Longlegs: recensione dell’horror di Oz Perkins presentato alla Festa del Cinema di Roma 2024
L’atteso ritorno di Oz Perkins, con il film Longlegs, è stato presentato in concorso alla 19ª Festa del cinema di Roma, nella sezione Grand Public. Regista di February – L’innocenza del male, Sono la bella creatura che vive in questa casa, Gretel e Hansel, e attore in numerose altre pellicole, in Longlegs, Oz Perkins assolda un cast di grandi nomi del cinema internazionale come Maika Monroe, Alicia Witt, Nicolas Cage, Kiernan Shipka, Blair Underwood, Erin Boyes e moltissimi altri. Longlegs (qui il trailer), che potrebbe avere un sequel e presentando pochi elementi horror, è definibile come un thriller psicologico che combina il soprannaturale con il poliziesco e che forse lascia troppi fattori a margine.
Indice
- Trama
- Una parte iniziale quasi perfetta
- Un secondo tempo troppo debole
- Finali che modificano la percezione
Trama – Longlegs, la recensione
Nell’Oregon degli anni ’90, Lee Harker, giovane agente dell’FBI, viene reclutata dall’agente Carter per indagare su dei brutali omicidi che stanno terrorizzando ormai da tempo numerose famiglie. Sono infatti le famiglie, con uno o più figli, ad essere bersaglio di questo assassino seriale che sembra riuscire a insinuarsi nella mente delle sue vittime portando il capofamiglia a uccidere moglie e figli e poi a togliersi la vita. Le figlie femmine uccise sono tutte nate il 14 del mese nel quale avviene il massacro.
Lee sembra avere un collegamento con Longlegs, nome con cui si fa chiamare il killer, che inizia a inviarle delle lettere cifrate e che lei inizia lentamente a interpretare. Un passato oscuro e indefinito incombe continuamente su Lee e nel corso dell’indagine si scoprirà un collegamento tra lei e Longlegs, qualcosa che Lee non ricordava e che mai le era stata rivelata del tutto. Un collegamento che darà modo all’FBI di avere elementi più concreti per capire cosa stia accadendo e come faccia Longlegs a uccidere senza essere effettivamente lui a compiere gli omicidi.
Una parte iniziale quasi perfetta – Longlegs, la recensione
Longlegs, più che un classico film horror, somiglia a un thriller psicologico nettamente diviso in due parti. Una che funziona davvero bene e l’altra che invece delude, insieme al finale, anch’esso da differenziare, in due punti: la spiegazione di ciò che è accaduto e la scelta di concludere l’intera vicenda. La linea investigativa, ad esempio, è ottimamente scritta e raccontata e anche la psicologia della protagonista, con un flashback che rimane impresso e che riguarda la sua infanzia, crea la giusta empatia. C’è però da dire che nonostante la performance di Maika Monroe sia convincente, la figura di Lee Harker appare a volte mono-espressiva, non del tutto al centro di un arco di trasformazione che invece avrebbe avuto maggiore attrattiva. Meno caratterizzati gli altri personaggi, ma straordinariamente approfonditi i villain.
Oz Perkins realizza infatti un film che si apre con l’incontro tra una bambina e quello che sarà Longlegs, magistrale Nicolas Cage nella sua seconda notevole performance in un film presentato alla Festa del Cinema di Roma. Un intro che fa ben sperare e che crea quell’atmosfera che caratterizza la prima parte. La metà iniziale di Longlegs è così inquietante e angosciante, con minacce sempre in agguato e anche con colpi di scena inaspettati. Ma non è comunque la sorpresa a contraddistinguere la buona riuscita delle prime macrosequenze. È infatti la suspence, come dovrebbe essere in ogni horror thriller. Enigmi, misteri, segreti, incubi o ricordi, fantasia o realtà, Lee Harker è tormentata, ossessionata, oppressa e soffocata da un passato sul quale mai ha fatto chiarezza. E che si rivelerà appunto l’essersi trovata faccia a faccia con Longlegs.
Un secondo tempo troppo debole – Longlegs, la recensione
Longlegs riesce ad addentrarsi nelle profondità della natura umana, andando a scavare nei meandri più oscuri e neri dei personaggi. Innumerevoli vittime e nessuna esclusione per le più innocenti: i bambini. Una possessione demoniaca che trasforma il calore di una famiglia in un efferato spargimento di sangue. Un’impossibilità di fermare quanto sta accadendo se non scoprendo il volto di questo serial killer. Non uno come tanti, però. È qualcuno che agisce nell’ombra, forse con dei complici, forse con una squadra di servitori che opera per lui, mosso da un dovere del proprio operato che arriva dall’alto. Capace di insinuarsi nella psiche chi, incredibilmente, diventa poi l’ignara mano che uccide. Cupo e lugubre, tetro e sinistro, Longlegs si modifica però nella seconda parte.
Perché tutta quella tensione, quella lenta e dilatata ansia capace di pervadere spettatore e personaggio, bloccato nell’affanno e nell’apprensione, perseguitato dall’inevitabilità di sconfiggere quel nemico invisibile, lascia poi spazio ad altro. Longlegs si trasforma in un film che, tutt’altro che horror, scorre con indulgenza verso il finale. Insieme a un ricordo svelato che rende tutto fin troppo facile. E se vedere Nicolas Cage interpretare Longlegs è un piacere per gli occhi, il tempo dato al suo personaggio, si rivela poi troppo poco, considerando che si tratta di una delle figure meglio costruite del film. Come anche quella di Ruth, volto di Alicia Witt, che interpreta la madre di Lee Harker, anche lei vittima di torbidi frammenti del passato.
Finali che modificano la percezione – Longlegs, la recensione
Longlegs riesce a dare una degna conclusione alla struttura poliziesca e a come il tutto sia avvenuto, ma le motivazioni esterne sembrano dettate solo dalla follia, da una perfida e diabolica missione che presenta delle incongruenze, che rende incerto il profilo delle vittime, e che, addirittura, mette sul piatto una serie di situazioni poco credibili, con la parte più soprannaturale che stride con quella più realistica. Un errore di sceneggiatura che non è del tutto accettabile. Niente invece da dire sulle ottime regia e fotografia. A salvare Longlegs sono le interpretazioni la costruzione degli antagonisti, la prima parte del film e alcuni appunti sul finale che soddisfano. Per il resto le aspettative non si possono definire del tutto soddisfatte.
Longlegs
Voto - 7
7
Lati positivi
- Inquietante e opprimente
- Costruzione dei villain impeccabile
Lati negativi
- Seconda parte senza pathos
- Finale non del tutto soddisfacente