Mio padre è un sicario: recensione del film con Nicolas Cage
Mio padre è un sicario è il film di Sky Cinema in onda il 6 marzo 2024, con protagonista Nicolas Cage. Tim Brown dirige un thriller comedy che inizialmente oscilla esageratamente verso l’ambito più crime e solo in un secondo momento si rivela una pellicola quasi prettamente comica, con una serie di elementi che puntano al divertimento e all’intrattenimento. Con un buon cast, Mio padre è un sicario (qui il trailer) ha una messa in scena televisiva e grossolana, e una trama fin troppo semplice e lineare.
Indice
Trama – Mio padre è un sicario, la recensione
Jimmy e Ashley sono costretti a fuggire, portando con loro la figlia Sarah, dopo che Jimmy ha rubato qualcosa al proprio capo, Donnie. Un uomo con il quale è meglio non scontrarsi. Ma a quanto pare Jimmy non aveva scelta e ora lui, Ashley e Sarah hanno un solo posto dove andare. Jimmy vuole che la moglie e la figlia partano prima di lui, per mettersi subito in salvo; lui invece ha ancora qualcosa da portare a termine. Ma Ashley non è pronta a lasciarlo, sa che ciò che ha fatto Jimmy era fin troppo pericoloso per trattarsi di una sua scelta personale. Mette così Sarah su un aereo diretto alle isole Cayman, dove abita suo padre, il nonno di Sarah, che non vede da anni, ma che abita in un luogo dove nessuno cercherà mai la figlia, né Ashley né Jimmy quando entrambi i genitori raggiungeranno la figlia. Quando Ashley e Jimmy finiscono nelle mani di Donnie, ciò che l’uomo vuole è quello che Jimmy gli ha sottratto: una chiavetta USB contenente preziose informazioni. Ma Ashley, come Jimmy le aveva chiesto, ha nascosto la chiavetta: sa che Donnie non deve trovarla. Ma Donnie e chi lo comanda a distanza non è pronto a fermarsi e non lo farà finché non raggiungerà il proprio obiettivo. L’obiettivo è la chiavetta e sulle sue tracce ci sono molte più persone di quanto si potrebbe immaginare.
Comico e thriller – Mio padre è un sicario, la recensione
Sospeso tra crime e demenziale, Mio padre è un sicario è molto più comico che thriller e riesce maggiormente nel suscitare ilarità che nel coinvolgere con pochi momenti di suspence che alternano sparatorie e agguati. Ottimo Nicolas Cage nei panni di una macchina da guerra imbattibile travestito da anziano svampito, distratto, pieno di acciacchi e quasi perennemente stordito dall’alcool. Credibile e forte di una buona interpretazione in entrambe le maschere. L’interpretazione infatti non delude, credibile e adeguata considerando gli attori, come anche la sceneggiatura, che crea dialoghi abbastanza verosimili e che funzionano in botta e risposta convincenti e di sicuro effetto. Degni di nota anche la giovanissima Thalia Campbell, gli attori Jackie Earle Haley e Ron Perlman, che tanto quanto Nicolas Cage, non ha bisogno di presentazioni. Sempre perfetto e adatto per ogni ruolo.
La componente relativa al cast, e quindi anche un’esteriorità di protagonisti e antagonisti, con profonde differenze tra buoni e cattivi, funziona proprio nel suo essere stereotipata, nel suo non cercare di strafare o stupire. Nessuna cura dei dettagli, che forse avrebbe reso più interessanti l’assetto del racconto e l’assetto visivo, si nota. Ma non esagerando si riesce a rendere alcune figure, soprattutto la banda di assassini al servizio del boss, tanto spietata quanto ai limiti del ridicolo. Un ridicolo che risulta così macchiettistico, che fa ridere, che alleggerisce quel peso thriller e crime che il film non riesce a trasmettere e che dà una veridicità ideale a chi viene spesso rappresentato con semplici caratteristiche. Ecco che i così detti “scagnozzi” di un capo diabolico sanno quando e come premere il grilletto, come spaventare e minacciare, ma se si trovano di fronte a una situazione che richieda un maggiore ingegno o una formazione specifica, sono totalmente incapaci.
Una tecnica poco attenta che stona sempre – Mio padre è un sicario, la recensione
Una fotografia, una scenografia e anche alcune scelte di regia che lasciano a desiderare, ma che sembrano una scelta ponderata, dichiarando da subito il genere e il tipo di film che si sta guardando. Non è però una regola né utile né vantaggiosa quella di optare per una messa in scena amatoriale, che non ha anzi niente a che vedere con il cinema. Ha un taglio televisivo, che ricorda sitcom o fiction e che fa sorgere il dubbio che nasconda retroscena di disattenzione o, peggio, disinteresse per lo sfondo della narrazione. Un qualcosa che mai si può considerare secondario. Ci si trova inoltre alle isole Cayman, un vero e proprio paradiso terrestre, tra case sulla spiaggia, motoscafi di lusso che sfrecciano sul mare e ville faraoniche con bodyguard e cecchini a ogni angolo. C’era quindi tutto il materiale per arricchire, abbellire e anche aggiungere elementi che mai guastano. Insieme al personaggio di Ron Perlman, il criminale buono, tematica sempre apprezzata, ma qui troppo poco approfondita.
Soprattutto considerando l’intento del film di strappare un sorriso, senza raccontare una trama particolarmente intricata, avvincente o dei personaggi con una profondità che farebbe passare in secondo piano il resto. Quelle pellicole che sfiorano l’assurdo, ma che lo fanno con coscienza e senza alcuna pretenziosità, di solito puntano il massimo dell’impatto visivo proprio sulle location, sui costumi, sulla regia, la fotografia, la coreografia di alcune scene e soprattuto sulla colonna sonora. Elementi quasi assenti in Mio padre è un sicario. Non particolarmente avvincente, il film intrattiene, partendo con un genere e rivelandosi, poi, per fortuna, un altro, più vicino alla comicità. A stuzzicare maggiormente il pubblico la volontà di sapere e seguire il percorso della figura di Nicolas Cage, la cui vera genialità sta solo nell’essere un killer altamente addestrato. Anche eventi e vicende avrebbero quindi potuto essere un po’ più accurati. Nel complesso Mio padre è un sicario si lascia vedere e si riesce anche a seguire, senza però potersi aspettare troppo da nessun punto di vista. Forse solo dalla recitazione e da qualche simpatica battuta, con l’aspetto più thriller che invece non ha molto senso di esistere.
Mio padre è un sicario
Voto - 6
6
Lati positivi
- Un ottimo cast e una buona recitazione
Lati negativi
- Messa in scena poco curata
- Elementi thriller poco funzionali