Nocturnal Animals: un film “quasi” perfetto
Il personaggio di Amy Adams non necessitava di eccessiva caratterizzazione, ma è proprio qui la sua bravura, poiché il personaggio doveva esprimere tristezza e sconforto con un fare molto sofferente, e l’attrice “Vicentina” l’ha rappresentato in maniera sublime.
Nonostante il regista non sia tale di professione, infatti è uno stilista, ha una regia assai particolare. Si respira infatti un clima molto alla David Fincher. Infatti ci sono momenti di terrore non costruiti dalla regia ma dal clima molto cupo, tant’è che la fotografia è uno dei punti centrali della pellicola. L’aria che si respira sembra essere pesante, cupa, sembra opprimere i personaggi, non lasciando a loro spazio, riprendendo infatti la metafora precedente, la fotografia ricostruisce una spada di Damocle, solo tramite i colori cupi, nella mente dello spettatore.
Per farla breve, il film è una perfetta metafora sulla vendetta quotidiana, ed in particolare, una vendetta sulla fiducia (so che questa affermazione è enigmatica, ma non posso esprimermi in altra maniera per evitare spoiler gratuiti). Ogni singolo dettaglio nella narrazione secondaria e forse è rappresentato da qualche elemento particolare nella narrazione del romanzo e questa è una trovata assolutamente raffinata e presentato con estrema coerenza narrativa. Un film forse perfetto, un raro caso in questi tempi, cosa da non sottovalutare.