Making of: recensione del film di Cédric Kahn che racconta il set

Making of, diretto da Cédric Kahn, racconta il microcosmo del set, tra registi disillusi, attori egocentrici e comparse che si improvvisano videomaker

Il regista, sceneggiatore e attore francese Cédric Kahn porta la sua esperienza pluridecennale al centro del suo nuovo film, Making of. Un racconto del cinema, di quello che non sempre si conosce, quello dietro la macchina da presa, dove spesso l’arte viene sovrastata da esigenze finanziare e canoni di mercato, di domanda e offerta da soddisfare. Making of (qui il trailer) è una commedia amara, una doppia visione del cinema, filtrata dai diversi operatori del settore.

Indice

Trama – Making of, la recensione

Sul set del nuovo film del regista, Simon, la situazione potrebbe precipitare da un momento all’altro: l’attore protagonista cerca di influenzare il regista per avere maggiore potere decisionale, i finanziatori approvano un finale diverso che Simon neanche sapeva fosse stato scritto e le scene con decine e decine di comparse vengono interrotte da chi dovrebbe fare il backstage e invece entra nell’inquadratura.

Making of

I Wonder Pictures

Il doppio finale è quello che però preoccupa realmente Simon: non solo deve approvare un nuovo finale, ma questa conclusione proposta segue le regole dell’happy ending che Simon non vuole, non accetta e che, soprattutto, distorcerebbe il senso del film. Intanto Joseph, una delle comparse, gli consegna una sua sceneggiatura, semmai un giorno Simon volesse mettere in scena una nuova storia. Un atto di coraggio e un entusiasmo che piace a Simon e che porta Joseph a venire promosso da comparsa a operatore che si occupa del backstage. Joseph, che sogna di vivere il cinema dietro la macchina da presa, riprende ogni singolo istante del film e ne dà la sua personale interpretazione.

L’arte di superare un set cinematografico – Making of, la recensione

Il cinema e il set sono e sono sempre stati una scuola di sopravvivenza. Making of, che già dal titolo si prospetta come un’opera geniale, è un film nel film nel film, perché la vera azione viene ripresa da un’aspirante sceneggiatore e regista che si trova a dover realizzare un backstage. E si tratta proprio della sua idea di cosa dovrebbe rappresentare un backstage e cioè tutte le difficoltà, i retroscena e, soprattutto, gli ostacoli che il regista ha dovuto affrontare. Non c’è solo la frenesia, la confusione, la volontà di eccellere, le manie di grandezza e di protagonismo, come ci si aspetterebbe. Perché ciò che comunica lo straordinario Denis Podalydès nei panni di Simon, è una sensazione di sfinimento, di sfiducia, di un disinteresse che ogni tanto viene risvegliato dal richiamo lontano di un amore per la settima arte, ma che dura solo un secondo. Quel momento tra il sonno e la veglia prima di realizzare la triste verità di un film che non finisce più.

Making of

I Wonder Pictures

Se non è il dramma la vera e primaria intenzione di Kahn, ma quello di un’amara ironia, Polaydès riesce a trasmettere tutte le sue angoscianti e contrastanti emozioni dal principio: da quando la produzione chiede di cambiare il finale, passando per un attore protagonista che vuole i suoi momenti di gloria, fino a interpreti che spariscono e vita privata che non dà pace, ma solo altri tormenti. Dall’altra parte c’è appunto Alain, l’attore numero uno che come tale vuole essere trattato e riconosciuto e che sarebbe pronto a stravolgere e interrompere qualsiasi ripresa, anche quelle dove sono coinvolte centinaia di comparse, purché il regista cambi ciò che lui vorrebbe che venga modificato. E in tutto questo Making of porta a chiedersi se ciò che si vede sullo schermo sia un film o l’altro, se di lì a poco si sentirà chiamare lo stop o se ciò che sta accadendo è quel mondo, pieno di illusioni, che è fuori dal set e fuori dalla ripresa.

Più che metacinema, più che film nel film – Making of, recensione

Come le proteste invadono la fabbrica al centro del film di Simon, le stesse rischiano di travolgere cast e troupe, perché chi guida la rivolta è lo stesso attore protagonista che altro obiettivo non ha che difendere il proprio ruolo principale e fondamentale, di personaggio più importante. Making of è così attuale in un macrocosmo in cui film politici e film così detti “impegnati” devono però trovare un modo per mettere tutti d’accordo. E più importante della visione del regista, che viene considerato, per definizione, fuori dagli schemi, è quello che vuole il pubblico. Senza il quale, ricordano i finanziatori, molti film e molti registi neanche esisterebbero. Perché prima dell’arte, prima della storia, prima degli attori, prima del messaggio, del senso, del racconto, della concezione visiva, del valore narrativo, prima di tutto ciò che si possa pensare essere un film, un film, per prendere vita, deve partire da una solida base economica.

Making of

I Wonder Pictures

Cifre inimmaginabili e leggi alle quali sottostare, leggi che stabilite dal gusto o dall’audience non fa differenza. E questo perché sul set non è mai detta l’ultima parola, dal primo all’ultimo ciak, dalla prima all’ultima sessione di montaggio fino alla distribuzione. E per tornare al film nel film nel film c’è anche il filtro degli occhi giovani, pieni di vitalità e sogni, ma pur sempre interessati alla concretezza, a quello che non si vede, e che è nella mani di colui al quale è affidato il dietro le quinte. Un dietro le quinte estremamente vero, forse anche troppo, che travisa l’idea che qualsiasi spettatore vorrebbe avere del cinema. Un backstage che sarebbe considerato inaccettabile o perfetto, troppo reale o troppo surreale e che forse spegnerebbe l’entusiasmo di quei giovani che vorrebbero un giorno lavorare nel cinema. O che darebbe un barlume di sincerità, un’onesta che non ha però il potere di distruggere passione e speranza.

Making of

Voto - 7.5

7.5

Lati positivi

  • Realistico, caotico e amaramente ironico
  • Una doppia prospettiva su cosa sia veramente il cinema

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *