Love, Death & Robots: recensione della terza stagione della serie Netflix
La terza stagione della serie ideata da Tim Miller è disponibile su Netflix dal 20 maggio scorso
Love Death & Robots 3 di cui vi presentiamo la nostra recensione è disponibile su Netflix dallo scorso 20 maggio. Di livello qualitativo complessivamente superiore rispetto alla seconda stagione Love, Death & Robots 3 spicca soprattutto per l’originalità registica e di scrittura di alcuni episodi davvero ispirati e memorabili. Il progetto di Love, Death & Robots è ideato da Tim Miller (Deadpool) e David Fincher (Mindhunter), anche produttori. La serie si dimostra anche stavolta improntata allo sperimentalismo. Classificata su Netflix come “spiazzante”, l’antologia visiva ha senza dubbio il merito di sorprendere lo spettatore con racconti brevi di grande intensità, elevando quindi il cortometraggio a forma d’arte protagonista. Non a caso molti degli episodi sono tratti da racconti di fantascienza di autori anche celebri, a testimonianza di come il materiale narrativo di partenza sia senza dubbio di spessore.
Nonostante gli stili registici siano molto diversi tra loro, così come le storie raccontate, in Love Death & Robots 3 si possono idealmente individuare due filoni: uno ironico-grottesco (Episodio I Tre Robot Strategie d’uscita, Episodio IV La notte dei Minimorti, Episodio V Morte allo squadrone della morte, Episodio VI Mason e i ratti) ed uno drammatico, onirico-orrifico (Episodio II Un brutto viaggio; Episodio III La pulsazione della macchina; Episodio VI Sciame, Episodio VIII Sepolti in sale a Volta, Episodio IX Jibaro). Il secondo filone in particolare è composto da corti di ottima fattura, ognuno dei quali rappresenta una conturbante e ammaliante short story. Le tematiche affrontate spesso sono tutt’altro che scontate e i colpi di scena lasciano il segno sullo spettatore. L’ultimo episodio Jibaro, diretto da Alberto Mielgo, già regista del rivoluzionario The Witness (terzo episodio di Love, Death & Robots 1) è senza ombra di dubbio un gioiellino del corto d’animazione. Se siete curiosi di conoscere le nostre opinioni, proseguite nella lettura della recensione di Love Death & Robots 3.
Indice:
- Jibaro, la danza mortifera della sirena e un amore impossibile
- Tim Miller e David Fincher: la regia de Lo sciame e Un brutto viaggio
- Il cyberpunk onirico de La pulsazione della macchina
Jibaro, la danza mortifera della sirena e un amore impossibile – Love Death & Robots 3 recensione
Sotto molti punti di vista Jibaro può essere considerato davvero il manifesto di Love Death & Robots 3. È stato realizzato con una complessa tecnica d’animazione di keyframing, che sfrutta fotogrammi composti da immagini (anche disegnate), rimodulate al computer con dei software, e non in motion capture come potrebbe sembrare. La tecnica impiegata, permette di rendere con potenza visiva straordinaria l’incontro tra una sirena ammaliatrice, che con il suo canto e la sua danza è in grado di scatenare un implacabile vortice attrattivo-distruttivo e Jibaro, il protagonista del corto: un guerriero muto, immune per questo alla furia sensuale del vortice magico. Amore e morte vengono trasmutati in una danza sublime e mortifera che trasfigura i personaggi e l’ambiente con un “realismo” e un dinamismo raramente visto sullo schermo. La tecnologia utilizzata dal regista, combinata con un raffinato gusto estetico pittorico, rendono Jibaro un vero e proprio uragano visivo e sonoro.
Più originale e profondo di The Witness, Jibaro rappresenta un notevole passo avanti, narrativamente, lì dove connette al visivo una sceneggiatura d’impatto, evocativa e simbolica. In particolare viene rappresentata una tensione sessuale, anche mortifera, tra due corpi che non possono incontrarsi. Il canto “bulimico” della Sirena, che con la sua danza attrae senza distinzione uomini e bestie rendendoli folli e vittime del lago, si arresta dinnanzi alla sordità di Jibaro che, a sua volta, si trasforma in un essere famelico verso i tesori nascosti dalla donna del lago. La lotta tra i due è un amore tossico, impossibile, in cui acqua, vento, suono, sangue e oro si fondono in un tutt’uno. Impossibile non rimanere ammaliati da questa fiaba oscura, iperdinamica, ma al contempo visivamente splendida, con cui il regista Alberto Mielgo, da poco vincitore dell’Oscar per il miglior corto d’animazione 2022 (The Windshield Wiper) conferma il suo visionario talento.
Tim Miller e David Fincher: la regia de Lo sciame e Un brutto viaggio – Love Death & Robots 3 recensione
In Love Death & Robots 3 abbiamo anche l’esordio di David Fincher alla regia nella serie, con il primo lovecraftiano episodio: Un brutto viaggio. Si tratta di un horror metafisico, in cui l’equipaggio di una nave viene tenuto in scacco da un Tanapodhe, una creatura famelica fuoriuscita dagli abissi. Il mostro fa un sinistro patto col capitano della nave. Racconto classico, dalle atmosfere tese e macabre è decisamente un ottimo spunto per il regista di Sev7n. Tim Miller, l’ideatore della serie, dirige invece il sesto episodio, Sciame, tratto da un racconto di Sterling, celebre autore cyberpunk. La componente fantascientifica è marcata. Si racconta il confronto tra due scienziati umani ed un’entità aliena chiamata Lo Sciame, che sopravvive nell’universo da millenni, sfruttando altre creature come propri schiavi, programmate attraverso ferormoni e complesse manipolazioni chimiche. Come dei nuovi Adamo ed Eva i due scienziati cercano di appropriarsi delle conoscenze dello Sciame.
Non tutto andrà come previsto. Biochimica e intelligenze aliene. e umana a confronto: i temi sono affascinanti e sono resi attraverso un realismo visivo d’impatto, ammaliante per la fluidità dei movimenti dello sciame e delle sue creature, nonché per la plasticità che anima i due esseri umani protagonisti. La sua verosimiglianza lo rende magnetico, quasi “tangibile”. Il finale è memorabile per il messaggio di cui è portatore. La struttura e lo stile ricordano un po’ Oltre l’aquila, uno dei migliori episodi della prima stagione. Sempre relativo al contatto con un alieno, convincente, ma più orrifico è l’ottavo episodio di Love Death & Robots 3, per la regia di Jerome Chen, in cui un equipaggio si ritrova in un mistico tempio alieno in cui è stata sigillata una arcana e mostruosa entità: una riproposizione di Alien in un’ambientazione anche qui lovecraftiana.
Il cyberpunk onirico de La pulsazione della macchina – Love Death & Robots 3 recensione
Come si evince da quanto detto prima nella recensione Love Death & Robots 3 è il capitolo più convincente della saga ideata da Tim Miller, perché, sui nove episodi, più della metà risultano incredibilmente godibili e affascinanti, alcuni con picchi di qualità, intensità, coinvolgimento davvero elevati. È il caso di La pulsazione della macchina, sofisticato terzo episodio della serie, diretto da Emily Dean. Lo schianto di un’astronave su un pianeta sconosciuto costringe la protagonista a sopravvivere sulla superficie del nuovo pianeta in condizioni disperate. È costretta ad attingere all’ossigeno della tuta dell’altra astronauta, morta a seguito dell’impatto, e a trasportarne con sé il cadavere su una lettiga, mentre vaga in cerca di altre fonti d’ossigeno. Le distanze sono immense e per percorrerle è necessario l’aiuto di droghe che possano far superare all’astronauta superstite i suoi limiti. Il confine tra realtà e follia diventa sempre più labile.
Il corto fa indubbio riferimento cinematografico a The Martian di Ridley Scott, ma gioca al rialzo, deviando ben presto da quella trama, per sfociare invece in derive cyberpunk oniriche, più affini a Ghost in the Shell. Lo stile grafico, coi suoi colori, rappresenta le visioni psichedeliche della protagonista, in un pianeta-mente, che si trasforma e parla, con chiari rimandi concettuali al Solaris di Lem. Il finale è positivistico e d’impatto. Per concludere parliamo dell’ironico e anti-militarista Mason e i ratti, diretto da Carlos Stevens che con arguta ironia demonizza la tecnologia quando essa venga usata per distruggere e sostituire l’uomo in tutte le attività, a partire dall’auspicabile dialogo con l’altro. Favola fantascientifica paradossale, splatter e grottesca, racconta del contadino Mason, nel cui capanno si è annidata una colonia di ratti “armati”. Mason compra dei robot per stanarli. Non sarà che l’inizio di un’epica e truculenta battaglia senza esclusione di colpi.
Love, Death & Robots 3
Voto - 8.5
8.5
Lati positivi
- La maggior parte degli episodi sono ispirati, evocativi, originali e visivamente d’impatto
- Sceneggiatura convincente, buon ritmo
- Jibaro rappresenta davvero qualcosa di inedito nel corto d’animazione
- Fincher, Miller e la qualità delle sceneggiature e dei soggetti fanno volare alta la serie
Lati negativi
- La maggior parte degli episodi ironici sono “di passaggio” e seppur piacevoli passano in secondo piano rispetto agli altri