L’Amica geniale 3: recensione della terza stagione della serie tratta dai romanzi di Elena Ferrante
Nuovo capitolo della serie Rai sulle vicende di Elena e Lila sullo sfondo di un'Italia in pieno fermento
Torna dopo due anni di attesa la serie Rai tratta dai romanzi di Elena Ferrante e ideata nel 2018 da Saverio Costanzo. Questo nuovo capitolo mette in scena il terzo volume della tetralogia: Storia di chi fugge e di chi resta. È un momento di grande svolta per la storia delle protagoniste, soprattutto per Elena. Questa è però anche l’ultima stagione che vedrà Lila ed Elena con i volti di Gaia Girace e Margherita Mazzucco. Le due furono scelte per dare vita alle loro controparti letterarie quando avevano poco più di 13 anni. Nonostante la giovane età si sono dimostrate fin da subito eccellenti nei loro ruoli. L’Amica geniale 3 di cui vi approcciate a leggere la recensione, copre l’ arco temporale di tutti gli anni ’70 in cui le due rimangono anche ad interpretare le versioni più adulte dei loro personaggi.
Se la seconda stagione era dedicata al personaggio di Lila, questa terza è tutta per Elena. Margherita Mazzucco brilla nell’interpretarla così come Gaia Girace era riuscita a cogliere quel carattere indefinibile di Lila. Le loro vite sono separate e le strade sono diverse eppure quel filo invisibile che le lega non sembra spezzarsi. Sono sempre lì l’una per l’altra ad aiutarsi in ogni modo possibile e ogni qual volta ne hanno bisogno. Daniele Luchetti prende in mano il timone della regia sostituendosi a Saverio Costanzo e regala una stagione emozionante, ricca, vitale e palpitante in cui Elena soffre ma sboccia allo stesso tempo. Immersa nel contesto storico si fa portavoce di esigenze sociali che si scoprono più attuali di quanto si credesse.
Indice:
- La Trama
- “Perché chi sono io se tu non sei brava?”
- “Dovevo ricominciare a diventare, ma per me, da adulta, fuori da lei”
- Considerazioni tecniche
- Conclusione
La Trama – L’Amica geniale 3 recensione
Elena ha appena pubblicato il suo romanzo e a Milano ri-incontra Nino Sarratore. Un incontro che la mette in crisi e incrina, dentro di se, il piano per il suo futuro. Pietro Airota è intenzionato a sposarla e la notizia riempie di orgoglio la famiglia di Elena. Mentre la sua vita procede in questa direzione, Lila continua a lavorare in un salumificio di periferia e vive con Enzo e Gennarino. Dopo la rottura con Stefano Carracci e tutto il Rione non si dedica ad altro. Ma lavora troppo e ne risente fisicamente. Sulle condizioni di lavoro pessime in cui è costretta ad operare interviene proprio Elena che decide di denunciare con il suo potere e la sua influenza di scrittrice. Lila decide poi di entrare nei sindacati per denunciare tutto questo e smascherare un sistema ingiusto e sessista.
Nel frattempo Elena si sposa con Pietro e cominciano a costruire una famiglia. Tuttavia il ruolo di madre e di donna della casa le sta sempre più stretto. Ha le sue ambizioni ma non riesce a raggiungerle come vorrebbe. La sua indipendenza, che cerca di rivendicare scrivendo, non viene vista di buon occhio da Pietro. L’uomo, nonostante si dica favorevole a far si che Elena abbia più spazio, non sembra garantirglielo. Le protagoniste vivono tutto questo attraverso gli inizi degli Anni di Piombo, da cui l’Italia sarebbe stata sconvolta. Il passato del Rione e la vita tra quelle strade torneranno nella vita di Elena nonostante lei cerchi di scapparne. Lila tornerà nella sua vita come un’ombra dalla cui scia deve uscire, ma di cui continua ad avere una viscerale necessità. Ricambiata.
“Perché chi sono io se tu non sei brava?”
Anche ne L’Amica geniale 3 di cui leggete la recensione, viene ribadita la viscerale complessità del rapporto tra Elena e Lila. Fin dall’inizio Lila ha incantato e ammaliato chiunque entrasse nella sua orbita, Elena invece rimaneva nell’ombra. Comincia ad uscirne quando prova a seguire la sua strada. Scrive un libro, si fidanza con Pietro, si costruisce una vita per cui tutti al Rione proverebbero invidia. Eppure Elena torna sempre da Lila. Ha bisogno del suo parere per il romanzo, ma più di tutto, della sua approvazione. Il romanzo, così come la sua affermazione come donna indipendente, sembrano quasi non valere come successi isolati, ma sono messi in moto dalla necessità di Elena di dimostrare al mondo, e a se stessa, di essere migliore di Lila. C’è affetto e fiducia tra di loro perché Lila non permette a nessuno di entrare nella sua vita: solo a Lenù.
Ma per Elena mescolata a quell’affetto e ammirazione c’è la competizione. Deve essere migliore di Lila agli occhi di tutti. Così quando Lila è per la prima volta indifesa, Elena sente il potere scorrere nelle sue vene: per una volta è lei quella più “importante”. Ed è sempre grazie a Lila che torna a scrivere. E da lei va per sapere se il romanzo va bene o no. E Lila con dolore, tanto per se stessa quanto per Elena, ammette che il romanzo è brutto. Non è da lei. Non è da Elena, che cercando di essere meglio di Lila, ha finito per essere ciò che la sua amica non avrebbe mai voluto. Sembrano essere indissolubilmente legate. Lila vive attraverso Elena quella vita che non ha potuto avere, mentre Elena vive la sua vita per dimostrare di potere essere di più di ciò che Lila sarebbe stata.
“Dovevo ricominciare a diventare, ma per me, da adulta, fuori da lei”- L’Amica geniale 3 recensione
Continuiamo ad analizzare L’Amica geniale 3 nella nostra recensione concentrandoci sulla figura di Elena. La narrazione si focalizza sulla sua vita, dai primi successi fino al matrimonio. Le sue vicende personali si dipanano sullo sfondo di anni che si rivelano centrali per il nostro paese. Le contestazioni studentesche del ’68, le prime manifestazioni dei movimenti femministi, ma anche gli Anni di Piombo. Lei è l’unica che, allontanatasi dal Rione, può avere una vita diversa. Sulle sue spalle la famiglia ha riversato le speranze per un futuro nuovo, lontano da quel mondo. Ma la sua indipendenza ha negato quella dei suoi fratelli e della sorella Elisa che sono invece rimasti lì. Nel suo scappare c’è anche il desiderio, impellente a tratti soffocante, di essere diversa delle donne del Rione, soprattutto da sua madre. Per questo cerca di mantenere la sua indipendenza sia come donna che come intellettuale.
Questa scelta causerà attriti con il marito Pietro che la vuole a casa e che mette davanti alla cura delle proprie figlie e al rispetto per la libertà di Elena, le proprie esigenze. Ma Elena trova un modo per esprimersi, lo fa con i romanzi, lo fa con la partecipazione alle manifestazioni. Si schiera attraverso le sue parole e facendo sentire la sua voce sulle questioni sociali. Afferma la sua libertà lottando per la pillola anticoncezionale, che cerca di ottenere per se e per Lila, simbolo della rivoluzione della libertà sessuale delle donne. E sarà questo il tema di uno dei suoi romanzi: il modo in cui gli uomini vogliono costruire le donne. Elena si autoafferma e prova a costruire una se tutta nuova: non la Lenù dal Rione, non l’amica di Lila, non la moglie o la madre. Anche lei si ribella come Lila, ma è una ribellione delicata e silenziosa.
Considerazioni tecniche
Un altro aspetto fondamentale di cui dobbiamo discutere nella nostra recensione de L’Amica geniale 3, è il lato tecnico. Per questa terza stagione Daniele Luchetti dirige altri otto episodi carichi di contenuto e di eventi storici. La sua regia alterna scene in esterna che ci mostrano il contesto storico con tantissimi primi piani su Elena. Le prime riescono anche a trasmettere quelle sensazioni di angoscia ma anche di cambiamento che permea quegli anni. Nelle seconde invece Margherita Mazzucco regala quella che è indubbiamente la sua performance migliore. Non solo i costumi la rendono più adulta, ma anche un eccellente lavoro di espressività. Con essa trasmette sicurezza e la capacità di sollevare il velo delle insicurezze dagli occhi dell’Elena ragazza. Anche Gaia Girace che, sebbene abbia brillato nella stagione precedente e abbia meno spazio in questi episodi, dimostra, ancora una volta, di essere riuscita ad incarnare Lila.
Anche lei è diversa e tutta da modellare. Ci mostra per la prima volta una debolezza fisica più che psicologica ed emotiva. Ma allo stesso tempo la sua ambizione, la sua forza e quella sua intelligenza maligna, come la definisce Pietro, la guida e la rende se stessa e unica nel suo genere, da amare o odiare. La sceneggiatura, scritta dalla stessa Elena Ferrante, Francesco Piccolo, Laura Paolucci e Saverio Costanzo, è solida e ben strutturata. Il ritmo narrativo, che può apparire lento, tiene incollati però allo schermo gli spettatori che vogliono sapere cosa accadrà. Ottimo quindi il lavoro di adattamento al contesto storico e alla vicende sociali di cui Elena e gli altri sono protagonisti. Eccellente il lavoro fatto sui costumi e la ricostruzione dei luoghi. La qualità della serie non è messa in discussione, sotto nessun punto di vista, ne viene semmai esaltata di più.
Conclusione – L’Amica geniale 3 recensione
Giunti alla conclusione della nostra recensione de L’Amica geniale 3, senza alcun dubbio, ne consigliamo la visione. Questa terza stagione è imperdibile per gli amanti della saga e della scrittura della Ferrante. Danile Luchetti porta sullo schermo un periodo difficile e di transizione dell’Italia che specchia quello delle protagoniste. La sua regia è attenta e pervasa dei toni più caldi e dai colori pastello della Firenze degli anni ’70. Colori quasi accoglienti e rassicuranti che entrano in netto contrasto con il grigiore del Rione che pervadeva le prima stagioni. Le performance di Gaia Girace e soprattutto di Margherita Mazzucco sono state come sempre il fulcro della stagione. Ottima anche la resa dei contenuti trattati: la libertà femminile, il desiderio di affermazione di Elena, l’ambizione di Lila e la lotta per i diritti degli operai.
Poi ancora le lotte intestine tra fascisti e comunisti, il patriarcato, il controllo sulle donne e i loro ruoli diversi tra piccole realtà e grandi città. Si è riusciti a contestualizzare le vicende di quegli anni, ne relegandole sullo sfondo ne mettendole troppo in primo piano. L’Amica geniale 3 si dimostra di nuovo non solo un prodotto di qualità, ma anche molto attuale sia nell’affrontare problemi sociali che nel raccontare le vicende delle protagoniste. L’unico difetto? Pochi episodi forse per una storia di cui gli spettatori sembrano non averne mai abbastanza. Dal 28 febbraio la serie va in onda anche in America su HBO confermando l’apprezzamento del pubblico e della critica oltreoceano.
L'Amica geniale 3
Voto - 9
9
Lati positivi
- Ottima la sceneggiatura che bilancia vicende personali con il contesto storico
- Eccellente Margherita Mazzucco
- Tematiche importanti trattate con intelligenza e di grande attualità
Lati negativi
- Pochi episodi