L’Orchestra stonata: recensione del film francese con Benjamin Lavernhe sul potere della musica
Una pellicola che mette al centro un rapporto tra fratelli separati dalle circostanze ma uniti dalla musica
L’orchestra stonata è nelle sale dallo scorso 5 dicembre e porta gli spettatori nel mondo della musica mettendo a confronto due mondi diversi. Diretto da Emmanuel Courcol, che ne è anche sceneggiatore in collaborazione con Irène Muscari, la pellicola mette al centro il rapporto tra due fratelli che ignoravano l’uno l’esistenza dell’altro. A fare dal fulcro la film c’è appunto questa relazione che viene accompagnata dal potere salvifico e comunitario della musica. La pellicola ha conquistato il Festival di Cannes 2024 ed è approdata anche alla Festa del Cinema di Roma dove è stata presentata nella sezione Best Of.
Come accade spesso con il cinema i messaggi sono molteplici e sfaccettati, tuttavia vediamo ne L’orchestra stonata recensione, come il film riesce, come nell’intento del regista, a non spostare l’asse dal rapporto tra i protagonisti, invitando comunque a riflettere su tematiche diverse e sfaccettate. Il cast è guidato da Benjamin Lavernhe della Comédie Française, noto attore comico protagonista del film Il discorso perfetto, che si cala molto bene nei panni di un direttore d’orchestra e Pierre Lottin. Scopriamo di più de L’Orchestra stonata recensione.
Indice:
Trama – L’orchestra stonata recensione
Thibaut Désormeaux è un famoso e apprezzato direttore d’orchestra che ha viaggiato il mondo dirigendo diverse orchestre in teatri e conservatori. Durante una sessione di prove si accascia a terra perdendo i sensi; scopre così di essere malato di leucemia e necessita un trapianto di midollo. Si rivolge alla sorella per verificare la compatibilità ma ben presto scopre che con lei non ha nessuna parentela: non è affatto sua sorella. Discutendo con la madre emerge una verità sopita per trentasette anni, ovvero che Thibaut è stato adottato.
L’uomo, sebbene sconvolto, si mette alla ricerca di un suo parente prossimo e scopre di avere un fratello, Jimmy Lecoq. I due erano stati dati in adozione ma separati perché la famiglia di Thibaut non poteva prendere un terzo figlio, destinando Jimmy ad una vita ben diversa. Anche Jimmy rimane inizialmente scosso dalla rivelazione ma ben presto i due scoprono di avere in comune una grande passione: la musica. Jimmy suona nella banda della sua cittadina, ha l’orecchio assoluto e colleziona vinili e CD degli artisti più disparati. I due quindi si ritrovano e provano a costruire quel rapporto che gli è stato negato.
Opportunità diverse, vite diverse – L’orchestra stonata recensione
Come già accennato il tema fondante all’interno del film è quello del rapporto tra i due fratelli che si ritrovano l’uno nella vita dell’altro. Uno degli ostacoli che cercano di superare nel costruire il loro rapporto è la differenza nelle opportunità. Thibaut è stato adottato da una famiglia benestante che gli ha permesso di avere un tenore di vita diverso e soprattutto la possibilità, con il lavoro e l’impegno, di coltivare la sua passione fino a farne un lavoro. Jimmy invece è stato adottato da una donna in condizioni economiche più modeste ma con tanto amore; questa differenza si evince fin da subito con Jimmy che ha una vita meno stabile, un lavoro in una mensa scolastica dopo aver perso quello in fabbrica, una figlia da mantenere e un rapporto conflittuale con la madre della ragazza.
Le differenze in questo rapporto, sebbene facciano riflettere sulle circostanze e la necessità di risorse per poter accedere a determinate opportunità, non rappresentano degli ostacoli tra i due fratelli. Thibaut non si pone mai in una posizione di superiorità è anzi desideroso di recuperare e in qualche modo di fare ammenda per le possibilità che lui ha avuto ma che a suo fratello sono state negate. Jimmy è il solo legame che gli resta con la sua vera famiglia, e i due trovano l’occasione di legare attraverso l’amore per la musica. E qui il film sfiora ancora un altro tema quello della precarietà di molti operai che bistrattati dalle aziende vivono in condizioni di precarietà. Thibaut con il suo prestigio cerca di aiutare anche loro lavorandoci a stretto contatto.
Scoprirsi – L’orchestra stonata recensione
Altra grande protagonista all’interno de l’Orchestra stonata recensione è ovviamente la musica. Da quella classica che Thibaut ha imparato ad amare e a dirigere per lavoro, a quella di Aznavour che Jimmy ama, e poi ancora il jazz che diventa l’elemento comune tra i due. L’amore per la musica, la condivisione di ciò che suscita in entrambe diventa un motore per gettare le basi di un rapporto solido. Thibaut percepisce immediatamente il talento che Jimmy possiede e fa tutto ciò che è in suo potere per aiutarlo a spiccare il volo, senza tarpargli le ali ma mettendolo davanti alla realtà delle sue ambizioni.
Giunti al termine di l’Orchestra stonata recensione vi consigliamo la visione del film, che trovate ora nelle sale non solo per tutto ciò che ci ha colpito ma anche per il perfetto equilibrio tra commedia e dramma. La pellicola non cede mai in nessuna delle due direzioni; sa quando essere esilarante e divertente, un umorismo che è pur sempre soggettivo; sa quanto parlare di tematiche sociali senza gridare al disappunto ma invitando a riflettere e infine sa quando parlare di un tema delicato senza sfociare nel pietismo. L’Orchestra stonata è quindi un caloroso inno all’amore fraterno, quello tra due uomini che sebbene diversi – opposti a volte – è solido e armonico, esattamente come un’orchestra che può suonare stonata ma che è in realtà ben armoniosa.
L'Orchestra stonata
Voto - 6.5
6.5
Voto
Lati positivi
- Buone performance dei protagonisti
- Ben riuscito l'equilibrio tra commedia e dramma
Lati negativi
- Poco approfondimento dei personaggi per permettere di conoscerli di più ed empatizzare con essi