M – il figlio del secolo: recensione della serie tv Sky Original diretta da Joe Wright e con Luca Marinelli – Venezia 81

La nostra recensione di M - il figlio del secolo, la nuova serie tv Sky di Joe Wright con Luca Marinelli

Quest’anno all’ottantunesima edizione del Festival del Cinema di Venezia sono state presentate – oltre ai film in concorso e quelli fuori concorso nelle varie categorie al festival dedicate – anche alcune serie tv che hanno reso il periodo al Lido ancora più interessante e intenso. Oltre a Disclaimer, The new years e Familier som vores, è stata proiettata anche una serie tv incredibile, che ha conquistato critici e pubblico. Stiamo parlando di M – il figlio del secolo, prodotto Sky original ispirato al romanzo di Antonio Scurati.

A dirigere un progetto così ambizioso e anche pericoloso quale è M – il figlio del secolo è stato Joe Wright, che reduce dalla sua passata esperienza con L’ora più buia, ha scelto di mettersi di nuovo in gioco dando di nuovo vita al personaggio di Benito Mussolini, descrivendo un periodo buio per l’Italia del secolo scorso e del mondo intero. Ad affiancare il regista un cast tutto italiano incredibile, che ha potuto mettere in pratica la propria bravura artistica ancora una volta, tra cui Luca Marinelli, Francesco Russo, Barbara Chichiarelli, Benedetta Cimatti, Lorenzo Zurzolo, Gaetano Bruno, Paolo Bietrobon e Vincenzo Nemolato.

Indice

Trama; M – il figlio del secolo recensione

Divisa in due parti ben distinte di quattro episodi ciascuno e scritta da Stefano Bises e Davide Serino, M – il figlio del secolo ci riporta indietro col tempo, al secolo scorso, quando dopo un periodo di disperazione dovuto alla Grande Guerra riesce a prendere il potere un uomo ambizioso, che con il proprio carisma si pone alla guida dello stato italiano, arresosi inesorabilmente alla sua dittatura.

Siamo nel 1919, la Prima Guerra Mondiale si è appena conclusa e lo scontento generale per questa “vittoria mutilata” si riversa anche sul popolo, che oltretutto è anche disperato a causa di tutte le conseguenze che la Guerra si è portata con sé alla sua chiusura. Emerge in questo periodo una figura carismatica, che riesce a conquistare a poco a poco l’Italia, fino a diventarne il dittatore violento che tutti conosciamo dai libri di storia: Benito Mussolini.

M – il figlio del secolo racconta nell’arco dei suoi otto episodi l’ascesa di Mussolini, partendo dalla fondazione dei Fasci italiani nel 1919 fino ad arrivare al famoso discorso del Primo Ministro in Parlamento nel 1925, dopo l’omicidio del socialista Giacomo Matteotti. Se pensate di vedere un prodotto in cui si raccontano le gesta di Mussolini e i suoi più grandi successi, fate un errore clamoroso. Joe Wright mette in scena un Mussolini che nessuno conosce davvero: si analizza la sua passione, i suoi pensieri, le sue paure, ma soprattutto la sua ambizione che giustifica qualsiasi atto di violenza ed escamotage per raggiungere il proprio obiettivo.

Lo spettatore impara a conoscere profondamente il personaggio protagonista ed entra in confidenza con lui fino a riuscire a sentire tutti i suoi pensieri più infimi e tutte le sue più profonde sensazioni. È ciò che succede soprattutto nella prima parte della serie tv, quando Mussolini era “solo” il direttore di un giornale con il sogno di entrare in Parlamento e prendere il potere.

m il figlio del secolo

Sky Studios

Mussolini guarda lo spettatore negli occhi; M – il figlio del secolo recensione

La tecnica dell’abbattimento della quarta parete, in questa prima parte di M – il figlio del secolo, è costante. Mussolini parla con il pubblico quasi come se fosse la sua coscienza, ci spiega cosa sta succedendo in quel periodo storico e cosa pensa nel momento in cui gli eventi si susseguono. È una tecnica, questa, che funziona alla perfezione, perché permette a Mussolini di farsi conoscere per quello che è, al regista di mostrare le proprie qualità artistiche e a Marinelli di dare sfogo al suo talento incredibile.

Il contatto diretto con il pubblico però diventa via via sempre più rado, man mano che il potere di Mussolini aumenta. Se ha più potere, meno Mussolini può mostrarsi vulnerabile e far conoscere se stesso e anzi, deve pensare solo a sé e questo non solo in scena, ma anche interrompendo i contatti con chi lo sta guardando. Non si interrompono tutto d’un tratto, ma sono molto meno presenti. Una tecnica che mostra fino in fondo le vere intenzioni di Mussolini e il modo in cui ha gestito la sua vita e la sua carriera pur di raggiungere il successo.

Il prodotto migliore di Venezia 81; M – il figlio del secolo recensione

m il figlio del secolo

Sky Studios

Senza esagerazione, ammettiamo che M – il figlio del secolo, con Luca Marinelli, è il prodotto migliore presentato a Venezia 81, non ha difetti che possano far storcere il naso, tutto anzi è presentato nel migliore dei modi, con una cura maniacale nei minimi dettagli. I personaggi sono caratterizzati tutti alla perfezione, hanno dinamicità, carattere da vendere e sono capaci di tenere lo spettatore incollato allo schermo.

Non parliamo solo dell’interpretazione di Luca Marinelli che, per quanto sia stato difficile per lui portare in scena un personaggio così controverso e che ha fatto la storia dell’Italia per i motivi sbagliati, è riuscito a rappresentare Mussolini, senza crearne una macchietta. La sua interpretazione non è uno scimmiottamento del personaggio che ha dovuto interpretare, anzi si nota lo studio che c’è dietro la messa in scena, segno che l’attore ha studiato e ristudiato ogni gesto, espressione, movimento e cadenza di Mussolini.

Allo stesso modo uno studio profondo è stato fatto anche dagli altri attori che hanno interpretato le personalità più vicine in modo positivo o negativo al personaggio di Benito Mussolini. A rendere M – il figlio del secolo così speciale è ogni aspetto di essa: la regia, la colonna sonora, la sceneggiatura e il modo in cui è rappresentato in scena ogni momento importante della storia del ventennio fascista.

Gli aspetti tecnici della serie tv; M – il figlio del secolo recensione

m il figlio del secolo

Sky Studios

La regia di Joe Wright in M – il figlio del secolo è ben calcolata, ogni inquadratura, ogni momento raccontato è messo lì solo perché serve alle scene e ai momenti successivi che si ricollegano tra di loro con naturalezza. I momenti storici che si succedono sono descritti nel dettaglio, quasi come se i personaggi e gli eventi fossero usciti dai libri universitari di storia e messi in scena. Il ritmo è incalzante, con la colonna sonora dominata dall’uso della batteria, rende il susseguirsi delle azioni – anche e soprattutto quelle violente – interessanti da vedere e coinvolgenti anche al pubblico.

Conclusioni; M – il figlio del secolo recensione

M – il figlio del secolo è un vero e proprio prodotto cinematografico, bello da guardare. I colori in scena sono tenui e coincidono perfettamente con la personalità eccentrica e allo stesso tempo fredda e calcolatrice di Mussolini. Il prodotto però non manca anche di ironia e autoironia. C’è anche un minimo divertimento, soprattutto dovuto allo stesso personaggio di Mussolini che il più delle volte sembra non volersi prendere sul serio, per poi mostrare al mondo la sua ferocia violenza il minuto successivo.

Una serie tv incredibile, che siamo sicuri conquisterà il pubblico di Sky quando arriverà sul piccolo schermo nel 2025. Da guardare e riguardare più di una volta, da mostrare anche ai giovani studenti che si approcciano alla figura di Mussolini per la prima volta e da divorare, infine, rendendola inevitabilmente la vostra serie tv preferita.

M - il figlio del secolo

Voto - 9

9

Lati positivi

  • Joe Wright mette in scena un Mussolini che nessuno conosce davvero: si analizza la sua passione, i suoi pensieri, le sue paure, ma soprattutto la sua ambizione che giustifica qualsiasi atto di violenza ed escamotage per raggiungere il proprio obiettivo.
  • È una tecnica, quella dell’abbattimento della quarta parete che funziona alla perfezione, perché permette a Mussolini di farsi conoscere per quello che è, al regista di mostrare le proprie qualità artistiche e a Marinelli di dare sfogo al suo talento incredibile.
  • I personaggi sono caratterizzati tutti alla perfezione, hanno dinamicità, carattere da vendere e sono capaci di tenere lo spettatore incollato allo schermo.
  • L’interpretazione di Luca Marinelli non è uno scimmiottamento del personaggio che ha dovuto interpretare, anzi si nota lo studio che c’è dietro la messa in scena, segno che l’attore ha studiato e ristudiato ogni gesto, espressione, movimento e cadenza di Mussolini.
  • Il ritmo è incalzante, con la colonna sonora dominata dall’uso della batteria, rende il susseguirsi delle azioni – anche e soprattutto quelle violente – interessanti da vedere e coinvolgenti anche al pubblico.

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