Misericordia: la recensione del film di Emma Dante disponibile in streaming su Mymovies ONE
La nostra recensione di Misericordia, il film di Emma Dante disponibile in streaming su Mymovies ONE
È disponibile su Mymovies ONE Misericordia, lungometraggio della regista e attrice teatrale Emma Dante che, adattando un suo spettacolo, porta in scena una storia cinematografica reale, con una profonda espressività, capace di emozionare il pubblico, appassionarlo e coinvolgerlo appieno in ciò che vede. Misericordia è il terzo lungometraggio per il cinema di Emma Dante, dopo Via Castellana Bandiera del 2013 e Le sorelle Macaluso del 2020.
Indice
- La trama
- La natura come allegoria della vita
- La potenza nella semplicità del racconto
- La distanza tra personaggi e spettatori
La trama – Misericordia recensione
Misericordia è stato presentato in gara al Tallinn Black Nights Film Festival, dove ha vinto il premio per il miglior film e miglior attore per il protagonista Simone Zambelli. Quest’ultimo interpreta Arturo, un giovane ragazzo cresciuto nel corpo ma non nella mente che vive orfano insieme a due donne – Betta e Nuccia – in un complesso di baracche vicino al mare, in Sicilia. La comunità in cui vive il giovane ragazzo è formata per lo più da prostitute, che durante il giorno conducono la loro vita quasi normalmente, per poi offrire il proprio corpo a uomini che pagano per provare piacere.
Protettore del complesso è “Polifemo”, chiamato dagli altri “Il porco”, che si diverte a spaventare Arturo minacciando di ucciderlo, così come ha fatto con sua madre quando era solo un bambino. Betta e Nuccia, che sono ormai diventate le seconde mamme di Arturo, cercano di proteggerlo a tutti i costi, trovando per lui una sistemazione diversa dalla propria, per offrirgli un futuro degno di essere vissuto.
La natura come allegoria della vita – Misericordia recensione
Il mare che si infrange potente contro gli scogli e la montagna che frana ogni volta che nelle baracche succede qualcosa di indicibile sono un’allegoria dello scatafascio del complesso in cui vive Arturo. La vita di chi vive in quel luogo è precaria, è dettata dalle regole di chi decide del corpo delle donne come se fosse il proprio. La loro vita è instabile, pericolante, così come lo sono le loro abitazioni, quasi sempre allagate, con muffa alle pareti e sporche. I rifiuti fanno da confine alle abitazioni e in un certo qual modo appaiono anch’essi come allegoria delle donne che vivono lì, che vengono viste e trattate come rifiuti.
Eppure in tutta questa fatiscente rappresentazione, il sorriso e la luce sembra non mancare mai. La luce è Arturo, il cui nome viene proprio da una delle stelle più luminose del firmamento. Arturo non parla, Arturo gira in tondo come se fosse un gioco, sorride, corre vie spensierato e libero, con le braccia che gli cadono a penzoloni. Arturo è un bambino intrappolato nel corpo di un uomo. Vive la sua vita, gioca con le pecore, con i bambini, con le sue mamme adottive, con chi gli vuole bene. È inevitabile voler bene ad Arturo, è così anche per lo spettatore, che empatizza con lui e inevitabilmente lo fa anche con il suo ambiente e con i personaggi femminili che sono all’interno del film.
La potenza nella semplicità del racconto – Misericordia recensione
Emma Dante decide anche questa volta di mettere al centro della sua rappresentazione le donne. Gli uomini in scena sono quasi sempre solo di contorno, tranne per l’appunto Arturo. Il racconto della regista però non vuole essere accusatorio verso gli uomini o dalla parte delle donne come in qualche specie di film estremo in cui tutti gli uomini sono cattivi e tutte le donne sono buone. Il bello di Misericordia è il suo essere prettamente un racconto.
Non vuole avere esplicitamente una morale dietro la quale nascondersi. È compito dello spettatore capire le sottili similitudini che ci sono tra paesaggio e vicende raccontate, tra parole e gesti, tra emozioni e sensazioni. Misericordia è un vero e proprio racconto della realtà, una realtà siciliana a volte dimenticata, che può essere quasi sicuramente traslata in ogni altra parte del mondo. Misericordia è un film semplice ed è proprio questa semplicità che colpisce lo spettatore e lo rende sempre più partecipe del racconto.
La distanza tra personaggi e spettatori – Misericordia recensione
Peccato però che Emma Dante, nonostante cerchi di coinvolgere lo spettatore, allo stesso tempo lo tiene a debita distanza, quasi come se volesse proteggere il film e i suoi protagonisti da occhi indiscreti. I personaggi, infatti, non si fanno conoscere fino in fondo, rendendo difficile la completa sintonia con chi li guarda. Non conosciamo fino in fondo la loro storia, non sappiamo da dove vengono e perché sono lì, cosa che capiamo fino in fondo proprio con il personaggio di Anna.
Anna è una ragazza di 32 anni arrivata nel complesso nella prima parte del film, viene accolta anche lei da Betta e Nuccia e vive con loro e Arturo la sua vita da prostituta. Anna è una ragazza che si fa forte, anche se in realtà è molto più fragile di quello che pensa. Vive la sua vita offrendo anche lei il proprio corpo e sembra anche contenta di quello che fa, salvo poi avere gli occhi lucidi dopo essere stata usata per provare piacere. Di Anna però non conosciamo nulla, tranne il suo buon cuore. È proprio quello che Emma Dante fa, mostra il cuore di queste persone chiuso in una prigione a cielo aperto. Un cuore chiuso in gabbia come uccellini, che non potranno probabilmente mai uscire dalla loro realtà e scoprire con occhi nuovi lo sconfinato paesaggio siciliano, fatto di mare e campi immensi, dove poter correre liberi e vivere felici.
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Misericordia
Voto - 7
7
Lati positivi
- È inevitabile voler bene ad Arturo, è così anche per lo spettatore, che empatizza con lui e inevitabilmente lo fa anche con il suo ambiente e con i personaggi femminili che sono all’interno del film.
- Misericordia è un vero e proprio racconto della realtà, una realtà siciliana a volte dimenticata, che può essere quasi sicuramente traslata in ogni altra parte del mondo.
- Misericordia è un film semplice ed è proprio questa semplicità che colpisce lo spettatore e lo rende sempre più partecipe del racconto.
- I personaggi non si fanno conoscere fino in fondo, rendendo difficile la completa sintonia con chi li guarda.
Lati negativi