Nosferatu: la recensione del film di Robert Eggers
Maestoso, ipnotico, terrificante. Con Nosferatu Robert Eggers costruisce la sua Sinfonia dell'orrore rendendo omaggio al capolavoro di Murnau
È al cinema da oggi, mercoledì 1 gennaio, il tanto atteso Nosferatu di Robert Eggers, remake che rende omaggio al capolavoro espressionista tedesco del 1922 di F.W. Murnau e a Dracula di Bram Stoker di cui è adattamento. Gotico, sensuale e repulsivo come il vampiro qui interpretato da Bill Skarsgård, il film di Eggers è un viaggio nell’orrore che rappresenta tanto un’esperienza dal punto di vista visivo quanto una sorta di incantesimo, una possessione cui è impossibile sottrarsi. Affascinato dai vampiri sin da piccolissimo, Eggers vede per la prima volta il Nosferatu di Murnau quando ha solo 9 anni e ne rimane ossessionato.
Il film si insinua nella mente del regista un po’ come il vampiro di Skarsgård si insinua nella psiche di Ellen Hutter, interpretata dalla bravissima Lily-Rose Depp, risvegliando un orrore antico mai sopito. L’effetto sullo spettatore è lo stesso in questo remake che, tenendo fede al sottotitolo del film di Murnau, è davvero una Sinfonia dell’orrore. Oltre a Depp e Skarsgård fanno parte del cast anche Nicholas Hoult, Emma Corrin, Aaron Taylor-Johnson e Willem Dafoe.
Indice:
- La trama
- Eggers riprende l’essenza del Nosferatu di Murnau caratterizzandolo con la sua impronta
- Tra fotografia, messa in scena e colonna sonora quella di Eggers è davvero una Sinfonia dell’orrore
La trama – Nosferatu recensione
La storia è quella che tutti conosciamo. Thomas ed Ellen Hutter sono una coppia di giovani sposi che vivono a Wisborg, in Germania. Per raggiungere una maggiore stabilità finanziaria Thomas, che fa l’agente immobiliare, accetta un incarico da Herr Knock, il suo datore di lavoro: concludere la vendita di una dimora decadente e signorile al Conte Orlok che abita in Transilvania, nei Monti Carpazi. Il viaggio è lungo e faticoso ma Thomas è disposto a intraprenderlo per il tornaconto che ne ricaverà. Il giovane però è all’oscuro che dietro l’accordo si cela un patto che Herr Knock ha stretto con il Conte, ne ignora la vera natura e non sa che questi ha una terrificante ossessione per Ellen.
Eggers riprende l’essenza del Nosferatu di Murnau caratterizzandolo con la sua impronta
Il Nosferatu di Robert Eggers ha le radici ben salde in quello di Murnau e non disdegna qualche incursione nel territorio di un altro capolavoro, il remake del 1979 di Werner Herzog Nosferatu, il principe della notte, fedelissimo all’originale. Lontano da attualizzazioni, Eggers riprende l’essenza del film espressionista con un omaggio che il regista non manca di caratterizzare con la sua impronta e la sua estetica così riconoscibili. Se il Nosferatu di Herzog era impregnato di un’eleganza barocca e melanconica anche nel ritratto terrificante del Conte Dracula di Klaus Kinski, quello di Eggers è intriso di terrore viscerale, oscuro, portato all’estremo anche e soprattutto nella rappresentazione del vampiro. Il Conte Orlok di Bill Skarsgård è essenza di puro orrore, così terrificante che anche la macchina da presa sembra temerlo e volergli sfuggire, al punto che il vampiro è spesso e volentieri inquadrato di spalle, in ombra.
Skarsgård fa un lavoro straordinario nel rendere questa figura che incarna ogni paura primordiale, predatore che risponde unicamente alla sua bramosia e istinto che non ha più nulla di anche lontanamente umano e che contamina l’umanità distruggendola. Ed ecco che la scelta di non inquadrare quasi mai questo demone mostruoso con chiarezza acquisisce ancora maggior valore ed efficacia. Skarsgård è incarnazione perfetta di queste istanze e la sua è un’interpretazione da brivido, sensuale e repulsiva, proprio come il suo vampiro. Eggers mette in scena invece con dovizia di dettagli gli effetti che il demone ha su chi lo lascia entrare, con Lily-Rose Depp artefice di una prova intensa e così fisica da essere viscerale. E se anche Nicholas Hoult è all’altezza – nella sequenza nel castello del Conte, Hoult restituisce il terrore del suo Thomas in maniera quasi tattile – non si può dire lo stesso del resto del cast, con Emma Corrin ed Aaron Taylor Johnson che, in particolare, appaiono fuori parte.
Tra fotografia, messa in scena e colonna sonora, quella di Eggers è davvero una Sinfonia dell’orrore – Nosferatu recensione
La Sinfonia dell’orrore del Nosferatu di Robert Eggers è costruita anche, e forse soprattutto, attraverso le atmosfere ipnotiche veicolate tramite l’eccellente, gelida fotografia di Jarin Blaschke, che rende l’oscurità palpabile e l’incubo più vivido che mai. Ma è tutta la messa in scena ad essere impeccabile nella ricostruzione di ogni ambiente, dalle strade infestate dai ratti agli interni del castello di Orlok e a completare il quadro vi è l’ottima colonna sonora di Robin Carolan che acuisce il senso di terrore e minaccia che permea il film.
Robert Eggers ha un talento visionario nell’evocare le paure e in Nosferatu ogni inquadratura è magnificamente composta, espressionista nelle radici e attuale nella resa ma in più di un occasione il film pare intrappolato nella sua costante spinta verso la maestosità e la perfezione. Pur con qualche caduta e un ritmo non sempre costante, Nosferatu (trovate qui il trailer) è un film che evoca antiche paure dimostrando come esse siano ancora ben presenti nel nostro immaginario. Il consiglio è quello di non lasciarselo sfuggire. Al cinema dal 1° gennaio con Universal Pictures.
Nosferatu
Voto - 7.5
7.5
Lati positivi
- Una sinfonia dell'orrore potente ed ipnotica tra regia, fotografia, colonna sonora e messa in scena
- Ottime le interpretazioni di Bill Skarsgård e Lily-Rose Depp
Lati negativi
- Il resto del cast non in parte e un ritmo non sempre costante