Guillermo Del Toro abbandona la magia ed il fantastico per cimentarsi in un genere diverso da quello che lo ha reso veramente famoso. La fiera delle illusioni è la trasposizione cinematografica del celebre romanzo di William Lindsay Gresham. Al centro di tutto, l’animo umano ed in particolar modo quelle oscure inclinazioni che portano una persona a non avere né etica né morale quando sul piatto ci sono ricchezza e fama. Guillermo Del Toro non vuole raccontarci un semplice dramma in chiave noir bensì una storia ricca di spunti riflessivi che ci ammonisce costantemente e mostra come ad ogni azione corrisponda una precisa conseguenza. Ecco allora che la sua pellicola si erge a fiaba morale dipinta a larghe tinte dark. Una storia carica di energie negative tra le truffe e i raggiri di un protagonista senza scrupoli.

recensione de La fiera delle illusioni

La fiera delle illusioni. Double Dare You, Searchlight Pictures

La fiera delle illusioni si ambienta negli anni 30 – 40 ma le tematiche raccontate potrebbero tranquillamente adattarsi ai tempi moderni. Talvolta la fragilità e la disperazione delle persone fa sì che ci si affidi più volentieri ai tarocchi ed al mentalismo per conoscere l’ignoto, cadendo inevitabilmente nei tranelli truffaldini di qualche fenomeno da baraccone. E se le persone sono accecate dalla sete di conoscere un qualcosa che sfugge, come il futuro, il nostro Stanton Carlisle è parimenti accecato dal denaro. Ma come dicevamo, ne La fiera delle illusioni tutti i nodi sembrano venire sempre al pettine. Infatti, a ristabilire l’ordine delle cose interviene, come un vero e proprio “deus ex machina”, quella forza intangibile a cui ci si appella quando si ha sete di giustizia, il karma, con una presenza quasi materica sulla scena, per tutti i personaggi.

Il lato tecnico – La fiera delle illusioni recensione

Che il nuovo film di Guillermo Del Toro sia visivamente interessante è fuori discussione. Affiancato nuovamente dal candidato premio oscar alla fotografia Dan Laustsen, La fiera delle illusioni vanta una gestione delle luci e delle ombre di scena a dir poco magistrale. Come accennavamo poco fa, gran parte della pellicola è in toni dark. Abbondano le sequenze girate in notturno e negli interni, dove padroneggiano ombre profonde tagliate da belle lame di luce. La silhouette è la chiave stilistica scelta dal direttore della fotografia per interpretare questa storia drammatica un po’ thriller ed un po’ noir.

Si conferma il buon lavoro che i due avevano già svolto con il premiatissimo La forma dell’acqua. Ennesima pellicola tecnicamente ineccepibile, bella da guardare per i contrasti di luci ed ombre, per la scelta delle cromie dominanti e la composizione di scena. E proprio questa ricerca quasi esasperata dei contrasti ha fatto si che La fiera delle illusioni abbia anche una versione in bianco e nero, la cui distribuzione è prevista attualmente solo su suolo americano.

Cosa non ci ha convinto: i lati negativi

Tanta buona tecnica unita ad un folto cast di star hollywoodiane non riesce comunque a colmare alcune problematiche che ci sono sembrate evidenti nella sceneggiatura. Innanzitutto le tempistiche. Un film che fa una fatica immane ad entrare nelle meccaniche vere della storia con un primo atto decisamente troppo lungo. La lentezza della narrazione favorisce in parte l’approfondimento e la caratterizzazione dei vari personaggi ma affossa inesorabilmente il ritmo nella prima ora. Ma soprattutto, la storia de La fiera delle illusioni, un po’ come La forma dell’acqua, è estremamente lineare e consequenziale; ciò che deve succedere semplicemente accade, senza troppi stravolgimenti e colpi di scena.

Alla fine si ha l’idea di aver visto un qualcosa che sapevamo fin da subito sarebbe finito in un certo modo piuttosto che in un altro. Va bene la condanna dell’avidità umana e qualsiasi altra lezione morale, ma alla fine quale è il “quid” di tutta questa faccenda? E perché occorrono ben 140 minuti di girato per raccontarla? Inoltre, paradossalmente, personaggi potenzialmente complessi ed interessanti, come lo stesso protagonista o la misteriosa psicologa, sono, per certi versi, “raccontati” in maniera piuttosto approssimativa. Soprattutto dal punto di vista emozionale sono personaggi freddi, spenti, per certi versi troppo semplici e scontati. Si ha quasi la percezione, ad esempio, che Stanton Carlisle agisca in un certo modo per semplice inclinazione naturale e non tanto per i suoi trascorsi vissuti.

la fiera delle illusioni recensione

La fiera delle illusioni. Double Dare You, Searchlight Pictures

Conclusioni – La fiera delle illusioni recensione

Il regista messicano abbandona i generi che lo hanno reso maggiormente celebre per cimentarsi con la trasposizione cinematografica di un romanzo. Una storia ben contestualizzata che avviene in un tempo e luogo reale che ci porta ad indagare i risvolti più oscuri e corrotti dell’avidità umana. Essenzialmente si tratta di un racconto ricco di moralità applicabile tranquillamente al nostro presente. Il film ha come punti di forza il cast ed il comparto tecnico: dalla fotografia alla scenografia, fino ai costumi di scena che ci fanno respirare a pieni polmoni – e quasi toccare con mano – la New York degli anni 30 – 40.

Quello che realmente manca all’ultima opera di Del Toro è una storia che conquisti, che sorprenda e che lasci qualcosa. Soprattutto sul piano emozionale. Un plot estremamente lineare e prevedibile con la caratterizzazione e lo sviluppo di alcuni personaggi che lascia un po’ a desiderare. Nel complesso un film pienamente sufficiente, anche se ci aspettavamo molto di più da un regista ed un cast del genere. Chiudiamo dunque la nostra recensione de La fiera delle illusioni di Guillermo Del Toro confermando che il film funziona ma si poteva (e doveva) fare, con certe premesse, molto di più.

La fiera delle illusioni

Voto - 7

7

Lati positivi

  • Fotografia e scenografia
  • Costumi di scena
  • Cast

Lati negativi

  • Lineare e prevedibile
  • Scrittura dei personaggi protagonisti

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *