L’ultima volta che siamo stati bambini: la recensione del film di Claudio Bisio

Dal 12 ottobre al cinema L'ultima volta che siamo stati bambini, film che segna l'esordio dietro la macchina da presa di Claudio Bisio

Claudio Bisio esordisce dietro la macchina da presa con L’ultima volta che siamo stati bambini, al cinema da giovedì 12 ottobre, a pochi giorni dagli ottant’anni del rastrellamento del Ghetto di Roma avvenuto il 16 ottobre del 1943. Per il suo debutto da regista Bisio sceglie di far suo l’omonimo romanzo di Fabio Bartolomei adattandolo in una commedia insieme dolce e amara, in cui sullo sfondo terribile della Seconda Guerra Mondiale va in scena la “guerra per gioco” dei bambini protagonisti, con una missione da portare avanti con urgenza tra fantasia e cruda realtà. Ed è proprio urgenza che si percepisce nello sguardo del regista, che porta in scena una storia collocata temporalmente nel passato ma che parla al presente a una lettura più profonda. Parla al presente e parla soprattutto (anche se non solo) a chi il presente è chiamato a costruirlo.

Alessio Di Domenicantonio, Vincenzo Sebastiani e Carlotta De Leonardis sono i giovanissimi protagonisti di L’ultima volta che siamo stati bambini nei ruoli di Cosimo, Italo e Vanda insieme a Lorenzo McGovern Zaini nella parte di Riccardo. Accanto a loro nel cast anche Marianna Fontana (Suor Agnese), Federico Cesari (Vittorio, il fratello di Italo), Claudio Bisio (il padre di Italo) con la partecipazione straordinaria di Antonello Fassari nel ruolo del nonno di Cosimo. Prima di passare alla recensione di L’ultima volta che siamo stati bambini (qui il trailer) vediamo qui di seguito la sinossi ufficiale.

l'ultima volta che siamo stati bambini

Solea, Bartlebyfilm, in associazione con Medusa Film, in collaborazione con Prime Video

Indice:

La trama – L’ultima volta che siamo stati bambini, la recensione

Roma, estate 1943. Quattro bambini giocano alla guerra mentre attorno esplodono le bombe della guerra vera. Italo è il ricco figlio del Federale, Cosimo ha il papà al confino e una fame atavica, Vanda è orfana e credente, Riccardo viene da un’agiata famiglia ebrea. Sono diversi ma non lo sanno e tra loro nasce “la più grande amicizia del mondo”, impermeabile alle divisioni della Storia che insanguina l’Europa. Per loro tutto è un gioco, combattono in cortile una fantasiosa guerra fatta di missioni avventurose ed eroismi, poi però fanno patti “di sputo” e non “di sangue” per paura di tagliarsi. Ma il 16 ottobre il ragazzino ebreo viene portato via dai tedeschi insieme ad oltre mille persone del Ghetto. Grazie al padre Federale di Italo, i tre amici credono di sapere dov’è e, per onorare il “patto di sputo” decidono di partire in segreto per convincere i tedeschi a liberare il loro amico. L’ennesima missione fantasiosa entra nella realtà, i tre bambini viaggiano soli in un’Italia stremata dalla guerra, fra soldati allo sbando, disertori, truppe di tedeschi occupanti, popolazioni provate e affamate.

I tre bambini non sono del tutto soli, due adulti partono a cercarli per riportarli a casa: Agnese, suora dell’orfanotrofio in cui vive Vanda, e Vittorio, fratello di Italo. Lei cristianamente odia la violenza e lui è un eroe di guerra fascista: sono diversi e, al contrario dei bambini, lo sanno benissimo e infatti litigano per tutto il tempo. Il doppio viaggio dei bambini e degli adulti nell’Italia lacerata dalla guerra sarà gioco e terrore, poesia fanciullesca e privazioni, scoperta della vita e rischi di morte: un’esperienza capace di imprimere il suo sigillo su tutti i personaggi coinvolti, cambiando la coscienza dei singoli e le loro relazioni. Fino al sorprendente ma in fondo purtroppo logico finale.

l'ultima volta che siamo stati bambini

L’ultima volta che siamo stati bambini. Solea, Bartlebyfilm, in associazione con Medusa Film, in collaborazione con Prime Video

Un amalgama perfetto tra spensieratezza e tensione, tra fantasia e dura realtà – L’ultima volta che siamo stati bambini, la recensione

La Guerra Mondiale e la guerra per finta. Una delle pagine più tragiche della Storia e la storia di tre bambini che vivono e rielaborano come possono quel che li circonda. L’ultima volta che siamo stati bambini prende le mosse dal racconto della nascita di un’amicizia in cui il contesto bellico è presente ma quasi come fosse, per loro, una sorta di scenografia teatrale. Italo, Cosimo e Riccardo combattono “la perfida Albione” ogni pomeriggio nel cortile di casa, armati di tutto punto delle loro fionde, col passo marziale e i biscotti in tasca. Vanda fa l’infermiera, suturando ferite per finta e prendendosi cura dei piccoli soldati. Non si curano dei pericolo che li circonda, forti di un’ingenuità e purezza che fa loro da scudo. Ed è la stessa ingenuità, la stessa purezza, unita a una visione del mondo che non concepisce e non è contaminata dall’odio a muoverli quando si tratta di andare in missione.

E quella di Italo, Cosimo e Vanda è una missione che per gli adulti del film, Agnese e Vittorio, così come per noi che guardiamo, è incosciente e rischiosa. Per i bambini è invece quanto di più naturale possa accadere ed è il loro punto di vista quello che assumiamo per gran parte della storia, guidati da una regia che ci porta a osservare con i loro occhi, a sperimentare col loro sentire quell’avventura che è a tutti gli effetti un rito di passaggio. Mentre seguiamo l’incedere coraggioso dei tre in missione per liberare Riccardo, percorriamo lo stesso tratto di strada con Agnese e Vittorio che vorrebbero riportare a casa i bambini. Due linee narrative che si rincorrono, si sfiorano e si intrecciano con un ottimo equilibrio e in cui il punto di forza è un amalgama perfetto tra spensieratezza e tensione, fantasia e dura realtà.

l'ultima volta che siamo stati bambini

L’ultima volta che siamo stati bambini. Solea, Bartlebyfilm, in associazione con Medusa Film, in collaborazione con Prime Video

Tra favola educativa, istantanea di un passato che parla al presente e racconto di un passaggio – L’ultima volta che siamo stati bambini, la recensione

Se quell’equilibrio tra spensieratezza e tensione di cui dicevamo poc’anzi funziona così bene, se riusciamo senza sforzo a sospendere l’incredulità lasciandoci trasportare dal potere salvifico dell’innocenza infantile, il merito è in gran parte da attribuire alla prova impeccabile dei tre piccoli protagonisti di L’ultima volta che siamo stati bambini. L’alchimia è totale e il ritratto dei protagonisti è cesellato da una sceneggiatura che ne esalta ogni tratto. C’è Vanda, che fa dai guida ai suoi compagni di viaggio, fiera e intelligente e ci sono Cosimo e Italo, amici per la pelle pur con le loro differenze che a volte portano a scontri. La prova dei tre giovanissimi attori è esaltata dalla macchina da presa di Claudio Bisio che si muove dinamica e partecipe in questo viaggio documentando l’ambientazione in ogni dettaglio, dalla Roma devastata dalla guerra dell’inizio ai paesaggi che fanno da tappa alla missione. L’orrore della guerra è in campo quel che basta, lo vediamo poco, ma ne percepiamo l’eco.

Pescando con intelligenza dalla commedia italiana anni Sessanta, Bisio alterna con scioltezza momenti divertenti e scambi ironici ad altri drammatici e commoventi. L’ultima volta che siamo stati bambini è insieme favola educativa, istantanea di un passato che parla simbolicamente della nostra attualità, e racconto di un momento di passaggio che tutti abbiamo vissuto, nei contesti e nelle situazioni più disparate. Un film che parla al pubblico più giovane e a quello più maturo con un linguaggio universale, con un finale che spacca il cuore, assolutamente da non perdere.

l'ultima volta che siamo stati bambini 3

L’ultima volta che siamo stati bambini. Solea, Bartlebyfilm, in associazione con Medusa Film, in collaborazione con Prime Video

 

L'ultima volta che siamo stati bambini

Voto - 7.5

7.5

Lati positivi

  • Un film che con tra dolce spensieratezza e duro realismo parla con grande efficacia tanto al pubblico dei giovanissimi quanto agli spettatori più adulti: quello di Claudio Bisio è un ottimo esordio alla regia
  • L'ottima prova dei giovani attori protagonisti che, forti di una bella alchimia e di una sceneggiatura impeccabile, danno vita a ritratti indimenticabili

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *