Love and Monsters: recensione della favola apocalittica Netflix con Dylan O’Brien
Una romantica commedia avventurosa fa il suo ingresso nel catalogo della piattaforma
Il Covid-19 ha messo il bastone tra le ruote a tante pellicole nell’ultimo anno e tra queste c’è anche Love and Monsters, commedia romantica post apocalittica di cui vi presentiamo la recensione. Il film che vede protagonista Dylan O’Brien (Maze Runner) sarebbe infatti dovuto arrivare in sala a marzo 2020. Dopo alcuni rinvii è riuscito ad approdare on demand solo ad ottobre 2020 negli USA mentre in Italia la distribuzione è stata affidata a Netflix. La piattaforma streaming va così ad aggiungere al suo arco una freccia molto interessante. Sì, perché Love and Monsters a dispetto della sua trama lineare e ricca di sentimenti a buon mercato riesce ad affermarsi come uno dei prodotti più interessanti di questa prima parte di 2021.
Sono tanti gli elementi che valgono al film diretto da Michael Matthews questo titolo onorario. Su tutti l’ottimistico messaggio di speranza che vuole trasmettere e che Dylan O’Brien con la sua interpretazione riesce ad incarnare alla perfezione. Non è facile in un periodo storico così difficile trovare un’opera commerciale e pop che al tempo stesso si faccia portatrice di un pensiero così chiaro e potente. La cosa fondamentale è combattere contro tutte le avversità, non importa che i mostri in questione siano reali o dell’anima, l’importante è non mollare. A proposito di mostri, il lavoro del team degli effetti speciali è stato eccellente, tanto da valergli una nomination agli Oscar 2021 nella categoria “migliori effetti speciali”.
Indice
Trama – Love and Monsters, la recensione
Un pericoloso meteorite entra in rotta di collisione con la Terra e così tutte le nazioni del pianeta decidono di unire le forze per distruggerlo. La minaccia viene sventata grazie all’utilizzo di un gran numero di missili ultra tecnologici e ricchi di sostanze chimiche. Saranno proprio quest’ultime che ricadendo sul terreno causeranno la mutazione di tutte le creature a sangue freddo, relegando l’uomo all’ultimo posto della catena alimentare. Joel (Dylan O’Brien) e Aimee (Jessica Henwick) sono dei 16enni come tanti altri il cui appuntamento romantico viene interrotto dall’arrivo dei primi animali mutati. In fuga da questi mostri giganteschi e famelici i due si separeranno con la promessa di ritrovarsi qualsiasi cosa accada.
Da quel momento passano sette anni e i due hanno trovato rifugio in bunker sotterranei diversi e distanti gli uni dagli altri 130 km. Dopo un lungo silenzio Joel e Aimee riusciranno ad entrare nuovamente in contatto grazie alle proprie radio; trovando così un po’ di conforto in un mare di desolazione. Questo “incontro” riaccende in Joel la scintilla della vita. Il ragazzo stufo di essere considerato l’anello debole della sua comunità decide di uscire in superficie e raggiungere la propria amata. Con l’aiuto di un cane e di due sopravvissuti il protagonista metterà a rischio la propria vita per ricongiungersi con la sua amata. Un viaggio che lo porterà a riscoprire il senso ultimo della vita e di tutto ciò che è bello.
L’amore
Continuando la nostra recensione di Love and Monsters è opportuno sottolineare come quello che lo spettatore si trovi davanti è il più classico dei racconti coming of age. Joel a causa dell’invasione mutante non è mai riuscito a superare la fase dell’adolescenza e solo dopo anni di isolamento riesce a trovare la forza di uscire dal suo guscio e crescere. La stella polare di questo suo viaggio interiore è l’amore, inteso nella sua forma più innocente e pura, e che nonostante tutto dovrà scontrarsi con l’amara realtà. A dispetto di ciò il suo percorso di maturazione appare universale dato che a rimanere incastrato in uno strano limbo disumanizzante infatti non è solo il giovane protagonista ma tutto il genere umano. Un racconto alquanto profetico se si pensa che il film è stato girato nei primi mesi del 2019, quando ancora i termini pandemia ed isolamento erano sconosciuti ai più.
Spesso nella vita bisogna trovarsi nel momento giusto nel posto giusto e Love and Monsters ha avuto sicuramente questa fortuna. Il messaggio che porta con sé, unitamente ad una narrazione scanzonata e piena di buoni propositi, fa sì che l’intera storia sembri parlare ad ognuno di noi in questo particolare frangente storico. Il film riesce con disinvoltura a non scadere mai nel melenso e nel patetico grazie alle buone interpretazioni dei protagonisti. Dylan O’Brien a primo impatto non sembra la scelta migliore per interpretare un sopravvissuto ad un’apocalisse. L’attore però riesce a trasfigurarsi nei momenti di maggiore pathos e a far passare in secondo piano il suo volto pulito e i capelli perfetti, poco confacenti ad un mondo caduto in rovina. Menzione d’onore a Michael Rooker che, ispirandosi chiaramente al Tallahassee di Woody Harrelson in Benvenuti a Zombieland, interpreta con efficacia il mentore del giovane protagonista.
I mostri – Love and Monsters, la recensione
Il punto forte di Love and Monsters sono sicuramente gli effetti speciali. A fronte di un budget ridotto – si parla di soli 30 milioni di dollari – il team di Matt Sloan, Genevieve Camilleri, Matt Everitt e Brian Cox riesce a far convivere al meglio il digitale con l’analogico. Da una parte infatti troviamo i classici mostri realizzati in CGI che date le dimensioni sarebbe stato difficile realizzare altrimenti; dall’altro troviamo gli animatronics, creature robotiche realizzate nei minimi dettagli e di ottima fattura. Gli unici momenti in cui l’equilibrio tra i due mondi viene a vacillare sono le scene in cui sono presenti transizioni tra una tecnica e l’altra. Eccezion fatta per queste piccole sbavature tutto ciò che viene presentato su schermo è realistico e coinvolgente. A dar ancora più forza al reparto degli effetti speciali contribuisce l’ambientazione del film.
Love and Monsters è stato girato interamente in Australia, quale luogo è più adatto ad ospitare gigantesche creature mutanti se non la terra dei canguri? Il lavoro sulle location e le scenografie è infatti ottimo. Il regista riesce a farci immergere all’interno di questo ambiente ostile grazie a lunghe carrellate che accompagnano il protagonista nel suo viaggio. Quando i mostri non sono presenti in scena sono comunque evidenti le loro tracce e questo fa sì che nello spettatore rimanga alto il senso di allerta e pericolo. Non fraintendiamoci, il tono è quello della disaster comedy ma fa piacere notare come il film non dimentichi mai uno degli elementi portanti della sua narrazione.
Considerazioni finali
Un film leggero e scanzonato può aiutarci ad affrontare le difficoltà quotidiane? La risposta è sì e Love and Monsters ci riesce maledettamente bene. A dispetto di un finale troppo frettoloso e che appare tagliato un po’ con l’accetta la storia è efficace e coinvolgente. La sua natura pop lo rende un prodotto adatto a tutti. Anche i cinefili più esigenti e navigati hanno d’altronde bisogno di allontanarsi per un momento dai mattoni polacchi sottotitolati in kazako. A parte gli scherzi, il film di Michael Matthews si propone con i suoi 109 minuti di girato come un ottimo mezzo per evadere temporaneamente dalla realtà di tutti i giorni.
Impossibile resistere alle scene con la piccola Minnow (Ariana Greenblatt) o con il coraggiosissimo cane Boy. Ci troviamo di fronte ad un prodotto realizzato e confezionato bene che prende il meglio dal genere disaster movie. Un po’ Io sono leggenda un po’ Benvenuti a Zombieland e nonostante tutto Love and Monsters riesce a trovare subito una sua precisa identità. Citare sì ma copiare mai, sembra questo il leitmotiv che ha accompagnato il film dalla fase di scrittura a quella di realizzazione.
Love and Monsters
Voto - 7.5
7.5
Lati positivi
- Gli effetti speciali, sia digitali che analogici
- Le ambientazioni estremamente curate ed evocative
- Il messaggio di speranza di cui il film si fa portatore e che in un momento storico come questo appare ancora più efficace
Lati negativi
- Il finale è troppo frettoloso, un suo maggior approfondimento avrebbe dato ancora più forza alla storia