Madame Clicquot: recensione del film dedicato alla pioniera dello Champagne francese 

Una pellicola che parla di resilienza e forza immersa tra i vigneti francesi

Madame Clicquot è un film che ci ricorda l’importanza della pazienza, della tenacia e della resilienza e lo fa con una metafora che è cardinale per la storia: quella tra la vigna e la vita della protagonista. Diretto da Thomas Napper e prodotto da Joe Wright – il cui ultimo lavoro è la serie M – Il Figlio del secolo con Luca Marinelli presentata a Venezia 81, il film racconta la storia di Barbe-Nicole Ponsardin Clicquot, destinata a cambiare per sempre la storia dello Champagne francese. Madame Clicquot recensione si basa sulla biografia bestseller del New York Times The Widow Clicquot di Tilar J. Mazzeo.

Il ritratto che emerge dalla pellicola è quello di una donna che avvia una “rivoluzione silenziosa”, una lotta strenua, complessa ma costante e resistente alle avversità, come quelle del clima che le vigne devono affrontare. Con un’alternanza tra presente e passato il film ricostruisce l’immagine e la vita di questa giovane imprenditrice interpretata da Haley Bennett; il marito Francois Clicquot, ha invece il volto di Tom Sturridge, affiancati entrambe da Sam Riley. Prima dell’uscita nelle sale il è stato presentato al Toronto International Film Festival e alla Festa del Cinema di Roma 2023. Madame Clicquot recensione è nelle sale da oggi, scopriamone di più. 

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Madame Clicquot recensione4, Movie Thomas Napper, Fourth and Twenty Eight Films, WME Independent

Indice: 

Madame Clicquot recensione – Da Barbe a Madame Clicquot 

Nel 1799 Barbe-Nicole Ponsardin Clicquot si trova a sposare, con un matrimonio combinato, il giovane Francois Clicquot. Sebbene la premessa non fosse delle migliori ben presto tra i due nasce un profondo sentimento che svela la natura introversa ma anche fragile di Francois, un giovane sognatore e ambizioso. Riversa nella vigna tutti i suoi sogni e inizia a sperimentare coinvolgendo sempre di più la giovane moglie. Barb è caparbia e si appassiona a sua volta ai progetti di Francois e come lui stringe un rapporto, quasi in simbiosi, con la vigna stessa. La tenuta Clicquot è gestita da padre di Francois che non vede di buon occhio i suoi esperimenti e la situazione precipita ancora di più con la morte del giovane. 

Il lutto oscura Barb che ne rimane ovviamente devastata ma trova la forza per difendere i vigneti tanto cari all’amato. Gli imprenditori vicini vorrebbero acquisire il terreno ma la donna, sfidando consigli e convenzioni, si impone per occuparsi personalmente di gestire i raccolti e portare avanti i progetti condivisi con Francois. Le difficoltà e gli inconvenienti non mancheranno ma Barb è pronta a crescere e lasciare il segno. 

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Madame Clicquot recensione, Movie Thomas Napper, Fourth and Twenty Eight Films, WME Independent

Madame Clicquot recensione – Una rivoluzione silenziosa

La storia di Barb Clicquot non racconta solo la nascita di uno champagne che è parte della storia francese ma più di tutto quella di una donna che si fa strada in un mondo prepotente, maschilista e prettamente gerarchico. La sceneggiatura gioca con due immagini contrapposte che sono quelle della gerarchia e della ruota. La prima implica varie dimensioni di superiorità, in cui dall’alto si impartiscono ordini e dal basso si eseguono; ed è questa la regola usata per gestire il vigneto usata dagli uomini che nel potere e nel suo esercizio lavorano seguendo schemi e rigide regole. Barb invece, quando si prende carico del vigneto, propone una gestione dell’azienda che sia circolare dove non c’è imposizione di potere ma dove c’è collaborazione ed equità. 

Una rivoluzione quindi che germoglia e che invece di lottare per imporsi, per superare e svettare sulle altre, si allarga, si fa spazio e nella sua estensione cambia le regole del gioco. Come i rami delle vigne che si dipanano, che lottano contro le intemperie anche lei lentamente e con pazienza si impone e lascia il segno. L’immagine di questa rivoluzione è così sfumata che nessuno la vede arrivare ma con scommesse e sconfitte trionfa. Il carico della gestione lo prende sulle sue spalle esattamente come i suoi vigneti che cercano di sopravvivere alle guerra e alle stagioni spesso inclementi. 

Madame Clicquot recensione: “Veuve” Clicquot 

L’aspetto altrettanto rivoluzionario al centro di Madame Clicquot recensione è la condizione di Barbe in quanto vedova. Secondo le leggi di quegli anni alle donne non era permessa la gestione di un’azienda in quanto donne appunto, tuttavia il Codice Napoleonico dichiarava che la gestione potesse essere portata avanti da una moglie a seguito della morte del marito. Ed è così che l’immagine che emerge di questa donna non è solo quella di una lavoratrice indefessa che sperimenta, gioca con le proporzioni, con i frutti della propria terra aggiungendo, sottraendo fino a creare la miscela che con l’aiuto del tempo può dare i suoi frutti, ma anche di una vera e propria imprenditrice.

La vedova Clicquot si trova ad aggrapparsi al suo status per continuare a gestire qualcosa che poteva esserle tolto e con cui c’è un rapporto intenso, intimo e profondo. È oggetto di scrutinio, incapace di decidere e parlare per se stessa ma in fine dei conti si trova a riscrivere le regole a cui tutti gli altri imprenditori si dovranno attenere per continuare a giocare nella stessa partita. Inventa la tecnica “table de remerge” che permette una chiarificazione più rapida dello champagne e il suo “Comet” entra nella storia. 

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Madame Clicquot recensione 3, Movie Thomas Napper, Fourth and Twenty Eight Films, WME Independent

Madame Clicquot recensione: Conclusione 

Sebbene Madame Clicquot fornisca metafore e chiavi di lettura che lo rendono un prodotto interessante purtroppo non va oltre. Le performance dei protagonisti sono convincenti ma ciò che indubbiamente spicca sono la fotografia e il montaggio che raccontano la storia nel linguaggio visivo. Come già anticipato l’alternanza tra presente e passato ricostruire la storia e la presenta agli spettatori che vedono la protagonista cambiare e crescere; allo stesso modo si scopre il rapporto con la terra e la vigna che rappresenta un paradiso da preservare ma anche una prigione alla mercé del clima e che determina il futuro di ogni persona che vi vive e lavora. La fotografia regala immagini immersive, scorci dai toni autunnali che catturano e incantano rafforzando la dimensione intima del rapporto tra terra e uomo. 

Concludendo Madame Clicquot recensione ribadisco come i punti di forza della storia siano sicuramente un messaggio di forte indipendenza, resilienza e costanza. Una rivoluzione gentile e silenziosa che in un mondo frenetico come quello odierno, dove si modifica ogni cosa, mostra la natura metterci davanti alla realtà dei fatti, richiamandoci all’umiltà e al ritmo delle stagioni e dei suoi frutti. La pellicola e poi visivamente immersiva con colori e inquadrature che trasportano in  Borgogna nello storico Chateau de Berù dove avviene la magia. 

Madame Clicquot

Voto - 6.5

6.5

Voto

Lati positivi

  • Interessante messaggio di fondo e le metafore
  • Ottima fotografia

Lati negativi

  • La storia di una donna che lotta in un mondo maschilista è un tema molto comune nei film recenti, tuttavia non meno importante

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