Mercoledì: recensione della serie tv prodotta da Tim Burton
Un coming of age gotico e avventuroso che è un inno all'essere bizzarri e outsider
Dopo mesi dall’annuncio, Mercoledì è approdata su Netflix. La serie è prodotta da Tim Burton – che firma la regia di alcune puntate – e scritta da Alfred Gough e Miles Millar (Smallville,The Shannara Chronicles).
La serie è una miscela esplosiva e divertente tra un teen drama e una detective story, un inno irresistibile dedicato a tutte e tutti quegli adolescenti che si sentono fuori posto, emarginati e incompresi solamente per l’essere loro stessi. Impossibile non rivedere alcuni sprazzi della vita di Burton, un outsider che ha fatto della propria creatività macabra e dell’amore per il bizzarro la sua cifra stilistica.
Indice
- Trama
- Un’epoca nuova
- Una protagonista gotica e indipendente
- Personaggi secondari non all’altezza
- L’ombra di Tim Burton
Trama – Mercoledì, la recensione
Nata come idea spin-off delle famosissime strisce a fumetti di Charles Addams, la famiglia più gotica della televisione è tornata in una veste completamente nuova, pronta ad immergersi nei problemi della società contemporanea che vuole tutte le persone uguali e che allontana chi è considerato diverso. Facciamo la conoscenza di Mercoledì mentre combina l’ultima vendetta che le costa l’espulsione dalla scuola e la porterà a essere iscritta dai suoi genitori nella loro vecchia scuola, un istituto per ragazzi fuori dall’ordinario.
Vampiri, licantropi, sirene, mutaforma e altre creature trovano in quelle mura un luogo sicuro dove essere loro stessi. In un piccolo universo così bizzarro, Mercoledì diventa anche lì un’outsider che preferisce la compagnia della sua macchina da scrivere a quella degli altri, la competizione all’amicizia. Almeno finché non farà uno sfortunato incontro con un mostro che si aggira attorno alla scuola, portando scompiglio nella cittadina e portando gli abitanti a odiare ancor di più gli studenti di quella macabra scuola.
Un’epoca nuova – Mercoledì, la recensione
Mercoledì gioca con uno dei sentimenti più sentiti dagli adolescenti: inserirsi in un contesto sociale sorretto dalle elevate aspettative altrui e alimentato dalla costante competizione in ogni campo. Quel che rende diverso Mercoledì è l’operazione nostalgica che c’è alla base senza che essa diventi stucchevole.
Chi conosce la famiglia Addams per i famosi film degli anni Novanta troverà pane per i suoi denti. Le caratteristiche che hanno reso tanto amati i protagonisti delle avventure macabre e divertenti sono le medesime, ma immerse nella contemporaneità e in tutto quello che ne consegue.
Mercoledì si trova così a fronteggiare le prime interazioni sociali lontana dalla famiglia, prima tra tutti la sua compagna di stanza, una licantropa allegra e frizzante, i tanto da lei odiati social, il ballo studentesco e un rapporto d’amore e d’odio con sua madre Morticia. La relazione tra le due – così come tutte quelle tra madri e figlie dell’istituto – è resa più accattivante e sfaccettata dalla voglia di Mercoledì di essere indipendente, di non crescere all’ombra della propria madre che, alla sua età, primeggiava in tutto e aveva già trovato la sua strada.
Una protagonista gotica e indipendente – Mercoledì, la recensione
La serie gotica non è solamente un teen drama, ma abbraccia diversi generi prima tra tutti la detective story. Mercoledì, tra una lezione e l’altra, è determinata nel voler risolvere il mistero che circonda la scuola e trovare il mostro che risiede in quei luoghi. Una ricerca che la porterà a confrontarsi con se stessa, con i segreti che i genitori cercavano di tener nascosti e con il suo potere telepatico che ha ricevuto da poco. Tra smembramenti, inseguimenti, false piste e storyline intrecciate tra di loro, la storia di Mercoledì procede in modo lineare e divertente, conferendo all’intera serie un ritmo fresco e vivace che trascina la narrazione senza troppi problemi.
La buona riuscita della serie è, come si poteva immaginare, tutta sulle spalle di Mercoledì, un personaggio così particolare già amato dal pubblico per il suo sarcasmo pungente e la sua fascinazione per tutto ciò che è macabro. Jenna Ortega è perfetta nell’interpretare un’adolescente dal viso impassibile, con la battuta tagliente sempre pronta e con uno spiccato senso d’indipendenza che si traduce in amore per la letteratura, nella disciplina nello studio e nel buttarsi a capofitto in ogni situazione al limite dell’assurdo che le si presenta.
Personaggi secondari non all’altezza – Mercoledì, la recensione
Mercoledì è un personaggio sfaccettato e ben costruito sia nella scrittura che nell’interpretazione. È quindi un peccato costatare che, al contrario, la sua famiglia non riesce a esserle all’altezza. Il casting, visivamente, è molto fedele agli originali, ma sono solamente macchiette che si reggono sulla peculiarità più fisica e immediata della coppia (un amore passionale che esplode anche in pubblico, una relazione che non segue le regole sociali delle altre coppie che non sembrano nemmeno innamorate), ma che non si espande alla loro caratterizzazione.
Mercoledì quindi cade in uno dei difetti che non ci si aspettava da una serie che, per sua natura, è fuori dall’ordinario. La serie vorrebbe, tra le altre cose, essere una critica a una società che allontana chiunque si allontani da rigide norme di comportamento che comprendono ogni aspetto della vita, anche quello più superficiale riuscendoci solamente a metà.
Un teen drama gotico e avventuroso che avrebbe potuto osare molto di più con i personaggi secondari e che invece si limita a riprendere stilemi – troppo – classici del racconto di formazione. A partire dalla sua famiglia, fino al tanto abusato triangolo amoroso che viene introdotto fin dalla prima puntata e che si scontra con crudeltà contro il personaggio di Mercoledì.
L’ombra di Tim Burton – Mercoledì, la recensione
Tim Burton è sicuramente tra i primi nomi che vengono in mente quando si pensa ad un mondo bizzarro, grottesco e dalle sfumature horror per questo la notizia che ci sarebbe stato lui dietro al progetto (oltre ad aver diretto alcune puntate) sembrava essere un buon auspicio. Le atmosfere di Mercoledì sono irresistibili, a partire dalla scuola gotica resa viva da studentesse e studenti in adorabili divise a righe viola e nere (no Mercoledì, allergica ai colori ad eccezione del nero con un accenno di bianco), al bosco misterioso e decadente fino alla cittadina in cui un parco a tema per ricordare i pellegrini americani troneggia su tutto.
Così come la sceneggiatura, la parte visiva esalta Mercoledì e la immerge nel 2022 con vestiti che ricordano l’adorato vestito nero classico, ma con quel tocco di contemporaneità. Esteticamente la serie segue la linea della scrittura così ai limiti dell’assurdo e dell’irrealistico in una cittadina fittizia che sembra la copia di Halloween delle ambientazioni di Una mamma per amica miste con Harry Potter. Ma in tutto questo solo pochi elementi hanno il tocco inconfondibile di Tim Burton. L’estetica del mostro e le divise a righe richiamano quel buon e vecchio cinema degli anni 2000 in cui Burton era ai suoi massimi splendori, ma oltre a questi unici appunti la firma di Burton si perde in un prodotto sì curato, ma non inconfondibile.
Mercoledì
Voto - 7
7
Lati positivi
- La protagonista in ogni sua sfaccettatura, interpretata da una Jenna Ortega perfetta
- Le atmosfere gotiche che fanno da sfondo ad una detective story avvincente
Lati negativi
- Il tocco di Tim Burton è appena accennato
- Troppi cliché per una serie che poteva osare molto di più