Ma: recensione del film con Octavia Spencer
La storia di una ragazzina bullizzata con un'inquietante Octavia Spencer
Ma recensione. Ma è un horror del 2019 diretto da Tate Taylor e con protagonista Octavia Spencer, migliore attrice protagonista ai Golden Globe 2012 per The Help. Sono presenti anche Juliette Lewis (vincitrice del premio Pasinetti al Festival di Venezia 1994 per Assassini nati) e Luke Evans (miglior cattivo ai Teen Choice Awards 2017 per La bella e la bestia). Il regista Tate Taylor ha anche prodotto e interpretato il cortometraggio Chicken Party, vincitore di numerosi premi in festival nazionali ed internazionali. Ha fatto parte del cast del pluripremiato Un gelido inverno di Debra Grani. È il regista del già citato ed amato The Help.
Ma è la storia di Sue Ann, bullizzata quando frequentava il liceo e fortemente provata dagli scherni dei suoi compagni. Anni dopo, diventa amica dei figli di alcuni di questi, per provare che meritava di essere integrata nella società come gli altri. O le ragioni sono altre, come la sete di vendetta per il male che gli ex compagni le hanno fatto? Ve ne parliamo in questa recensione di Ma.
Indice
- La trama di Ma
- I due personaggi principali
- Altri attori del cast
- Il bullismo anni dopo
- Il sapore della vendetta
- Riflessioni tecniche su Ma
La trama di Ma
Maggie si è appena trasferita in una piccola cittadina con la madre Erica, ed entrambe sperano in un nuovo inizio dopo il divorzio. Mentre Erica fatica a farsi rispettare al lavoro e cerca di conquistare una posizione dignitosa, Maggie fa ben presto amicizia con alcuni compagni di classe. I ragazzi la invitano a lasciarsi andare e a bere alcolici, quando si danno appuntamento in un posto isolato fuori dal centro abitato.
Sue Ann è una donna solitaria sulla quarantina, che lavora come aiuto veterinaria. Un giorno viene fermata da Maggie, che le chiede di comprare degli alcolici per sé ed i suoi amici ancora minorenni. Sue Ann accetta e propone ai ragazzi di organizzare le prossime feste a casa sua, nel seminterrato. Ci sono però delle regole ferree: qualcuno deve sempre rimanere sobrio per poter guidare, non bisogna bestemmiare, e nessuno deve salire al piano di sopra. L’ospitalità della donna, chiamata dai ragazzi Ma, è gratuita o c’è un prezzo da pagare?
I due personaggi principali – Ma recensione
Octavia Spencer interpreta i panni ossessivi e psicolabili di Sue Ann, chiamata Ma dai giovani che partecipano alle feste che cerca di organizzare con tanto impegno. Forse troppo, considerato che è una donna adulta che non dovrebbe pensare solo ad ospitare un gruppo di ragazzi che vogliono ubriacarsi senza essere controllati dai genitori. Sue ha subito atti di bullismo in passato e nonostante gli anni, non è ancora riuscita a superarli. Interagendo con i giovani spera quindi di riscattarsi da un’adolescenza fatta di emarginazione.
Abbiamo visto la Spencer in Spider-Man di Sam Raimi e con Tobey Maguire e in La forma dell’acqua di Guillermo del Toro (vincitore del Festival di Venezia 74). Ha recitato in Sette anime diretto da Gabriele Muccino e con Will Smith. Nella trasposizione cinematografica del romanzo The Help, con Emma Stone e Jessica Chastain. In Il diritto di contare a fianco di Taraji P. Henson e Janelle Monáe.
Diana Silvers impersona l’adolescente Maggie, la quale per inserirsi nel gruppo dei suoi compagni, accetta di partecipare alle feste e di assumere alcol. È una ragazza per bene cresciuta con dei valori seri, che la fanno dubitare, dopo qualche tempo, dell’atteggiamento fin troppo amichevole di Ma. Anche se cerca di non pensare troppo ai lati negativi, fatica a buttarsi nella frenetica vita sociale dei compagni. Diana Silvers ha partecipato alla commedia La rivincita delle sfigate diretta da Olivia Wilde. La abbiamo vista anche nel thriller fantascientifico Glass, vicino a James McAvoy, Bruce Willis e Samuel L. Jackson.
Altri attori del cast – Ma recensione
Proseguiamo la recensione di Ma parlando di Juliette Lewis. L’attrice interpreta Erica, mamma di Maggie, una donna che cerca di rimettere insieme i pezzi della sua vita dopo essersi separata dal marito ed essersi trasferita. Sbarca il lunario lavorando duramente in un casinò. Protettiva e determinata a rimettersi in gioco, quando rincontrerà Sue Ann, vecchia compagna di liceo, rimarrà stupita della piega che prenderanno gli eventi.
Lewis ha recitato nel thriller Nerve con Emma Roberts e Dave Franco, e nel drammatico Buon compleanno Mr. Grape a fianco di un giovanissimo Leonardo Di Caprio e di Johnny Depp. La troviamo in I segreti di Osage County vicino a Julia Roberts e Meryl Streep, e nella comedy Parto col folle. È stata nominata agli Oscar 1992 per Cape Fear – Il promontorio della paura di Martin Scorsese.
Luke Evans è Ben, padre di uno degli adolescenti in classe con Maggie. Poliziotto della cittadina e vedovo, alterna il suo lato autoritario a quello più libertino, frequentando una vecchia compagna di classe piuttosto disinibita. Più furbo di quanto sembri, capirà il lato oscuro di Ma e il motivo per cui suo figlio è coinvolto. Evans ha recitato nell’horror La ragazza del treno con Emily Blunt e nel live action Disney di La bella e la bestia, con protagonista Emma Watson. Lo troviamo nel film d’avventura I tre moschettieri di Paul W.S. Anderson e nel gotico Dracula Untold di Gary Shore. Infine, partecipa anche alla saga epica di Lo Hobbit.
Il bullismo anni dopo – Ma recensione
Un bullo, diventato adulto, può decidere di cambiare. Di chiedere scusa, di diventare una persona migliore, persino. Ma chi lo subisce, il bullismo, non può dimenticare. È quello che pensa Sue Ann quando, andando al lavoro, incrocia per strada le vite perfette di tutti quelli che in passato l’hanno derisa. Se non perfette, almeno vite impegnate, gratificanti, vissute. Lei, che per sé ha avuto poco e che sognava tutto, si ritrova intrappolata suo malgrado nei panni della “sfigata” che era. Quei ragazzi trovavano la loro vita così poco gratificante da sentirsi in dovere di rovinare quella di qualcun altro.
Ragazzi frustrati, problematici, circondati da complici e molto popolari, ma che in fondo erano profondamente soli. Sue lo aveva capito: alcuni di loro avevano una vita lontana dall’essere perfetta. Per questo si chiedeva perché stessero distruggendo giorno dopo giorno la sua felicità, la sua fiducia nel prossimo. E oggi si chiede perché porti ancora i segni di quelle sofferenze. L’intento del regista è quello di farci guardare dentro, per chiederci se abbiamo mai detto quella parola in più senza importanza che però per chi stava soffrendo è stata un’ulteriore pugnalata al cuore. Chiederci se siamo stati testimoni di un atto di derisione e non abbiamo preso le parti del soggetto indifeso. In quanti possono dirsi davvero immacolati, innocenti?
Il sapore della vendetta
Sue ha taciuto per una vita intera, ma ora non ci sta più. Ha provato, davvero, a diventare l’amica popolare che tutti vorrebbero, offrendo denaro e alloggio per ospitare le feste di Maggie e dei suoi amici. Ma nemmeno quello è bastato; quei ragazzini l’hanno presa in giro proprio come i genitori, anni prima. Quando cominciano a rifiutare i suoi inviti, non capisce dove abbia sbagliato e non sa come rimediare. Ed è qui che esplode la sua psicosi. Voleva tornare adolescente almeno con lo spirito, ma non è usuale trovare una quarantenne che beve e balla con un gruppo di adolescenti.
I quali erano convinti che Ma fosse solo una donna simpatica disposta a lasciar loro un posto dove stare. Non una persona bisognosa di cure e affetto costante. Non una patologica. Se fosse già nella sua testa o se lo avesse ideato dopo non è dato saperlo, ma dentro di lei scatta qualcosa. Perdendo di vista la sua umanità e la ragione, nonostante gli sforzi per non portare rancore. Un rancore violento che non si affievolisce nel tempo. Come a dire, la vendetta è un piatto che va servito freddo.
Ma se è il cuore che diventa freddo, hanno vinto davvero loro, i bulli. Quello che Ma non ha capito, è che il modo migliore per vendicarsi delle malignità è mostrando di essere sì fragile e piena di cicatrici, ma cresciuta, maturata, in cerca della propria strada di felicità. E invece ha deciso di rendere la vendetta amara. E triste.
Riflessioni tecniche – Ma recensione
Concludiamo questa recensione di Ma con alcune riflessioni tecniche. Per quanto riguarda l’uso della macchina da presa, troviamo diversi pedinamenti dell’attore che invece di seguirlo alle sue spalle, lo precedono e quindi lo inquadrano frontalmente. Non mancano i primi piani per mostrare le micro-espressioni dei personaggi (in particolare quelle di Octavia Spencer, sulla cui mimica inquietante si basa quasi l’intero film) e i loro pensieri.
La colonna sonora è composta da pezzi recenti e moderni, suonati alle feste che Ma organizza nel seminterrato, tempestato di luci colorate e festoni.. Se la prima metà del film risulta essere lenta e priva di avvenimenti fondamentali, nella seconda si scatena il delirio, costruito sul grottesco e sul macabro.
La tensione accumulata durante lo svolgimento della storia non riceve un finale degno delle aspettative, che sembra liquidato in poche e frettolose scene. In generale, il messaggio del regista era importante, ma ha lasciato troppi buchi nella trama e ha dato una conclusione prevedibile e per certi versi irrealistica.
Ma
Voto - 4
4
Lati positivi
- Affrontato il tema importante del bullismo
- La mimica facciale di Octavia Spencer
Lati negativi
- Trama con troppi buchi
- Prima parte troppo lenta
- Finale frettoloso e banale