Non ci resta che il crimine – La serie: la recensione della serie Sky con Giallini, Tognazzi e Morelli

Massimiliano Bruno riporta insieme la banda protagonista dei film che, ancora una volta, si ritrova a viaggiare nel tempo. Esperimento riuscito?

Massimiliano Bruno torna con un nuovo prodotto tratto da Non ci resta che il crimine, questa volta però trasformandolo in una serie tv. Tognazzi, Morelli e Giallini tornano a viaggiare nel tempo e a creare i soliti problemi in Non ci resta che il crimine – La serie (qui il trailer). Questa volta, i protagonisti sbarcheranno negli anni 70, trovando un’Italia alquanto insolita. Il divertimento, i viaggi temporali e il calcio ci sono sempre, ma a diminuire è il contenuto iniziale che aveva caratterizzato il titolo rendendolo vincente.

Indice 

Trama – Non ci resta che il crimine – La serie, la recensione 

La storia si concentra ancora una volta sulla strampalata banda di amici composta da Moreno (Marco Giallini) Claudio (Giampaolo Morelli) e Giuseppe (Gian Marco Tognazzi). Il nucleo della trama ruota attorno a Giuseppe, che, dopo aver scoperto di essere stato adottato, decide di compiere un viaggio nel tempo per incontrare la sua vera madre, Linda. Utilizzando la tecnologia fornita dallo scienziato Gianfranco, la banda si ritrova improvvisamente negli anni 70, in un’Italia che sembra ben diversa da quella che ricordano. Il viaggio temporale porta a inaspettati cambiamenti nel presente, trasformando l’Italia contemporanea in una dittatura fascista. Ora, la missione della banda è non solo quella di riparare gli errori compiuti nel passato ma anche affrontare le conseguenze del loro stesso intervento spazio-temporale.

Non ci resta che il crimine: la serie

Italian International Film, Sky Studios

Calcio, viaggi temporali e divertimento ma… poco contenuto – Non ci resta che il crimine – La serie, la recensione 

Massimiliano Bruno torna a condurci in un viaggio spazio-temporale nella sua peculiare visione dell’Italia con Non ci resta che il crimine – La Serie. Il regista e attore italiano tenta di trasformare la sua avventura cinematografica in un formato televisivo, con risultati altalenanti. L’originalità che ha contraddistinto il primo film sembra aver subito una flessione, e il passaggio dalla grande al piccolo schermo non sembra riaccendersi con la stessa energia. Come ci si poteva aspettare, i film che hanno preceduto questo prodotto avevano detto già abbastanza e la serie ci porta davanti ad una narrazione che cerca di fare del suo meglio ma si trova a riproporre sempre le stesse dinamiche.

La serie, composta da sei episodi, ripropone la formula dei viaggi nel tempo, ma stavolta i nostri protagonisti – interpretati da Marco Giallini, Gianmarco Tognazzi e Giampaolo Morelli – si ritrovano negli anni 70. Come già accaduto nelle pellicole precedenti, anche nella serie i nostri protagonisti sono la causa di eventi caotici e comici, tutti dovuti a cambiamenti da loro apportati nel passato. Infatti, la serie immagina un’Italia governata ancora dalla dittatura fascista. Così in Italia vige ancora il coprifuoco, imperversano ancora manganelli e divise nere. Mantenendo un tono goliardico e leggero, centrato sulle avventure della banda di amici, la serie non manca di fare una critica alla società odierna: basta nulla per riportare in vita il regime e annullare i progressi fatti. 

Non ci resta che il crimine: la serie

Italian International Film, Sky Studios

Il cast è l’elemento che riesce a risollevare (per poco) la serie – Non ci resta che il crimine – La serie, la recensione 

Pur muovendo delle critiche sociali e affrontando temi attuali, anche se trasposti negli anni 70, Massimiliano Bruno decide di mantenere comunque un tono goliardico e divertente, non appesantendo troppo il pubblico e puntando piuttosto sulla comicità che ha sempre caratterizzato il gruppo. Il cast e l’alchimia tra i protagonisti rimane, infatti, l’unica nota che riesce a risollevare l’andamento della serie. Giallini, Morelli e Tognazzi si dimostrano ancora un trio vincente, risentendo tuttavia dell’andamento un po’ scarico e poco efficace della serie.

Non ci resta che il crimine: la serie

Italian International Film, Sky Studios

Come ormai è consuetudine su ogni piattaforma, anche in Non ci resta che il crimine – La serie si è deciso di far uscire due episodi ogni settimana, fino ad un totale di sei. Purtroppo, il fatto che già al secondo episodio la serie sembri alquanto stanca e spenta non è un’ottima premessa ma vogliamo lasciarsi ancora il beneficio del dubbio. Massimiliano Bruno riuscirà a risollevarla negli episodi successivi? 

Conclusioni – Non ci resta che il crimine: la serie , la recensione

Come già affermato in precedenza nel corso della recensione, nei suoi primi due episodi Non ci resta che il crimine – La serie, si presenta come un prodotto che ha esaurito le cose da dire. Nonostante il cast che, con la sua comicità, riesce a risollevare almeno un po’ l’andamento della narrazione, tutto il resto sembra non avere niente di nuovo. Siamo felici di aver trovato il trio Tognazzi, Giallini e Morelli ma, forse, ci si poteva fermare ai film. 

 

Non ci resta che il crimine - La serie

Voto - 6

6

Lati positivi

  • Il trio Morelli, Tognazzi e Giallini funziona bene
  • La critica alla situazione sociale e politica contemporanea è velata, ma non troppo

Lati negativi

  • La serie sembra aver esaurito il materiale di cui parlare
  • Le dinamiche sono le stesse già viste

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