Mio fratello rincorre i dinosauri: la recensione del film con Alessandro Gassman
Prima ancora che uscisse in sala in molti hanno affermato che Mio fratello rincorre i dinosauri, film tratto dal romanzo omonimo del giovanissimo Giacomo Mazzariol, è la versione italiana di Wonder. Presentato alle Giornate degli Autori di Venezia 76 il film di Stefano Cipani sta riscuotendo un ottimo piazzamento negli incassi. Nel cast spiccano i nomi di Alessandro Gassman, Isabella Ragonese e Rossy De Palma. Alla regia Stefano Cipani, alle prese col suo primo lungometraggio. In questa recensione cercheremo di analizzare pregi e difetti di questo film, che tocca temi delicati e toccanti. Fra i più importanti il tema della disabilità, dell’inclusione sociale e delle dinamiche familiari in un periodo della vita complesso come l’adolescenza. Avventuriamoci dunque in questa recensione di Mio fratello rincorre i dinosauri.
Il romanzo di Giacomo Mazzariol racconta in modo profondo ma nello stesso tempo ironico il rapporto tra l’adolescente Jack e il fratello Giò, affetto da sindrome di Down. Mio fratello rincorre i dinosauri ha gli stessi toni e sta avendo un buon successo di pubblico grazie a una storia vera che non può fare a meno di coinvolgere.
Indice
Trama – Mio fratello rincorre i dinosauri recensione
Jack (Francesco Gheghi) vive in un paesino di provincia con la mamma Katia (Isabella Ragonese), il papà Davide Mazzariol (Alessandro Gassman) e le due sorelle. La notizia dell’arrivo di un fratellino lo riempie di gioia: finalmente avrà una spalla in una famiglia dove domina la presenza femminile. Tutti aspettano l’arrivo del piccolo Giò (Lorenzo Sisto) e la scoperta alla nascita che il bambino è affetto da sindrome di Down è un fulmine a ciel sereno. I genitori si trovano impreparati e si affacciano mille paure. Davide e Katia raccontano a Jack che il suo fratellino è una specie di supereroe, una creatura quasi magica.
Il piccolo Jack adora suo fratello e Giò cresce in un ambiente ricco di stimoli e affetto. Il rapporto fra i due cambia quando Jack cresce. Sono i tempi del liceo, delle prime cotte, delle nuove amicizie e un fratello con la sindrome di Down diventa qualcosa da nascondere. Per paura di non essere accettato dai suoi nuovi compagni di classe (e dalla bella Arianna in particolare), Jack racconta a tutti che suo fratello è morto. Jack si crea così un mondo parallelo: suo fratello esiste solo nei confini familiari e lui può finalmente sentirsi un ragazzo come tutti gli altri.
Il castello di bugie di Jack crolla quando il suo migliore amico Vitto (Roberto Nocchi) aiuta Giò ad aprire un canale Youtube. I video di Giò cominciano ad avere visibilità e Jack li toglie dalla rete attribuendo la colpa del gesto ad un’organizzazione neonazista, finendo per essere smascherato. Una manifestazione indetta dalla famiglia Mazzariol per sostenere Giò è l’occasione per Jack di confessare tutte le sue bugie. Da quel momento in poi il ragazzo riscopre il rapporto col fratello e capisce che la sua più grande paura è quella di perderlo.
Mio fratello rincorre i dinosauri: un racconto di formazione
Stefano Cipani ha dichiarato di essere rimasto affascinato fin da subito dalla storia della famiglia Mazzariol e dalla sua umanità così profonda. Al centro del racconto la figura di di Giacomo/Jack Mazzariol, con tutte le sue contraddizioni, un tipico adolescente con cui è facile identificarsi. Tutti noi abbiamo dovuto confrontarci, da ragazzini, con un percorso di crescita più o meno complesso; il percorso di Jack ha al centro la relazione col fratello disabile.
Nel film seguiamo le tappe di questo percorso di formazione, guidati dalla voce narrante di Jack che ci accompagna dall’inizio alla fine. Il Jack bambino vede in Giò una specie di supereroe: i suoi genitori gli hanno detto che il suo fratellino è magico, diverso da tutti gli altri e Jack non ha motivo di dubitarne. La scoperta che la sindrome di Down rende Giò solo “diverso” e non “magico” è per Jack un vero e proprio trauma. Con l’arrivo dell’adolescenza la condizione di Giò diventa per Jack un’insostenibile fonte di imbarazzo. È per questa ragione che Jack racconta a tutti i nuovi amici del liceo che suo fratello è morto.
Jack è perfettamente consapevole di essere nel torto, sa che non dovrebbe vergognarsi di suo fratello, ma il desiderio di inserirsi nel nuovo mondo del liceo prevale sul senso morale. La crescita di Jack avviene quando capisce che non può essere accettato fingendosi qualcun altro e che la disabilità non è una condizione di cui vergognarsi. In questo percorso di formazione la famiglia gioca un ruolo fondamentale. Quando scoprono tutte le bugie di Jack, i Mazzariol hanno sì una reazione dura, ma non smettono mai di cercare di comprendere il ragazzo e di stargli vicino.
Regia e interpretazioni – Mio fratello rincorre i dinosauri recensione
Mio fratello rincorre i dinosauri rappresenta l’esordio alla regia del giovane Stefano Cipani. Si vede che il soggetto gli sta a cuore e nel film traspaiono un certo entusiasmo e passione per il mestiere. Quello che manca è un’impronta precisa, non si ritrova una cifra stilistica personale; d’altro canto il ritmo è sempre buono e il film riesce a intrattenere senza intoppi.
Alessandro Gassman e Isabella Ragonese sono giusti nella parte di due genitori affettuosi e aperti, talvolta impacciati ma sempre pronti a mettersi in gioco. Si calano bene nelle loro parti e portano in scena i loro personaggi con naturalezza. Rossy De Palma, una delle muse di Pedro Almodovar, è perfetta nella parte della zia rock un po’ folle. Espressiva e comunicativa come sempre, riesce a dare il suo tocco in più tutte le volte che è in scena. Francesco Gheghi nei panni di Jack regge bene la parte del protagonista, credibile, spontaneo e mai forzato. Lorenzo Sisto è entusiasta, simpatico e carico di energia positiva, proprio come il vero Giò che si ritrova nel romanzo.
Osservazioni tecniche e conclusioni
Mio fratello rincorre i dinosauri, proprio come Wonder, tratta il delicato tema della diversità ed è l’adattamento di un romanzo con alla base una storia vera. È impossibile non pensare che il modello di riferimento non sia stato proprio il film con Julia Roberts e Owen Wilson. L’ambizione di sceneggiatore e regista è quella di arrivare a un grande (ed eterogeneo) pubblico utilizzando un linguaggio cinematografico immediato. La sceneggiatura di Fabio Bonifacci (in collaborazione con lo stesso Giacomo Mazzariol) sembra tuttavia pensata più per il mezzo televisivo che per il grande schermo. Centrato per lo più l’intento di rivolgersi a un pubblico eterogeneo: il film di Cipani è quello che si può definire un classico film per la famiglia, con diverse strizzatine d’occhio al pubblico dei giovanissimi.
Nel complesso Mio fratello rincorre i dinosauri coinvolge e intrattiene, grazie soprattutto a una storia alla base che non può non suscitare emozioni. Apprezzabile l’aver riportato nel film l’ironia e la freschezza che caratterizzano il romanzo di Giacomo Mazzariol. Il messaggio del film sui temi dell’inclusione e della disabilità è importante e ci viene veicolato senza troppa retorica e sfoggio di buoni sentimenti fini a se stessi. Consigliato.
Mio fratello rincorre i dinosauri
Voto - 6
6
Lati positivi
- Cast azzeccato
- Storia coinvolgente
Lati negativi
- Sceneggiatura troppo televisiva
- Regia poco incisiva