Men in black: International – Recensione del film con Chris Hemsworth
La recensione di Men in black: International il nuovo film sugli uomini in nero
Men in black: International recensione. Arriva nei cinema un nuovo capitolo della saga degli uomini in nero che difendono la Terra dalle minacce aliene. Come i suoi predecessori MIB: International promette azione, fantascienza, mostri e tanto divertimento. Ventidue anni fa toccava a Will Smith e Tommy Lee Jones salvare il mondo dall’invasione aliena. Adesso il cast si arricchisce con Chris Hemsworth nei panni del co-protagonista agente H, l’agente High T (Liam Neeson) e per il politically correct una “woman in black”, Tessa Thompson, l’agente M. 114 minuti tra completi in nero, armi futuristiche e tanti mostruosi alieni in questo reboot della serie. Stesse regole di gioco, nuovi protagonisti, nuove situazioni e come al solito il destino della pianeta in ballo. Allacciate le cinture quindi, preparate i vostri neuralizzatori e leggete le nostre impressioni sul reboot di una delle serie cinematografiche più amate degli anni 2000.
Indice
Men In black: International recensione
Una giovane di nome Molly (Tessa Thompson) rimane profondamente colpita dopo aver visto una creatura aliena e degli uomini vestiti di nero usare un flash contro i suoi genitori. Quella sera ha infatti segnato la sua infanzia ed anche il suo futuro. Molly non ha mai dimenticato quell’episodio e con gli anni è cresciuta in lei la curiosità e la voglia di saperne di più. Chi era quella misteriosa creatura nascosta in camera sua? Chi erano gli agenti in nero? Che funzione aveva quel flash? Grazie ad una mente brillante ed una costante ricerca, ormai adulta, arriva a scoprire della segretissima organizzazione dei Men in black.
Dopo essersi recata in sede pretende di sottoporsi ai test di ammissione per essere assunta definitivamente nella squadra degli agenti speciali. Inizia quindi una missione di prova come agente M affiancata da H (Chris Hemsworth), sbruffone e arrogante quanto basta per conquistarla. I due vengono inviati da High T (Liam Neeson) in missione a Londra; l’obiettivo è proteggere e far divertire un membro della famiglia reale jababbiana. L’incarico sembra una passeggiata se non fosse che qualcuno ha deciso di attentare alla vita dell’alieno per impadronirsi di un qualcosa di misterioso.
Men in black: international breve analisi del film
La storica e vincente coppia della fortunata saga MIB composta da Tommy Lee Jones e Will Smith viene ora sostituita dal duo Chris Hemsworth e Tessa Thompson, capeggiati da Liam Neeson. Un cast completamente rivisto che vede come new entry una donna (n.d.r. con tanto di gioco di parole (Wo)men in black) affiancata da una spalla sbruffona e arrogante (n.d.r. un pò come l’agente J nella trilogia). Una coppia perfettamente bilanciata nell’azione e nella comicità con quell’incerto velo di attrazione fisica reciproca che potrebbe far presupporre anche una love story tra i due. Di Men in black: International non c’è poi molto altro da dire se consideriamo che il film si muove sullo spirito e falsa riga dei precedenti. Circa 114 minuti di azione, effetti speciali, alieni e tanti momenti comici spesso al limite con il trash; questo il contenuto in sintesi dell’ultima co-produzione targata Columbia/Sony/Amblin.
Il chiaro obiettivo è quello di abbracciare un pubblico più vasto possibile. MIB International però è anche qualcosa di più, vi sono lati positivi che sono stati poco elogiati dalla critica internazionale. Il film è divertente e questo è già tanto considerando che nasce proprio con questo scopo. Il ritmo è serrato come anche l’azione che si avvale di effetti speciali veramente ben realizzati. La comicità, se così possiamo chiamarla, è la colonna portante di tutta la pellicola, un collante che mantiene uniti tutti gli elementi e personaggi della storia. E ci riesce veramente bene. A livello di sceneggiatura nulla di veramente nuovo; il film tenta comunque di stupire con un paio di colpi di scena, in parte prevedibili. Il plot è sicuramente il tallone D’Achille di questo MIB, una trama piatta, lineare e poco ramificata, di quelle in cui i personaggi vanno da un punto A ad un B.
Men in black: International recensione: conclusioni
Andare a vedere un film come Men in black: International richiede una predisposizione mentale ben precisa; non c’è da aspettarsi nulla di più se non qualche battuta divertente ed effetto speciale. Con queste premesse ben salde nella mente il film potrebbe valere il prezzo del biglietto ed assicurare un paio d’ore di svago. È uno di quei prodotti da vedere nel momento giusto, un po’ come una giacca sgargiante da indossare solo in alcune occasioni. Se avete voglia di epicità e di una fantascienza realizzata con tutti i crismi non è alla porta di MIB: International che dovrete bussare. Si tratta comunque di un’operazione commerciale volta a sfruttare il nome ed il successo di una saga che nel corso degli anni ha attirato un grande pubblico. In un’estate in cui le uscite valide al cinema sono centellinate da parte delle case di distribuzione MIB può rappresentare una buona opzione.
Men in Black: International
Voto - 6
6
Lati positivi
- Effetti speciali ben realizzati
- Divertimento e ritmo
- Piatto
- Riciclaggio di idee vecchie
- Trash e commerciale
Lati negativi