Linee parallele: recensione del film con Lili Reinhart
È su Netflix, dal 17 agosto, il film diretto da Weanuri Kahiu, con Lili Reinhart
Linee parallele, di cui vi proponiamo la nostra recensione, è un film diretto da Weanuri Kahiu, su Netflix dallo scorso 17 agosto 2022. Si tratta di una pellicola drammatica fantastica, scritta da April Prosser. Alla vigilia della laurea, il destino di Natalie (Lili Reinhart) si divide in due realtà contemporanee. In una, per intraprendere la carriera di disegnatrice, si trasferisce a Los Angeles. Nell’altra, invece, rimane nella propria città per affrontare la maternità. Linee parallele è una sorta di versione moderna di Sliding Doors.
È meno drammatico del film del ’98, ma segue con precisione e sincerità la contemporaneità. Il racconto è abbastanza semplice e lineare. Le due storie, infatti, sono equilibrate e funzionano bene da sole. È invece nel finale che si vede una delle più grandi debolezze di Linee parallele. Dal punto di vista drammaturgico, infatti, è completamente sbagliato. Siamo lontani dalla pellicola interpretata da Gwyneth Paltrow, che è equilibrat, in ogni aspetto di scrittura. Se siete curiosi di conoscere il nostro parere sul nuovo film di Netflix, proseguite nella lettura della nostra recensione di Linee parallele.
Indice
- La protagonista è una ragazza con sogni e problemi sinceri e reali
- Le due realtà funzionano molto bene, compresi i personaggi: il problema è il finale
La protagonista è una ragazza con sogni e problemi reali e sinceri – Linee parallele recensione
Natalie, quindi, si sdoppia. Inconsapevolmente, vive due vite diverse di se stessa. Nel corso della loro rappresentazione, ogni tanto s’incrociano e sembrano avere delle somiglianze. Ma è tutto una toccata e fuga. Ci sono solo due elementi che coincidono nelle due differenti realtà: l’amore e la passione per il disegno. Poi, c’è un aspetto che predomina in una realtà, piuttosto che in un’altra: il rimpianto. Tutti noi, nel corso della nostra vita, ci siamo chiesti più di una volta “cosa sarebbe accaduto se…”. E Natalie se lo chiede, passando dei momenti di crisi, fatti di rabbia e lacrime. La ragazza fa i conti con se stessa, ripensa a ciò che ha deciso e riflette sulla strada che dovrebbe intraprendere nel futuro. E tutto questo appare molto realistico e credibile. Linee parallele, quindi, non offre nulla di particolarmente originale, tutto è già visto. Non solo in Sliding Doors, ma anche in altri film.
Questo non significa che la pellicola non funzioni, anzi, è intelligente. Infatti, c’è un equilibrio tra fantasia, ironia, dramma e romanticismo. La scrittura dei personaggi è ben fatta. Perché essi sono credibili e veri nei loro problemi, nei loro sogni e nelle loro speranze. La protagonista, Natalie, ovviamente, fa da padrona. Il pubblico si trova davanti a una ragazza che, inconsapevolmente, vive una battaglia interiore. Scegliere tra una potenziale grande carriera nell’animazione e una potenziale esistenza da madre. La differenza tra le due realtà createsi si nota anche con l’aspetto estetico di Natalie. Abbigliamento, colori e tagli di capelli differenti. Persino la fotografia sottolinea quanto siano diversi i due destini della ragazza. Quindi, si può dire che alla base dell’opera c’è proprio questo dualismo, ma senza moralismo e senza denuncia. Da non sottovalutare i personaggi che circolano intorno a lei: genitori, migliore amica e fidanzati. È anche grazie a loro che le due storie si riempiono di esperienze vissute da Natalie.
Le due realtà funzionano molto bene, compresi i personaggi: il problema è il finale – Linee parallele recensione
Nel corso della visione di Linee parallele ci si accorge che la regia non spicca per originalità, ma funziona. Le inquadrature sono semplici, pulite ed eleganti. In tutte le scene, i personaggi comunicano i loro sentimenti. Lo spettatore ha il tempo di capire cosa succede e di empatizzare con la situazione. E, poi, tutto è essenziale, non ci sono fronzoli. Se sono presenti dettagli, sono tutti perfettamente funzionali alla situazione. Il regista, quindi, con naturalezza e onestà, trasforma in immagini il copione ben scritto. Ovviamente, a rendere Linee parallele un lungometraggio piacevole è anche l’interpretazione degli attori. Certo, non sono straordinari, ma, durante la visione del film, sono convincenti e credibili. Lili Reinhart, per esempio, è perfettamente a proprio agio nelle due diverse versioni di Natalie. Una ragazza piena di speranze e sogni che vive la propria età come ogni sua coetanea. Compresi i problemi e i dubbi. I suoi movimenti e le sue espressioni facciali non sono mai fuori luogo, ma in linea con i sentimenti da esprimere. Infatti, riesce molto dolce come mamma e determinata come ragazza in carriera. Molto bravi anche Luke Wilson e Andrea Savage, i genitori di Natalie.
Sono due persone che si amano, che adorano la figlia. Sono dalla sua parte e la sostengono. Sono loro a dare quel senso di conforto che pervade nella linea parallela in cui Natalie è mamma. Poi, sempre in questa realtà, c’è questa amicizia molto forte tra la ragazza e Gabe (Danny Ramirez). Un legame che farà da base all’intera storia. Nell’altra linea parallela, invece, il co-protagonista insieme a Natalie è Jake (David Corenswet). Il ragazzo che la farà innamorare, con cui avrà una storia d’amore non priva di incertezze e ostacoli da superare. Un personaggio molto importante che appare in entrambe le linee parallele è Cara (Aisha Dee), la miglior amica di Natalie: ironica, appassionata, dolce e divertente. Uno dei punti fermi per le due esistenze della protagonista. Insomma, Linee parallele è un film che si lascia guardare con piacere, intrattiene e non distrae. Quindi, anche se le due realtà sono totalmente diverse, funzionano bene, fino alla fine. Purtroppo, però, è proprio il finale il grosso problema della pellicola. Senza fare spoiler, si può solo dire che è sbagliato dal punto di vista del racconto. Alcuni spettatori, infatti, potrebbero rimanere delusi da come si chiude il film. Perché, a un certo punto della visione di Linee parallele, ci si aspetta qualcosa che, purtroppo, non arriva mai e questo è un grande errore.
Linee parallele
Voto - 7
7
Lati positivi
- L'interpretazione degli attori
- La scrittura
Lati negativi
- Finale sbagliato