007 No Time to Die: recensione del film con Daniel Craig
Daniel Craig veste per l'ultima volta i panni dell'agente segreto più famoso di sempre
Sono passati ormai sei lunghi anni da Spectre, l’ultimo James Bond (senza infamia e senza lode) portato su grande schermo. Ma ne sono passati ben quindici dall’esordio iniziale di Daniel Craig nei panni dell’agente segreto più famoso del mondo. Era il 2006 quando usciva quel Casinò Royale che ci ha fatto tanto riappassionare alla saga. Oggi siamo lieti di raccontarvi le nostre impressioni sull’ultimissimo capitolo: 007 No Time to Die di cui vi riportiamo la nostra recensione. Stando a quanto si dice per il web sembra che questo sia l’ultimo capitolo con Daniel Craig che dovrà lasciare “pistola e distintivo” ad un nuovo 007. Abbandonando rumours che poco ci competono ed interessano torniamo invece al presente, a ciò che è realtà, ovvero questo attesissimo No Time to Die.
Più volte rimandato a causa della pandemia da Covid-19 il film ha finalmente visto la luce in sala. Un po’ come accadeva per il capitolo precedente la troupe è tornata a girare in Italia, a Matera per la precisione; ulteriore motivo per cui l’hype e l’attesa erano veramente arrivati alle stelle. Il film, diretto da Cary Fukunaga (True detective), vede, oltre all’ovvia partecipazione di Daniel Craig, il ritorno di Christoph Waltz nei panni del villain a capo della Spectre. Arriva inoltre una new entry tanto misteriosa quanto inquietante, interpretata da Rami Malek. Tra le varie bond-girl invece troviamo Lea Seydoux (Madeleine) e Lashana Lynch. Da menzionare anche l’inossidabile Ralph Fiennes nei panni di M. Se siete curiosi di scoprire cosa ne pensiamo di No Time to Die, verosimile ultimo 007 con Daniel Craig, non vi resta che proseguire con la lettura della nostra recensione.
Indice:
No Time to Die, la recensione -Breve sinossi
Dopo i recenti accadimenti, James Bond ha deciso di abbandonare il lavoro e la vita da agente dei servizi segreti. Nonostante sia, come al solito, in giro per il mondo viene rintracciato in Giamaica da Felix, amico ed agente della CIA. La pace finalmente e faticosamente ritrovata è destinata a durare ben poco perché Bond ha intenzione di aiutare il suo amico nel rintracciare uno scienziato rapito. Questa volta al centro della vicenda una nuova tecnologia letale e spietata. Inutile dire che dietro tutto sembra celarsi nuovamente la Spectre, quell’organizzazione criminale che vuole vedere morto James Bond. Ma anche qualcun altro sembra tramare qualcosa nell’ombra.
No Time to Die, la recensione – 007, la saga
Nonostante la corsa per il titolo di agente speciale cinematografico più spettacolare sia sempre più agguerrita tra i vari Mission Impossible e John Wick, 007 ha sempre il suo fascino inossidabile. Sono passati svariati anni dal lontano 1962, anno del primo 007 con Sean Connery. Da allora la saga ha sempre riscosso un grande successo. Ma più che la storia è proprio la figura dello 007 ad attirare. Un agente segreto che è un sogno e per molti forse un modello. Per la bellezza degli attori che lo hanno interpretato, la capacità di saper combattere, l’astuzia e per tutte le donne che lo circondano in ogni capitolo. E mettiamoci anche un lato puramente commerciale-consumistico tra Aston Martin, vestiti di alta sartoria ed il nuovo Seamaster scintillante al polso. L’agente 007 è quello che è anche per questi elementi, che invece mancano ai vari Ethan di MI e John Wick.
Fare un film su James Bond vuol dire partire già avvantaggiati, perché il “prodotto tira”. La ripetitività di uno schema consolidato funziona sempre. Stiamo parlando della classica corsa in Aston Martin equipaggiata per una guerra, dei tecnologici e letali gadget che affiancano la nostra spia in ogni missione; del Martini che non rifiuta mai, delle bond-girl, dell’eleganza, della sigla iniziale. Tutto torna sempre in maniera “quasi cerimoniale e ritualistica” e funziona perché il pubblico vuole vedere tutto quello che ha reso celebre la saga. Una sorta di gioco tra cinema e spettatore, perché quando vediamo l’Aston Martin danneggiarsi per l’ennesima volta tiriamo un sospiro di sollievo quasi a dire “ok, la tradizione è rispettata”. Quello che cambia sono trama e personaggi, non sempre all’altezza. Ebbene sì, perché a noi amanti del Martini “agitato, non mescolato” e dei gadget tecnologici serve anche quel qualcosa in più di unico ed irripetibile.
No Time to Die, la recensione – Lo 007 che ci piace
Veniamo al sodo del film in questione. No Time to Die, verosimile ultimo capitolo con Daniel Craig in smoking e licenza di uccidere è un film con tante responsabilità un po’ come tutti gli 007. Partiamo con il dire che visivamente il film è grandioso. Oltre alla bellezza scenografica di alcune riprese sparse per i posti più belli del mondo (a partire dalla nostra Matera) il film ha una gestione di luci, in termini soprattutto di cromie e silhouettes, a dir poco strepitosa. Siamo quindi tornati con la mente all’eccellenza tecnica di Skyfall con la fotografia di Roger Deakins o alla bellezza dell’iniziale piano sequenza di Spectre (unica nota positiva di quel film).
Per non parlare poi delle inquadrature, da quelle panoramiche a quelle aeree fino a primi piani incisivi sui volti dei protagonisti (ne contiamo almeno un paio da scuola del cinema). Così come, specie nell’azione, abbiamo apprezzato i movimenti smaliziati di una cinepresa che ruota su stessa o scorre con una fluidità che ci fa letteralmente entrare nella scena. Davvero un bel lavoro. Stessa cosa dicasi per le colonne sonore di Hans Zimmer e per la soundtrack No Time to Die di Billie Eilish nella sigla iniziale. Sebbene la trama, come diremo in seguito, non ci abbia appassionato ed entusiasmato possiamo dire che riscatta tutto un finale emotivamente commovente ed inaspettato.
No Time to Die, la recensione – Cosa non ci ha convinti
La storia è il classico pretesto per inscenare l’entrata in azione della spia più formidabile e letale al mondo. Non brilla di certo per originalità questo ultimo capitolo della saga 007 anche se nel 2021 ci aspetteremo volentieri un passetto in più anche in merito a questo aspetto. Va bene tutto l’hype della saga, la ripetitività di quegli schemi che “vogliamo vedere” in ogni James Bond, però ogni tanto qualche acume nella sceneggiatura farebbe piacere.
Invece anche qui abbiamo l’ennesima tecnologia in grado di gravare sulla salute mondiale; per altro in questo ultimo capitolo siamo a metà tra scienza e fantascienza pura. La trama oltre tutto è facilmente prevedibile anche nei pochi colpi di scena del film. Infelice anche la caratterizzazione dei vari villains, “macchiette” come da tradizione della saga, sicuramente non interessanti come in altri James Bond; pensiamo ad esempio a Le Chiffre di Casinò Royale del 2006 (Mads Mikkelsen).
Le nostre conclusioni
Tiriamo quindi le somme su questo ultimo 007 No Time to Die con Daniel Craig ancora protagonista. Non sappiamo se effettivamente abbiamo a che fare con l’ultimo capitolo del James Bond di Craig ma se così fosse siamo soddisfatti di come chiuda. Un film visivamente bello ed accattivante. Forse a tratti una computer grafica troppo satinata e luminescente ma complessivamente un gran bel lavoro sul comparto tecnico e di post-produzione. Discutibili le scelte dei villains, nella caratterizzazione vera e propria dei personaggi; così come la solita trama fatta di armi e tradimenti. Ma d’altronde è uno spy movie quindi non ci aspettavamo molto.
Quello che ci è piaciuto invece è la componente emotiva del film: il vedere un Daniel Craig stranamente innamorato, a tratti passionale. Questo è quel qualcosa in più che ci ha dato No Time no Die rispetto anche ai capitoli recenti della saga. La nota peggiora è la durata. Quasi tre ore di girato vanno bene per uno di quei film epocali, un po’ meno per l’ennesimo 007 pieno di esplosioni e fughe in auto. L’ultima ora si segue con non poche difficoltà e fatica. In conclusione No Time to Die è un film valido, non eccellente ma comunque all’altezza di quello che è e rappresenta oggi la saga dell’agente più famoso al mondo. Vi consigliamo assolutamente la visione al cinema.
No Time to Die
Voto - 7
7
Lati positivi
- Scenografia, fotografia e regia
- Azione, colonne sonore
- Bel finale
Lati negativi
- Villains
- Troppo lungo
- Trama scontata e prevedibile