Litvinenko: Indagine sulla storia di un dissidente – recensione della serie con David Tennant
Una storia vera necessaria quanto attuale, ma che mostra più di una forzatura
Al centro di Litvinenko: Indagine sulla storia di un dissidente c’è una tragica storia vera che ha sconvolto l’Europa – in particolare il rapporto tra Italia, Inghilterra e Russia – negli inizi degli anni 2000 in una vicenda che si è trascinata per dieci anni.
La storia di Alexander Litvinenko diventa una miniserie di quattro episodi distribuita in Italia da Sky e Now tv dal 25 gennaio in due appuntamenti settimanali.
Indice
- Tratto da una storia vera
- Un filtro poco accattivante
- Quando la fedeltà narrativa diventa un difetto
- Conclusione
Tratto da una storia vera – Litvinenko , la recensione
Come ci tiene a farci sapere la scritta che introduce tutti gli episodi, Litvinenko è tratta da una vicenda realmente accaduta nel novembre del 2006.
Tutto ha inizio quando Alexander Litvinenko (interpretato da un irriconoscibile David Tennant) è ridotto in fin di vita in un ospedale di Londra e reclama l’attenzione della stampa e di chiunque sia disposto ad ascoltarlo, dichiarando di essere stato avvelenato. Pochi sono disposti a credergli per via del suo passato e dell’uomo che accusa di essere il mandante del suo omicidio: Litvinenko infatti è un ex agente del KGB e sa perfettamente chi lo ha avvelenato e perché.
Sasha – così lo chiamano amorevolmente in famiglia – crede fermamente che sia stato il presidente Vladimir Putin a ordinare il suo avvelenamento.
Dalla morte di Litvinenko che, come lui stesso aveva annunciato, era imminente, l’opinione pubblica e le forze di polizia e servizi investigativi britannici esplodono in quella che è una vicenda che è durata per dieci anni e portata avanti unicamente da Marina Litvinenko (Margarita Levieva) contro un sistema giuridico e politico che ha cercato in tutti i modi di insabbiare la vicenda.
Un filtro poco accattivante – Litvinenko , la recensione
La storia, già di per se intricata, si complica ancor di più a causa della cittadinanza della famiglia russa Litvinenko che, poco prima che Alexander morisse, avevano ottenuto la cittadinanza del Regno Unito, alla scoperta di un attacco chimico nel pieno centro di Londra e dal tergiversare da parte del governo a chi affidare il caso vista la sua natura particolare. Come dicevamo e come è di conoscenza pubblica, al centro c’è una storia vera, ma viene raccontata attraverso un filtro poco accattivante.
Il problema principale è che la serie vuole essere tutto senza però mai concretizzarsi davvero: una spy story, una critica verso la polizia locale che viene dipinta in modo quasi grottesco, un family drama e un racconto di rivendicazione guidato da una vedova che ha dedicato più di dieci anni per aver giustizia per suo marito e per convincere l’opinione pubblica a dargli le attenzioni che meritava. Troppo per appena quattro episodi che si svolgono nella maniera più lineare possibile.
Quando la fedeltà narrativa diventa un difetto – Litvinenko , la recensione
La serie inizia con un proclamo dal retrogusto patriottico che viene bruscamente ribaltato quando le indagini iniziano a farsi davvero serie e tutta Londra è in subbuglio. Mark Bonnar e Neil Maskell non riescono a costruire una vera e propria escalation anche a causa del duo di poliziotti protagonisti che ricalcano il classico stereotipo del poliziotto buono e di quello diffidente, ma dal cuore d’oro. Sasha è fiero di essere inglese e ripone tutta la sua fiducia nella polizia che prende il suo caso in carica dopo che i dottori e lo staff dell’ospedale dove è ricoverato non gli danno nessun credito.
Il suo caso è stato rimbalzato più volte a causa della sua natura e che finisce per essere trascinato per oltre 10 anni. Il disclaimer che accompagna l’inizio di ogni puntata mette in chiaro che le intenzioni di partenza sono quelle di restituire una storia fedele in ogni parte grazie a un profondo studio delle testimonianze e degli eventi che hanno travolto la famiglia Litvinenko, ma, al tempo stesso, avvertono che gli showrunner si sono concessi delle licenze artistiche in onore della narrazione. Delle libertà stilistiche che, al contrario, non arrivano mai.
Conclusione – Litvinenko , la recensione
Litvinenko: Indagine sulla storia di un dissidente appare così più una docuserie, ma con le pretese di essere una serie a tutto tondo senza tuttavia averne la struttura e le fondamenta necessarie, soprattutto per quel che riguarda le critiche mosse al modo in cui sono state condotte le indagini.
Gli showrunner hanno un approccio analitico tale che la storia viene svuotata dei suoi stessi contenuti. Guardandola da un punto di vista essenzialistico, Litvinenko narra la storia di un uomo messo alle strette supportato solamente dalla sua famiglia e che, quando decide di fare la cosa giusta, viene punito per questo, ma prima di tutto non viene nemmeno creduto. Un destino simile è disegnato per l’altra protagonista della storia, Marina Litvinenko che si batte per anni e viene spinta a tacere, una moderna Cassandra che ha riposto la sua fiducia nelle parole del marito e che davanti a sé ha solamente un muro invalicabile.
Margarita Levieva riesce nella difficile impresa di rendere un personaggio scritto in modo carente da un lato umano e psicologico una protagonista piena di spessore e drammaticità.
Peccato che solamente le interpretazioni dei due protagonisti siano gli unici pregi della miniserie. La colpa è di un approccio, come dicevamo, troppo freddo e analitico della vicenda che non si prende il tempo per approfondire la storia della famiglia Litvinenko né tantomeno il coinvolgimento disastroso degli agenti di polizia e dei servizi segreti e giuridici. Il problema principale è l’approccio essenzialistico e convenzionale che non riesce a rendere la storia introspettiva come il suo corrispettivo reale.
Litvinenko: Indagine sulla storia di un dissidente
Voto - 6
6
Lati positivi
- La prova recitativa di David Tennant e Margarita Levieva
Lati negativi
- L'approccio documentaristico miscelato alla volontà di raccontare una storia con gli elementi della serialità non funziona in questo caso