L’Armata delle Tenebre – La Recensione del film di Sam Raimi

Dopo i festeggiamenti per il 25 anniversario dell'uscita, ecco la recensione de "L'Armata delle Tenebre" di Sam Raimi con Bruce Campbell

Capitolo conclusivo della trilogia cinematografica pop-horror di Sam Raimi, “L’Armata delle Tenebre“, interpretato da Bruce Campbell, è ormai un cult assoluto. Osannato dai cinefili di tutto il mondo, è uno strepitoso frullato di tutto il Cinema di Genere amato dal cineasta americano. Dopo i festeggiamenti di rito per il 25 anniversario dell’uscita, avvenuti lo scorso anno, è il momento di dedicare a questo Classico una recensione come si deve!

“L’Armata delle Tenebre” – La Recensione del film di Sam Raimi

“Mi chiamo Ash…reparto ferramenta”

Chi scrive ha un enorme debito di gratitudine nei confronti di questo film. Visto in una saletta di periferia all’età di 12 anni ha cambiato la personale percezione di cosa significhi Cinema di Intrattenimento. “L’Armata delle Tenebre” è uno degli esempi più fulgidi e riusciti di come sia possibile raccontare una storia divertendosi e facendo divertire. Sam Raimi, all’epoca poco più che trentenne, riesce a riversare il suo amore nei confronti dei film con i quali è cresciuto in una pellicola folle e divertente, frullando generi molto diversi tra loro. Ad aiutarlo nell’impresa c’è il suo attore feticcio (ed ex-compagno di banco al liceo) Bruce Campbell nei panni dell’ottuso Ash Williams, pigro impiegato del reparto ferramenta di S-Mart.

Dopo l’horror a basso costo de “La Casa” (1982) e la contaminazione ironica in “La Casa 2” (1987), Raimi alza il tiro e aggiunge al mix un’ambientazione fantasy! Il prode Ash, sopravvissuto allo scontro con le forze del male, viene catapultato nel 1300. Qui viene scambiato per un eroe da leggenda e mandato a compiere la più pericolosa delle missioni: ritrovare il Libro dei Morti Necronomicon, responsabile di tutte le sue sciagure. Non sarebbe un’impresa così complessa se non fosse per un piccolo dettaglio: Ash è un dannato idiota! Commette ogni genere di errore e si ritrova ad affrontare un esercito di scheletri guerrieri capitanati da un suo alter-ego malvagio. Ironicamente si ritroverà a vestire i panni dell’eroe per risolvere un’apocalisse da lui stesso generata!

Dammi un po’ di zucchero, baby

L’Armata delle Tenebre” racchiude le due anime di Sam Raimi. Da una parte il citazionismo a 360 gradi e il costante omaggio al Cinema e ai fumetti con cui il regista è cresciuto; dall’altra l’evoluzione del suo personale stile narrativo e della sua perizia tecnica. Carrelate sghembe, accelerazioni, soggettive improbabili, cambi di tono…un ottovolante spericolato e dannatamente divertente!

L'armata delle tenebre recensione film Sam RaimiA svettare è il personaggio di Ash a cui Bruce Campbell dona il mascellone e un’intensità quasi sempre fuori luogo. Uno spaccone che crede di essere un eroe e che, in 90 minuti di film, non ne azzecca una. Per quanto, nel terzo atto, riesca a diventare il guerriero che tutti si aspettano è ammirevole il modo in cui Raimi e Campbell amino mettere in cattiva luce questo personaggio. Ash vaga per il Medioevo come un imbecille patentato e ignora ogni suggerimento altrui per poi pentirsene! Ogni stereotipo dell’avventuriero viene sovvertito e il risultato è una brillante rappresentazione dello stolido “Americano Medio” alle prese con realtà a lui sconosciute. Raramente si è vista una storia in cui il destino dell’umanità è affidato a un idiota che si crede un genio e in questo ribaltamento degli stereotipi sta una delle novità più rilevanti messe in campo dal film.

Al fianco di Bruce Campbell troviamo però Embeth Davidtz, attrice americana all’epoca sconosciuta. Dolce ed innocente verrà sottoposta a ore di trucco per trasformarsi in una crudele strega nel terzo atto. A dimostrazione dell’occhio lungo del regista, la giovane Embeth verrà scelta pochi anni dopo da Steven Spielberg per “Schindler’s List”.

“Possiamo battere quell’ammucchiata di ossa…con la Scienza!”

L’Armata delle Tenebre” è il tipo di pellicola “ponte” per numerosi cinefili o potenziali tali. Guardarlo significa affacciarsi a un’epoca in cui il Cinema di Genere era figlio dell’approccio artigianale, soprattutto nel campo degli effetti speciali. Raimi adotta la stop-motion in omaggio al suo maestro Ray Harryhausen e lo cita spudoratamente con gli scheletri guerrieri presi in prestito da “Gli Argonauti” (1963). Vogliamo, inoltre, ricordare la formula “Klaatu Verata Nikto” che Ash deve pronunciare prima di impossessarsi del Necronomicon e che, ovviamente, sbaglia in pieno? Anche quella è una citazione di “Klaatu Barada Nikto“, parola d’ordine per comandare il robot di “Ultimatum alla Terra” (1951).

Menzione d’onore per la battaglia finale che si svolge durante l’assedio di un castello. Sotto gli ordini di Ash, assistiamo a una sequela di scene che mescolano trovate visive vecchie e nuove. Raimi padroneggia la prima sequenza “epica” della sua carriera (i tempi di “Spider-Man” sono ancora lontani”) e lo fa con un ritmo prodigioso.

A distanza di 25 anni dall’uscita (e con una nuova spettacolare edizione in dvd disponibile) è quasi commovente rivedere la grazia e la divertente ingenuità di un simile film. Prodotto esclusivamente per amore del genere ha segnato una leva di cineasti di cui fanno parte, tra i tanti, Edgar Wright e Peter Jackson. Il personaggio di Ash è diventato un’icona recentemente celebrata anche in una serie Tv di cui, a breve, partirà la terza stagione. Grazie a questo film, insomma, molte generazioni ritengono che il loro Eroe Cinematografico di Riferimento sia un cafone con una motosega al posto della mano…e non è una chiusura meravigliosa per la nostra recensione?

 

 

 

L'Armata delle Tenebre

Voto - 8

8

Lati positivi

  • Strepitosa commistione di generi e toni
  • Bruce Campbell crea un'icona di Genere

Lati negativi

  • Alcuni spettatori potrebbero trovarlo "datato"

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