L’amica geniale 4: recensione della stagione finale della serie tratta dai romanzi di Elena Ferrante
L'ultima imperdibile stagione esplora le ambizioni, i desideri e le imperfezioni delle due protagoniste
L’Amica Geniale 4 è l’attesissima stagione finale di una delle serie tv più apprezzate da pubblico e critica degli ultimi anni. Un prodotto italiano ma realizzato con compagnie americane che ha scalato le classifiche e ha conquistato il pubblico di tutto il mondo. Tratto dalla tetralogia di Elena Ferrante, il prodotto seriale ha portato sullo schermo i quattro libri con stagioni sempre qualitativamente ottime sebbene con qualche piccola eccezione. Un prodotto che racconta non solo un’amicizia ma un intero microcosmo che è al suo interno un macrocosmo. Se infatti le protagoniste sono Lila e Lenù, con la loro amicizia intorno a loro c’è il Rione che si prende la scena.
L’Amica geniale è un prodotto così culturalmente rilevante e incisivo tanto da essere stato decretato come Miglior libro del Ventunesimo secolo dal New York Times. Il lavoro sul piccolo schermo, come accennato, è sempre stato di ottima qualità e vi si sono alternati registi e attori: da Saverio Costanzo ad Alice Rohrwacher, Daniele Lucchetti e infine Laura Bispuri. Sono nate due promettenti stelle: Gaia Girace e Margherita Mazzucco che hanno dato il volto alle protagoniste per le prime tre stagioni e hanno passato il testimone ad Alba Rohrwacher e alla rivelazione assoluta che è stata Irene Maiorino. Scopriamo cosa ha funzionato e cosa meno ne L’amica geniale 4 recensione.
Indice:
- Storia della bambina perduta
- La scrittrice, la donna: Elena Greco
- La fragilità di Lila
- “Tu mi aiuti a stabilire i nessi tra le cose distanti” – “Quando so che ti servo mi sento meglio”
- Un capitolo non privo di difetti
L’amica geniale 4 recensione – Storia della bambina perduta
L’amica geniale 4 recensione riprende dalla fine della precedente: Lenù ha lasciato Pietro e le figlie per scappare con Nino Sarratore. I due vivono ora il loro amore nonostante gli avvertimenti di Lila. Elena però è sorda a qualunque richiamo: con Nino si sentono invincibili e nulla conta più di loro insieme. Questo amore finalmente sbocciato la porta a perdere la percezione della realtà venendo meno al suo ruolo di madre, di figlia e soprattutto di donna e di quel modello che dipinge nei sui romanzi. Tornano al Rione e qui provano a vivere insieme costruendo una famiglia che però precipita sotto un tonfo di macerie. Sempre al Rione Elena ritrova Lila che si contende il dominio con i Solara, eterni nemici. Le due donne tra rivalità, gelosie ma anche spietata onestà, navigano la vita adulta sempre l’una al fianco dell’altra.
L’amica geniale 4 recensione – La scrittrice, la donna: Elena Greco
Ogni stagione sembra essere dedicata o ad Elena o a Lila e quest’ultima si divide per entrambe. Il percorso che fa Elena è un’estensione di quell’emancipazione iniziata nella terza stagione. Un sentiero che è però oscurato dall’ombra di un amore che la annebbia completamente e la trasforma in una persona incoerente. Per via dell’amore verso Nino rimette in discussione la sua identità di madre e di donna. Cresce le figlie senza continuità ma con una grande libertà di espressione e di pensiero. Tradisce, non senza dolore, le aspettative della madre con la quale ha da sempre avuto un rapporto complesso che evolve, da conflittuale a simbiotico, fino a portarsi dentro di se parti di lei.
Lotta per affermarsi come scrittrice, per far sentire la propria voce e per poter dire il nome di nessuno è diventato di qualcuno, sancendo l’importanza del cognome Greco. E ancora si scontra con l’ambizione del successo: lei che è cresciuta nel rione è l’unica ed esservi tornata dopo averlo lasciato, è l’unica a guardarlo con occhi diversi e a ritrarlo nel suo libro suscitando apprezzamento al di fuori dei suoi confini, malcontento al loro interno. È un’Elena controversa, sfaccettata, troppo spesso ingenua e incoerente, fragile ma da tutto questo ne esce anche più forte, più determinata e assertiva. Tutto questo anche grazie alla costante tensione e all’affetto che la lega a Lila nella cui ombra passa da figlia a madre.
L’amica geniale 4 recensione – La fragilità di Lila
Il personaggio indubbiamente più complesso e machiavellicamente affascinante è quello di Lila. La versione a cui da vita Irene Maiorino con una performance onestamente difficile da definire (ogni aggettivo sembra riduttivo) è una Lila più fragile, più dolce che lo spettatore vede per la prima volta. Si è affermata come punto di riferimento nel rione con Enzo e viene rispettata e temuta quasi quando i Solara. Ed è la sua “cattiveria”, quella che le brucia dentro come un fuoco, a tenerla salda e a permetterle di affrontare a testa alta i nemici. Nel quarto episodio c’è uno dei momenti più belli di questo personaggio di cui emerge appunto la complessa fragilità.
Mostra come dietro alla facciata di compatta durezza ci sia un precario gioco di fili intrecciati legati sapientemente insieme e che se tirati si sfaldano e le fanno perdere il controllo. Ed è sempre e solo ad Elena che Lila mostra questo lato di se, ad Elena che la accetta nella sua duplicità, non la giudica e non la lascia cadere giù. Un’interpretazione sublime che alza ancora di più l’asticella nella fine della stagione dove Lila perde se stessa e diventa un’ombra, dove non desidera altro che sparire e cancellarsi, tirare i suoi stessi fili e smarginarsi.
L’amica geniale 4 recensione – “Tu mi aiuti a stabilire i nessi tra le cose distanti” – “Quando so che ti servo mi sento meglio”
L’Amica geniale ha rappresentato un’amicizia unica nel suo genere. Un rapporto di sorellanza che nasce nell’infanzia e che sopravvive e si rigenera nel corso degli anni. È un rapporto viscerale, che affonda nei sentimenti più puri ma anche in quelli più spietati. Lila e Lenù sono legate da tante cose: dal desiderio di scappare dal rione, dalla necessità di autodeterminarsi, dall’affetto, dalla complementarietà, dalla gelosia, dall’ambizione e dalla competizione. Non ci sono sconti: Lila a volte è cattiva ed Elena è spesso remissiva. Ma più crescono più si scoprono complementari: Lila vive attraverso Elena ed Elena – stimolata da Lila – cerca di essere di più di ciò che Lila sarebbe stata.
Una rivalità fisica non solo psicologica che Elena percepisce anche nel rapporto con Nino. Lo spettro del rapporto tra lui e Lila si staglia tra quello che Elena ha con lui. C’è nel confronto tra le loro vite: Elena ha successo come scrittrice ma poi c’è Lila che è rispettata in tutto il rione; Lila può essere una madre migliore di lei, una donna più bella e più affascinante. All’opposto di tutto questo c’è invece la simbiosi, la complementarità, la condivisione. Le figlie di una sono le figlie dell’altra, Elena sorregge Lila per non far si che le cose si sfaldino; Lila permette ad Elena di connettere gli eventi, le cose, le fa liberare l’intelligenza e come sempre – e da sempre – Elena si innesca solo dopo l’approvazione di Lila. Come dice in una delle scene più belle della serie:
[…]essere adulta è riconoscere di aver bisogno delle spinte di Lila. Io ero io e proprio per questo motivo potevo farle spazio in me e darle una forma resistente. Lei invece non voleva essere lei quindi non sapeva fare lo stesso.
L’Amica Geniale 4 recensione – Un capitolo non privo di difetti
Ne L’Amica geniale 4 recensione vediamo come la stagione sia meno politica rispetto alla precedente. C’è più un’analisi del microcosmo rappresentato dal Rione con i suoi spazi prepotentemente occupati dai Solara e dalla loro parola che è legge. Lo spazio che viene sconvolto dal terremoto e dall’economia del crimine e della droga. Il cambio cast e la scelta di alcuni attori per interpretare le versioni adulte sono risultate inadeguate. Ci sono poi alcuni salti temporali che senza essere ben esplicitati confondono lo spettatore che non ha letto i libri. Alba Rohrwacher veste i panni di Elena con un’accento poco marcato, una scelta che per alcuni può essere inadeguata, anche se in fondo Elena è quella che cerca di sradicarsi di più dal rione e il mancato uso del dialetto è un modo di farlo.
Irene Maiorino ha lavorato egregiamente su Lila fino a portare dei tratti, dei gesti e persino il tono della voce che molte volte ricorda Gaia Girace. È lei il successo più grande di questa quarta stagione. La regia è molto attenta nella comunicazione. Con primi piani e primissimi piani mostra le emozioni, le espressioni e la fisicità concreta di certe situazioni. Il lessico della serie è simile a quello dei libri con un linguaggio di guerra, di resa, animalesco e di territorialità che contribuisce ad ancorare e rendere tangibile quello che accade. Ci sono tanti temi tra cui spiccano l’amore tossico, la manipolazione, l’uso della cultura come strumento e poi la maternità: un vero e proprio macrocosmo. Insomma L’Amica geniale 4 recensione è senza dubbio uno dei gioielli della nostra serialità, ogni episodio è un gioellino confezionato per il suo pubblico che viene ammaliato con l’incantevole storia di due amiche geniali.
L'Amica geniale 4
Voto - 7.5
7.5
Voto
Lati positivi
- Eccellente Irene Maiorino nei panni di Lila
- Tematiche sempre attuali e rappresentate in modo realistico
- Bellissima la rappresentazione del rapporto tra le protagoniste che non perde l'intensità con il cambio cast
Lati negativi
- Alcune scelte nel cambio cast sono state poco adeguate rispetto alla stagione precedente
- Alcuni salti temporali decontestualizzati possono confondere lo spettatore