Mr Long – La recensione del nuovo film di Sabu
La recensione di Mr Long: il film nipponico mix di generi
Mr Long recensione – Il regista nipponico Sabu torna nei cinema con Mr Long, un complesso mix di generi intriso di azione, violenza, romanticismo e dramma. Il film racconta la storia di uno spietato sicario thailandese che uccide per soldi. Tuttavia la sua abilità non si limita alla professione da killer; infatti Mr Long è anche uno strabiliante cuoco in grado di preparare dei piatti sopraffini tipici della sua terra di origine. Questo personaggio misterioso, terrificante ma anche affascinante è destinato a cambiare completamente quando sulla sua strada incontra Jun, un bambino che vive in una baraccopoli insieme a sua madre, Lily, una tossicodipendente ed ex-prostituta.
Presentato al 67esimo festival internazionale del cinema di Berlino, Mr Long è l’ultima fatica di Sabu, talentuoso regista giapponese. Se siete curiosi e volete conoscere meglio questa storia non vi resta che mettervi comodi e leggere la nostra recensione di Mr Long.
Mr Long – Recensione
Sinossi
Al servizio di un potente boss della malavita thailandese, Mr Long è un inarrestabile killer che versa sangue per le strade di Taiwan grazie al suo strumento di morte, un coltello. Un giorno viene mandato in missione in Giappone, a Tokyo. Sfortunatamente non tutto va come previsto; dopo esser stato gravemente ferito riesce a fuggire e mettersi momentaneamente in salvo. Viene ritrovato il giorno dopo riversato sulle strade di una baraccopoli da Jun, un dolcissimo bambino che vive insieme a sua madre, tossicodipendente ed ex prostituta. Jun si prende cura di Mr Long portandogli cibo, coperte e medicazioni. Per sdebitarsi il killer decide di cucinare delle gustose zuppe per Jun, con gli ingredienti che lui stesso gli procura.
In poco tempo le doti culinarie del nuovo arrivato diventano note a tutti gli abitanti della baraccopoli. Proprio grazie all’aiuto di questi Mr Long mette su un piccolo ristorante ambulante con cui cerca di guadagnare un po’ di soldi per poter tornare a casa. Inaspettatamente però si affeziona sia Jun che a sua madre Lily, con cui inizia a convivere. La vita spensierata viene improvvisamente turbata da un passato rimasto in sospeso e che ora chiede il conto.
Mr Long – il film in breve
Per circa 129 minuti lo spettatore assisterà a un mix di generi con continui cambi di trama e punti di vista dei vari personaggi. Si parte con l’azione e la violenza al limite dello splatter per poi passare a un qualcosa di lento e romantico, ma anche triste e drammatico. Il filo conduttore di molte scene è una comicità fatta di gesti ed espressioni che in realtà sono un po’ al limite con il demenziale e spesso rallentano solo il ritmo.
I diversi generi sono trattati discretamente (a parte la comicità). Le scene di azione e violenza sono frenetiche e veramente divertenti da vedere, ma non mancano momenti di commozione e romanticismo. Tuttavia il problema maggiore del film è forse proprio quello di mettere insieme troppi elementi, di avere troppe pretese. Il continuo cambio di trama e genere dovuto all’evoluzione della storia o a flashback molto lunghi spezza il ritmo e la suspence.
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Oltre alla storia ne risente molto la figura del protagonista Mr Long, che passa spesso in secondo piano. Il nostro killer perde di carisma e interesse man mano che la storia va avanti, considerando anche che non conosciamo nulla del suo passato e nel film è veramente di poche parole (ed espressioni). Questo personaggio da misterioso ed affascinante si appiattisce per poi riscattarsi (ovviamente) solo nel finale.
Altra spina nel fianco sono i dialoghi, tendenzialmente semplici e banali, alla ricerca di una comicità misera (ed il doppiaggio italiano sciatto peggiora solo le cose). Il film si riscatta piuttosto bene sul lato tecnico. Fotografia e regia veramente accattivanti nelle riprese e nella gestione delle luci di scena. Ottimo anche il comparto sonoro, comprese le tracce musicali che spesso narrano da sole la storia nel film.
Conclusioni
Mr Long è sicuramente un film con grandi potenzialità ma che risulta complesso e troppo “spezzettato”, per cui non ci ha convinto appieno. Ne consigliamo comunque la visione a chi cerca un qualcosa di diverso dal solito.
6,5 - 6.5
6.5
The Good
- Azione e romanticismo
- Fotografia e regia
- Sonoro
The Bad
- Troppi cambi di ritmo e trama
- Comicità demenziale e noiosa
- Dialoghi banali
- Si perde il focus e interesse sul protagonista, poco caratterizzato