Mickey 17: la recensione del nuovo film di Bong Joon-ho
La nostra recensione di Mickey 17, nuovo film del regista di Parasite Bong Joon-ho con protagonista Robert Pattinson
Dopo aver vinto con Parasite ben quattro statuine d’oro nella notte più prestigiosa di Hollywood il premio Oscar Bong Joon-ho torna dietro la cinepresa e alla scrittura con Mickey 17. Alla guida del cast il sempre più affermato Robert Pattinson nei panni del/dei protagonista/protagonisti insieme al duo Mark Ruffalo e Toni Collette, gli spietatissimi di turno. Siamo proiettati in un futuro molto prossimo, in un mondo dove la tecnologia ha fatto passi enormi e l’uomo volge lo sguardo alla conquista di nuovi pianeti e galassie.
La replicazione dell’essere umano con una vera e propria stampante è di fatto l’ultima (diabolica) innovazione in campo scientifico. Come solitamente accade chi ha il potere e l’ambizione di muovere il mondo controlla anche le ultime conquiste tecnologiche (vi vengono in mente paragoni con qualche figura dei nostri tempi?). In questo scenario agghiacciante si apre la nuova pellicola di Bong Joon-ho che entra nel vivo fin dai primi minuti. Se siete curiosi di conoscere la nostra opinione proseguite con la lettura della recensione di Mickey 17.
Indice:
La trama – Mickey 17 recensione
2054, l’uomo è alla ricerca di nuovi pianeti nello spazio infinito dove poter rifondare l’umanità. I cambiamenti climatici stanno distruggendo infatti la nostra amata Terra. Il magnate Kenneth Marshall (Mark Ruffalo), dopo aver fallito miseramente in politica, si getta, assieme a sua moglie Gwen (Toni Collette), in un progetto che prevede la fondazione di una nuova società in un altro pianeta. Kenneth è per molti una sorta di figura mitologica e tanti sono i candidati che vorrebbero partire insieme a lui alla ricerca di questo nuovo mondo da popolare. Entra nella spedizione anche lo sventurato Mickey Barnes che per sfuggire alla mano di sanguinari strozzini decide di rifugiarsi nell’oscurità dello spazio intraprendendo così una via di non ritorno. Per entrare nella spedizione è costretto infatti ad accettare il ruolo peggiore, il più infimo, l’ultimo anello della catena sociale.
Sarà quello che viene chiamato expendable, ovvero un sacrificabile. Il suo corpo appartiene ora alla scienza, al servizio dell’umanità. Se c’è una missione pericolosa sarà lui a compierla, se c’è da ingerire un veleno per sperimentare un nuovo antidoto sarà lui ad assumerlo. È previsto che muoia, non una, non due ma tutte le volte che serve. Perché grazie alle moderne tecnologie il corpo e le memorie di Mickey Barnes vengono ogni volta ristampati facendolo tornare miracolosamente in vita come nuovo. Mickey 17 è solo l’ennesima copia che si porta alle spalle ben 16 morti, una più cruenta dell’altra. Tuttavia l’incontro con delle strane creature che popolano un pianeta perennemente innevato potrebbe cambiare le sorti di Mickey e dell’intera spedizione.
La società secondo Bong Joon-ho
Ambientando il suo film in un futuro prossimo (molto prossimo) Bong Joon-ho sembra quasi volerci ammonire che la fine del nostro pianeta potrebbe essere più vicina di quanto pensiamo. La mano autodistruggente dell’uomo ha sconvolto la Terra, i cambiamenti climatici con le tempeste di sabbia ne sono una diretta conseguenza. In questo scenario catastrofico, molto simile a quelle premesse che ritrovavamo anche in Blade Runner 2049, l’uomo si getta alla ricerca di altri pianeti dove poter iniziare una nuova vita.
Nel suo Parasite Bong Joon-ho ci presentava una società piena di contrasti con apparenti vinti e vincitori; una realtà dove quello che sembrava essere un confine netto tra bene e male si perdeva poi in un gioco di illusioni, apparenze e stravolgimento dei punti di vista. Una storia forte e disorientante, a tratti disturbante, di quelle che a fine proiezione ti arrivano veramente dentro. Ma quello stesso concetto di “società piramidale”, quella “lotta di classe”, quella scalata incessante dei “reietti” verso l’alto, Bong Joon-ho ce l’aveva raccontata ancor prima, a bordo di un treno in moto perpetuo, in un altro futuro distopico, quello di Snowpiercer. Mentre in Parasite però il bianco e nero si mescolavano in indecifrabili sfumature di grigio (e forse qua stava la magia del film) in Mickey 17, così come in Snowpiercer, c’è una distinzione ben più definita tra bene e male.
Mickey 17
In Mickey 17 la caratterizzazione dei personaggi è netta, i protagonisti ed antagonisti della vicenda sono volutamente caricaturali, quasi “macchiettistici”, c’è decisamente meno spazio per le sfumature. Il racconto sposa un tono inizialmente melodrammatico scandito da un sano e ben riuscito black humor per poi sprofondare a tratti nel demenziale, che funziona magnificamente bene. Sta tutto racchiuso lì, in quel volto da ragazzino innocente ed ingenuo di Robert Pattinson che avviandosi con dolce malinconia alla prossima morte ci smuove una compassione immensa.
Mickey, questo umano che non sembra più umano, ristampato infinite volte e sacrificato in nome della scienza e dell’umanità al pari di una cavia di laboratorio, non ha più libertà e scopi se non quello del sacrificio. Robert Pattinson è decisamente straordinario nel ruolo di questo ragazzo umile, semplice ed indifeso. Mickey Barnes è proprio quel tipo di persona che subisce gli eventi della storia, che viene calpestata e masticata da società come la nostra dove regna l’ambizione, il voler far carriera, il denaro, il potere, società che Bong Joon-ho riprende e condanna continuamente nel suo immaginario filmico.
Cosa non funziona
La pellicola parte con le migliori premesse suscitando già nei primi minuti tante domande nella mente dello spettatore, specie quello più attento e critico. Al pari di quegli androidi raccontati da Philip K. Dick e portati poi su grande schermo da Ridley Scott con Blade Runner, Mickey è sostanzialmente uno schiavo, al servizio della scienza e dell’umanità. Un sacrificabile la cui vita appartiene ormai ai suoi nuovi padroni. Nel vedere quel corpo ripetutamente martoriato, affettato, bruciato vivo e contagiato ci chiediamo in fin dei conti se nel nome del progresso si possa giustificare qualsiasi metodologia adottata dalla scienza.
Così come per la dissezione degli animali, è lecito pensare che si possa accettare tutto in nome della sopravvivenza della razza umana e dell’innovazione? Queste riflessioni che sembrano banali ma che in realtà hanno risvolti ben più complessi cedono il passo poi alla storia vera e propria del film perdendosi negli sviluppi di una trama evidentemente più interessata a tornare sui binari rettilinei di un registro classico, dove c’è un inizio, uno sviluppo ed un finale con dei super cattivi da sconfiggere. È qui che il maestro Bong Joon-ho fa scadere il suo Mickey 17 in un prodotto ben più ordinario e se vogliamo commerciale perdendo tutta quella magia e illusione che ci aveva regalato nei minuti iniziali.
Conclusioni
Difficile dire quanto effettivamente nella scrittura Bong Joon-ho si sia ispirato a colossi dello sci-fi come Moon e Blade Runner che hanno notevoli analogie con Mickey 17 (il primo soprattutto). Di certo viene meno quel paragone così forzatamente spinto dalla campagna pubblicitaria dello stesso film che lo definiva come il nuovo 2002: Odissea nello spazio. Un racconto che inizia in maniera eccellente e che poi perde quel fascino di opera unica ed irripetibile, come è Parasite.
La pellicola è sicuramente scorrevole e divertente, quasi perfetta nei tecnicismi del comparto sonoro e degli effetti speciali, oltre a una scenografia che ci immerge completamente nel futuro immaginato da Bong Joon-ho. La recitazione dei pochi protagonisti sorregge perfettamente l’intero impianto dell’arco narrativo. Mickey 17 è tuttavia una creatura imperfetta, figlia di “scelte imperfette”. Un film che poteva osare molto di più evitando di sprecare il suo potenziale semplicemente per “servire” il racconto, lo svolgimento di una trama compiuta, quella noiosa, eterna e già vista lotta tra buoni e cattivi. Al cinema dal 6 marzo con Warner Bros. Pictures, trovate qui il trailer di Mickey 17.
Mickey 17
Voto - 8
8
Lati positivi
- La storia è appassionante
- Scenografia, effetti speciali, recitazione
- Scorrevole e divertente
- Scade nella classica storia "buoni contro cattivi"
Lati negativi