Murdaugh Murders: la recensione della nuova docuserie true-crime Netflix

La nuova miniserie true crime di Netflix cerca di far luce su una serie di delitti irrisolti legati a una potente famiglia del South Carolina

Dal 22 febbraio è disponibile su Netflix la miniserie true crime Murdaugh Murders: scandalo nel profondo sud. Un giallo in tre episodi, diretti da Julia Willoughby Nason e Jenner Furst, che tenta di replicare la formula vincente di docuserie come Making a Murderer riuscendo a essere, pur se non altrettanto coinvolgente, indubbiamente interessante. Una storia, ambientata in una cittadina del South Carolina, che affonda le sue radici nel sud del Paese e nel suo peculiare contesto, tra piccole comunità, segreti inconfessabili e potenti famiglie locali. È proprio una di queste, i Murdaugh, a essere al centro della vicenda e, forse, anche di una serie di delitti, incidenti e casi irrisolti.

Murdaugh Murders diventa così un tentativo di scoprire cosa si nasconda dietro ai pettegolezzi e ai misteri di una comunità solo all’apparenza sana e unita. Un viaggio che non nasconde il suo bisogno di avvincere e stupire, tra omissioni strategiche e colpi di scena, consapevole però di come il suo punto di forza stia soprattutto nell’affondare le sue radici in un immaginario ben consolidato e riconoscibile.

Indice:

Trama – Murdaugh Murders recensione

23 febbraio 2019. Nei pressi di Hampton, South Carolina, un gruppo di ragazzi è vittima di un incidente in barca. A pagarne il prezzo maggiore è l’adolescente Mallory Beach che sarà trovata cadavere solo una settimana dopo. Alla guida del mezzo, in evidente stato di ebrezza, c’è il giovane Paul Murdaugh, membro di una ricca e influente famiglia della zona. Dopo l’incidente e le pesanti irregolarità nelle indagini, tra depistaggi e favoritismi, il sospetto che i Murdaugh vogliano far cadere le accuse su Paul diventa quasi una certezza. Ma quello che da qui in poi emergerà sarà ben più grave e sorprendente di un omicidio colposo e del suo tentato insabbiamento.

Nel settembre del 2021, in attesa del processo e senza aver fatto un solo giorno di prigione, Paul viene infatti trovato assassinato assieme a sua madre nella tenuta di caccia di famiglia. Le voci cominciano a diffondersi incontrollate e nasce il sospetto che quelli non siano i primi crimini violenti collegati ai Murdaugh. Che con questo e altri delitti c’entrino qualcosa anche gli altri membri della famiglia?

Murdaugh Murders recensione

Murdaugh Murders. Blackfin

Una storia del sud

Si sa. La storia d’amore tra Netflix e il true crime è un rapporto solido e duraturo che in più di un’occasione ha saputo dare buoni frutti. Non sorprende allora che anche questa vicenda dagli echi romanzeschi sia stata vista dalla piattaforma come l’occasione perfetta per inseguire il successo dei suoi prodotti più illustri. Perché nella storia maledetta della famiglia Murdaugh, una storia che sa di abuso di potere, privilegio e corruzione, c’è l’essenza stessa di un intero immaginario rurale e southern cui la letteratura e il cinema da sempre hanno attinto a piene mani.

In tre episodi ricchi di svolte e ribaltamenti va così in scena una vicenda fatta di crimini irrisolti, depistaggi e segreti famigliari, scandagliata in ogni suo aspetto e stortura. Fino a delineare un quadro (per forza di cose provvisorio: il processo sugli omicidi è ancora in corso) inquietante e degno di un giallo. Un giallo che però lascia inevitabilmente con più domande che risposte e con la sola certezza di trovarsi di fronte a uno scenario ben peggiore di quello che si sarebbe potuto immaginare.

Murdaugh Murders recensione

Murdaugh Murders. Blackfin

Famiglia e potere

“Loro erano la legge, e qualche volta erano al di sopra della legge”, si dice dei Murdaugh nel corso della serie. Una dinastia del sud composta per generazioni e generazioni da procuratori e avvocati, da sempre legata a doppio filo con la giustizia locale. La posizione ideale, insomma, per coprire malefatte e incidenti di ogni genere, come quelli della giovane pecora nera della famiglia, Paul, un mix di alcolismo, rabbia repressa e senso di inadeguatezza pronto a esplodere.

Tra amori adolescenziali, alcol e delitti irrisolti prende così piede una storia con tutti gli elementi al posto giusto. Una saga famigliare fatta anche di mascolinità tossica, omofobia e rapporti di potere capace di tenere assieme tutti i pezzi dell’enigma grazie alla sua narrazione centripeta. Tutto parte e tutto finisce con i Murdaugh, del resto. Punto di inizio e di arrivo di un viaggio, chiaramente programmatico, alla scoperta dei lati più oscuri della provincia americana e di cosa davvero significhino parole come privilegio e potere.

Murdaugh Murders recensione

Murdaugh Murders. Blackfin

Una formula vincente

Alternando l’uso delle così dette “teste parlanti” a immagini amatoriali o di repertorio, documenti agli atti del processo a re-enactment poco invasivi, Murdaugh Murders costruisce la sua narrazione attraverso focus, supposizioni (i rapporti tra i diversi passeggeri della barca, i segreti e le ombre che Paul avrebbe potuto nascondere), piste alternative e colpi di scena. A venirne fuori è una miniserie che sopperisce alla mancanza di sensazionalismo e “spettacolarità” con la forza evocativa di una storia tanto connotata geograficamente quanto universale.

Tutto il necessario, insomma, all’operazione per trovare una propria ragione d’essere. Un proprio posto in un’offerta true crime sempre più satura ma ben decisa a puntare i suoi riflettori su ogni fatto di cronaca più o meno conosciuto se in possesso degli elementi giusti. Se dotato, cioè, di quella scintilla capace di insinuarsi nell’immaginario dello spettatore. Anche a costo di annacquare la realtà con sempre più massicce dosi di finzione.

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Murdaugh Murders: scandalo nel profondo sud

Voto - 6.5

6.5

Lati positivi

  • Un fatto di cronaca tanto interessante quanto inquietante, raccontato con la giusta dose di ritmo e professionalità

Lati negativi

  • L'intenzione, a tratti evidente, di ridurre la vicenda a stereotipo, il fatto di cronaca a romanzo giallo

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