Loro 2 – Recensione della seconda parte del film di Paolo Sorrentino
Ecco la nostra recensione di Loro 2, seconda parte dell'ultimo progetto cinematografico di Paolo Sorrentino
C’eravamo lasciati con un giudizio sospeso, con un essenziale beneficio del dubbio. Ma ora tutti i dubbi sono stati sciolti, Loro di Paolo Sorrentino ha avuto un degno finale. I nostri occhi erano rimasti a quella malinconica scena finale, con Silvio e Veronica a fare da copertina, mentre l’udito veniva cullato dal rumore delle onde del mare. Ci rituffiamo, allora, nella vita dell’ex presidente del consiglio Silvio Berlusconi. Ecco la nostra recensione.
Loro 2 – Recensione della seconda parte del film di Paolo Sorrentino
Dal simbolismo all’estetica dei personaggi
Dal simbolismo all’estetica dei personaggi, Loro 2 compie uno spostamento dell’asse introspettivo attraverso le scelte stilistiche di Paolo Sorrentino. L’introspezione del protagonista, Silvio Berlusconi, si palesa dinnanzi a noi dall’incipit delle due opere. Loro 1 iniziava con una pecora davanti ad un condizionatore, che assisteva inerme al lento spegnimento della macchina. Quella disattivazione corrispondeva alla progressiva morte dell’animale stesso: la pecora simboleggiava il tempo ormai passato per Silvio, passato all’opposizione e desideroso di non abbandonare gli Italiani.
Ed è proprio con questa voglia di riscatto che arriviamo al secondo capitolo. Nella sequenza di apertura di Loro 2 vediamo Berlusconi colloquiare con un signore seduto seduto a tavola con lui, interpretato dallo stesso Servillo. Probabilmente si trova a fare i conti con il suo ego, che gli suggerisce di non mollare, di tornare a guidare il Paese come solo lui è in grado di fare. Estetica del simbolo, quindi. Tanto cara a Paolo Sorrentino, e qui non abbandonata.
A lezione da Toni Servillo
Sorrentino torna a scegliere Toni Servillo per il ruolo da protagonista della sua pellicola. L’interprete partenopeo sta diventando, sempre più, il suo attore feticcio. Un po’ come fu Marcello Mastroianni per Federico Fellini. Il loro sodalizio non può che ravvivare l’esperienza spettatoriale. Il lavoro sul personaggio che Servillo compie in questa occasione è assolutamente da incorniciare. Da prendere ad esempio nelle scuole di recitazione. Mentre il film scorre dinnanzi a noi rimaniamo ammaliati dalla sua performance, tanto che il suo Berlusconi ci arriva quasi scindibile dall’originale. La sceneggiatura gli permette di variare tra i suoi vari registri tonali e fisici: è proprio questo a farlo andare oltre la mera rappresentazione fedele della realtà. Né parodistico né conforme al Silvio reale. Toni Servillo crea qualcosa di più, una magia surreale. Le inquadrature di schiena che Sorrentino gli regala sono stilisticamente sinuose.
Una grande operazione commerciale
Da non fraintendere. Spesso si pensa ad un’operazione commerciale in senso negativo, se affiancata ad una pellicola cinematografica. Qui, invece, dobbiamo fare i complimenti a Paolo Sorrentino ad alla sua scelta di far uscire il film in due capitoli, a distanza di quindici giorni l’uno dall’altro. In un momento storico abbastanza negativo per gli incassi al botteghino, film come questo non possono che fare il bene dell’industria cinematografica. Giù il cappello di fronte al regista che dobbiamo necessariamente considerare un grande produttore. Ma Loro va ben oltre le pretese di un puro successo commerciale: la straordinaria bravura degli interpreti, la sinuosa regia di Sorrentino che ci regala scene ipnotiche e la fotografia particolarmente viva di Luca Bigazzi fanno da colonne portanti di un prodotto alquanto eccellente.
Lui e Loro
Già con Loro 1 eravamo di fronte al Sorrentino più comico mai visto sul grande schermo. Se la prima parte portava in scena tanto alcool, sesso e droga, qui il regista premio Oscar spinge ancor di più sulla simpatia di Silvio Berlusconi, e su una comicità spinta fino al suo limite. Nei primi sessanta minuti, possiamo considerare Loro 2 come una vera e propria comedy, che ritorna poi all’aspetto introspettivo dei personaggi, con un finale più dolce e tenero ed un amore intriso di dolore. Uno sviluppo finale il cui sapore risulta abbastanza amaro, la sofferenza di un popolo che oggi come oggi non è ridotto al meglio e che vorrebbe ritirarsi su. La statua ripresa dall’edificio incarna proprio il Silvio caduto, e le macerie sono un’identità nazionale da ritrovare. Sorrentino, infatti, costruisce questo prodotto cinematografico raccontando per lo più la figura di “lui”, usando lo spunto narrativo di “loro”.
Loro 2 - Recensione della seconda parte di Paolo Sorrentino
8.5 - 8.5
8.5
Lati positivi
- Grandissime prestazioni attoriali, Toni Servillo su tutti
- Grande fotografia, ottima regia ed azzeccata operazione commerciale
- Esilarante comicità ed estetica del simbolo