Leopardi – Il Poeta dell’infinito: recensione della miniserie diretta da Sergio Rubini su Rai 1
Una mini-serie che esalta la figura del poeta italiano con un ritratto fragile ma ribelle
Leopardi – Il poeta dell’infinito recensione è una miniserie in due puntate che racconta la vita del famoso poeta italiano. Diretta da Sergio Rubini e presentata alla Festa del Cinema di Venezia lo scorso settembre, la serie si propone – nelle parole del regista – di raccontare una versione diversa del poeta rispetto a quella che è presente nell’immaginario collettivo. Emerge infatti il desiderio di vivere, di sperimentare e di sentire da parte del piccolo Giacomo prima che queste necessità fossero soppresse dalle ambizioni dell’austero padre. La sceneggiatura è curata da Carla Cavalluzzi, Angelo Pasquini, Sergio Rubini mentre il cast è guidato dal giovane Leonardo Maltese che riesce a incarnare la fragilità spirituale – ma soprattutto fisica – di Giacomo Leopardi.
Nei panni del padre, il Conte Monaldo Leopardi, c’è Alessio Boni, granitico ed eccellente come sempre; in quelli dell’amico Antonio Ranieri, Cristiano Caccamo e l’adorata Fanny Targioni Tozzetti ha invece il volto di Giusy Buscemi. Fausto Russo Alesi da il volto allo scrittore Pietro Giordani e mentore di Leopardi mentre Alessandro Preziosi è Don Carmine. La miniserie, da una parte, sembra essere riuscita nel tentativo di presentare un Giacomo diverso agli spettatori, mentre dall’altra si perde nella romanticizzazione eccessiva del rapporto tra i personaggi. Analizziamo meglio Leopardi – Il poeta dell’infinito recensione.
Indice:
- Il genio ribelle
- Il tentativo di emergere
- “L’arte richiede una certa dose di ipertrofia”
- “Anima mia, come sono fortunato ad avere te”
Leopardi – Il Poeta dell’infinito recensione: Il genio ribelle
Attraverso dei flashback Leopardi – Il Poeta dell’infinito recensione ci racconta la vita di Giacomo Leopardi. Cresciuto da due austeri, rigidi e religiosi genitori, Giacomo viene presentato come un bambino ribelle, desideroso di sentire la terra sotto i piedi, di toccare con mano la sua infanzia come ogni altro bambino, ma l’opprimente protezione del padre lo costringe ad osservare tutto ciò dall’alto delle sue finestre. Ed è proprio il Conte Monaldo a forgiare, esattamente come un ferro caldo, la mente e il genio del figlio. In nome del passato e del prestigio della famiglia che è baluardo della cultura greca e latina, il Conte lo spinge a leggere e studiare ogni libro presente nella sua vasta biblioteca e così Giacomo diventa un enfant prodige lodato da tutti.
Le conseguenze dirette non sono solo un isolamento dal mondo o l’assenza di qualunque piacere ma anche una salute precaria ad appena 19 anni che lo segnerà per la vita. Quando però questa vena ribelle trova la forza di emergere Giacomo si lancia nella vita. Intrattiene rapporti epistolari con i maggiori intellettuali dell’epoca e il suo pensiero viene lodato e acclamato ovunque; le sue idee politiche, in contrasto con quelle del padre, infiammano i ribelli contro gli Austriaci; le sue poesie infiammano gli ideali amorosi delle dame e conquistano la scena letteraria italiana. Sullo sfondo di tutto questo Giacomo anela ad ogni forma di bellezza, che sia quella delle sue parole, della Natura e delle donne. Fondante sarà l’incontro con Antonio Ranieri così diverso da lui ma così affine nell’anima che gli rimarrà accanto fino alla fine.
Leopardi – Il Poeta dell’infinito recensione: Il tentativo di emergere
Uno dei rapporti centrali nella vita di Giacomo Leopardi fu quello con il padre, il Conte Monaldo, nella serie interpretato da Alessio Boni. L’uomo è un monarchico convinto, legato al prestigio della sua famiglia, intellettuale, profondo conoscitore della cultura greca e latina che trasmette, o meglio impone al figlio quando comprende la portata del genio di Giacomo. L’opprimente convinzione di sapere cosa fosse meglio per il figlio si trasforma quasi in un’ossessione: rendere Giacomo ciò che lui non è riuscito ad essere, proteggerlo nella bolla della biblioteca che è allo stesso tempo luogo di libertà e prigione.
L’ottusa convinzione che questo fosse il destino di un bambino forgiano Giacomo nella sua precaria salute, dalla vista, alla gracilità fisica e l’asma. I sette anni di studio matto e disperatissimo. Nei suoi primi anni da adulto, con un futuro diretto verso al carriera ecclesiastica, Giacomo si ribella e aggirando la censura del padre intrattiene rapporti epistolari con intellettuali che riconoscono ed elogiano il suo pensiero e le sue opere. Così finalmente con il supporto di Pietro Giordani – intellettuale controverso – Giacomo trova chi lo ascolti davvero, riesce a respirare ed uscire dal controllo per determinarsi. Visita Bologna, Firenze, conosce uomini e donne che lo elogiano e comprendono la portata del suo pensiero.
Leopardi – Il Poeta dell’infinito recensione – “L’arte richiede una certa dose di ipertrofia”
In Leopardi – Il Poeta dell’infinito recensione è con questa frase che Giacomo riflette sulla potenza dell’arte e del talento. Consapevole di come la propria mente sia l’organo che ha più allenato, e che lo ha reso chi è, a discapito della fragilità del suo corpo. Ed è così che si è fatta strada l’immagine collettiva di Leopardi, questo grande ma fragile genio. Come accennato la serie parte dal presupposto di voler smentire l’immagine di un bambino perennemente triste. Lo mostra invece vivace e ambizioso e che si trasforma in un uomo che non scende mai a compromessi piegando i propri ideali, ma che deve convivere con questa fragilità fisica che lo devasta.
Sotto questo punto di vista la serie dedica poco spazio ad approfondire il suo pensiero, accennando comunque alle sue idee, concentrandosi invece di più sulle poesie. Ci sono dialoghi in cui emerge il suo pessimismo, il suo ateismo e le idee repubblicane in contrasto con i monarchici, il suo rapporto con la Natura e poi lo struggente dolore provocato dall’amore. L’amore come inno alla bellezza, alla più sublime forma di questa nelle parole dirette a Fanny, donna amata da Giacomo. E poi il dolore di quella stessa bellezza che si rivela nella crudeltà di un amore non corrisposto.
Leopardi – Il Poeta dell’infinito recensione: “Anima mia come sono fortunato ad avere te”
Altra figura determinante nella vita di Leopardi è stata quella di Antonio Ranieri che viene mostrato in Leopardi – Il Poeta dell’infinito recensione. Amico leale e fedele, descritto dall’attore che lo interpreta come il “suo agente letterario”, Ranieri è la persona che è stata più vicina al poeta fino alla fine. La serie gioca sulla natura di questa amicizia che può essere letta in modo diverso, ciò che mi ha colpito più di tutto però è stata la solida e granitica lealtà che li legava. Antonio non si è solo preso cura di lui e della sua salute, ma lo ha spronato, lo ha aiutato e non ha mai smesso di credere in lui e nella sua poesia e nel suo futuro. L’interpretazione del rapporto lo rimetto a chi guarda, ciò che emerge è la profondità di questa connessione che nessuno dei due ha mai voluto sacrificare ma che ha anzi eretto sull’altare della fedeltà.
Giunta alla conclusione di Leopardi – Il Poeta dell’infinito recensione non posso non evidenziare il grande successo della serie: Leonardo Maltese. Sebbene Elio Germano abbia fatto un lavoro magistrale nel film Il Giovane Favoloso, credo che Maltese sia riuscito ad incarnare la precaria fragilità del poeta. Con la sua corporatura esile, la statura, i movimenti del corpo, le espressioni e più di tutto la voce sommessa, sussurrata, che in combinazione con la gracilità sembra spingerlo a chiudersi in se stesso, a rimpicciolirsi, ha portato Leopardi dai ritratti allo schermo. Una fragilità fisica che suscita tenerezza. Altro pregio è la fotografia. Unica pecca è stato dedicato troppo spazio al rapporto tra Giacomo, Antonio e Fanny che ha occupato grand parte della seconda puntata. Nel complesso Leopardi – Il Poeta dell’infinito recensione è riuscita ad intrattenere e a ricordarci la ricchezza culturale del nostro paese che meriterebbe di essere esaltata molto più spesso.
Leopardi - Il Poeta dell'infinito
Voto - 7.5
7.5
Voto
Lati positivi
- Bravissimo Leonardo Maltese nel dare vita al personaggio
- Incantevole l'estetica della serie
Lati negativi
- Troppo spazio dedicato al rapporto tra i tre protagonisti invece di approfondire altri aspetti della storia