L’albero del vicino – Recensione del film candidato Oscar come miglior straniero islandese
L'albero del vicino, il grottesco dramma di una lite tra vicini
L’albero del vicino recensione – Presentato a Venezia e candidato all’Oscar come miglior straniero per l’Islanda, L’albero del vicino è un film dalle tinte drammatiche sfumate da un crescente humor tipico della black comedy. Dopo esser stato sorpreso da sua moglie Agnes a guardare un porno in cui è perfino protagonista, Atli viene cacciato di casa. A pochi isolati di distanza i suoi genitori, Inga e Baldvin, sono in una specie di guerra fredda con i vicini Konrad e Eybjorg; motivo della disputa un grande albero nel loro giardino che impedisce con la sua ombra di far prendere il sole a Eybjorg.
Nella veste del dramma e della commedia nera L’albero del vicino ci mostra come una banale lite tra vicini possa degenerare fino ad arrivare a tragiche conseguenze. Il film è diretto da Hafsteinn Gunnar Sigurðsson, regista già affermato nel cinema islandese. Se siete curiosi non vi resta che mettervi comodi e leggere la recensione di Filmpost de L’albero del vicino.
L’albero del vicino recensione del film candidato Oscar come miglior straniero islandese
Sinossi
Atli e sua moglie Agnes sono in crisi da diverso tempo. Il precario equilibrio della coppia viene rotto del tutto quando Agnes sorprende suo marito mentre sta vedendo un porno dove è anche protagonista. Parallelamente a questo i genitori di Atli, Inga e Baldvin, sono coinvolti in una banale lite tra vicini. Motivo della disputa è l’ombra che il loro albero proietta nel giardino della casa accanto, dove vivono Konrad e la sua nuova moglie Eybjorg.
La lite inizia con toni pacati per poi passare alle offese, alla sparizione di animali domestici e alla violenza fisica. Mentre i quattro vicini sono in guerra Atli cerca disperatamente di farsi perdonare dalla moglie e ricongiungersi con sua figlia. Le due storie si svolgono parallelamente intrecciandosi tra loro.
L’albero del vicino – Analisi in breve
L’albero del vicino racconta una storia quotidiana, un banale litigio che degenera fino ad arrivare ad una serie di rappresaglie inimmaginabili. Il punto di forza del film è la comicità di fondo unita al dramma che sfocia lentamente nel grottesco. Tutto inizia da situazioni più o meno risolvibili, sia le problematiche in famiglia che quelle tra vicini. Con lo sviluppo della trama la lite per l’albero si trasforma in una di quelle interminabili guerre di principio, dove spesso si perde di vista anche il motivo per cui sono iniziate le ostilità.
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Sembra quasi di assistere a una di quelle scene della vita reale, come quando si legge sui giornali che una contesa per un parcheggio auto è finita clamorosamente in rissa. La stessa cosa avviene nel film di H. Gunnar Sigurðsson. Il regista ci mostra come si potrebbe facilmente risolvere il problema in maniera diplomatica: ad esempio spostando la sdraio dove la signora Eybjorg prende il sole, oppure semplicemente potando un pò l’albero. Ma è proprio la componente psicologica, la lotta di principio, a far perdere la ragione ai personaggi scatenando una vera e propria guerra tra vicini.
“la guerra tra nazioni altro non è che una disputa tra vicini su scala molto più grande”
L’albero del vicino è un film sui rapporti tra le persone, una storia che critica la tendenza sempre più comune di anteporre i propri interessi alla pacifica convivenza ed al rispetto altrui. Tutto è visto in chiave ironica e metaforica perché forse come sottolinea lo stesso regista “la guerra tra nazioni altro non è che una disputa tra vicini ma su scala molto più grande”.
Dal punto di vista tecnico la pellicola si giova di un’ottima regia con una fotografia ricca di grigi “sporcata” da un bel rosso nella parte finale del film. Il ritmo è quello lento del dramma ma a tratti anche del thriller con una bella colonna sonora incalzante. L’albero del vicino è uno di quei film che acquista valore e significato solo dopo aver visto il finale, degna chiusura di una trama come questa. Alla fine il messaggio è chiaro, il film riesce ad arrivare dove vuole arrivare..
Conclusioni
Una storia quotidiana che assume toni grotteschi ed irrazionali; un film sicuramente non per tutti ma più adatto a chi voglia sperimentare qualcosa di originale e molto particolare. Sebbene inizialmente poco scorrevole tutto acquisisce un senso nella seconda parte.
Vi lasciamo al trailer italiano del film, buona visione.
7
The Good
- Regia e Fotografia
- Colonna sonora
- Il senso del film arriva molto bene
- commistione di generi ben riuscita
- un grande finale
The Bad
- troppo fermo nella prima metà
- un film non adatto a tutti