Onward: recensione del film d’animazione targato Disney Pixar
La storia di Ian e Barley, elfi che combattono contro le loro stesse paure e il dolore
Due fratelli elfi partono per un’avventura alla scoperta di loro stessi e dei loro affetti, dal momento che desiderano rivedere almeno per un giorno il loro papà, morto di malattia anni prima. Riusciranno nell’impresa solo se crederanno nel potere della magia. Vi proponiamo qui di seguito la nostra recensione di Onward – Oltre la magia, film d’animazione Disney Pixar del 2020 diretto da Dan Scanlon e prodotto da Kori Rae.
La storia del film si ispira alla reale infanzia del regista, che ha dovuto scontrarsi con un grave lutto appena adolescente: la morte del padre. Anche lui e il fratello, come i giovani elfi, hanno dovuto farsi forza e contare sull’appoggio della famiglia. Scanlon ha scritto la trama di Onward dopo aver ascoltato una clip audio del padre, così come il protagonista decide di partire per il suo viaggio di formazione dopo aver ascoltato una registrazione della voce del genitore. Ecco la recensione del film Disney-Pixar.
Ma spero… che ci sia rimasta della magia. In voi. (Wilden)
Indice
- La trama
- Ricordare per andare avanti
- Non perdiamo la magia
- Osservazioni tecniche
- Il ribaltamento dei cliché
La trama – Onward recensione
In una cittadina inventata abitano Ian e Barley Lightfoot, due giovani fratelli elfi, insieme alla madre Laurel. Wilden, il loro papà, è morto di malattia molti anni prima, tanto che il fratello minore non ha fatto nemmeno in tempo a conoscerlo. Quando questo compie 16 anni, la madre gli consegna un regalo che Wilden aveva tenuto da parte: un antico bastone, una pietra e alcune istruzioni su utili incantesimi da utilizzare insieme a tutti questi oggetti.
Seppure scettico, Ian comincia ad interessarsi alla magia grazie all’entusiasmo di Barley, il quale conosce ogni singolo segreto delle leggende e delle storie che hanno reso la loro città quella che è oggi. I Lightfoot intravedono ben presto la possibilità di riportare in vita il loro papà per un giorno tramite un potente incantesimo, e scoprono che Ian è l’unico in grado di attuarlo. Purtroppo però qualcosa va storto, e se vogliono rivedere davvero il loro caro, devono partire alla volta di un’avventura ignota, affidandosi solo alle istruzioni del gioco in scatola “magico” di Barley.
Ricordare per andare avanti – Onward recensione
A cosa servono i ricordi? Rifugiarsi nel passato non serve a nulla; rimpiangere ciò che non si è fatto non può cambiare il futuro, ma deve essere una spinta per agire sul presente. Barley ha sentito il rimorso di non aver salutato il padre l’ultima volta. Da quel pentimento però, ha deciso di trarre del buono, ovvero non essere più spaventato da nulla (nel suo caso, quasi al limite dell’incoscienza, ma in buona fede). Per evitare di rimpiangere scelte che avrebbe dovuto fare, adesso agisce solo “di pancia” e si lascia guidare dal cuore. Al contrario di Ian, che vede il passato come il momento in cui avrebbe voluto essere – con il papà ancora in vita – e fatica a diventare un uomo. Quindi: i ricordi sono tutto quello che abbiamo, ma servono per poter andare avanti. Unito al concetto di ricordo, il coraggio di esprimere il proprio essere.
I due fratelli sono opposti: Ian ha paura di tutto e non crede di essere in grado di farcela da solo, nonostante le sue capacità. Barley si butta e si sopravvaluta spesso, ma resta appassionato dei suoi giochi che parlano di magia e non ha paura di fidarsi delle sue intuizioni. Anche la leggendaria Manticora ha abbandonato le vesti di guerriera per dedicarsi alla sua locanda per famiglie, ma desidera tornare com’era. Il messaggio che Onward lascia è che ognuno deve fare quello per cui è nato, migliorandosi sempre e non arrendendosi agli ostacoli della vita. E chiedendoci sempre se ci piace come siamo diventati, o se dobbiamo aggiustare il tiro. L’importante è credere che le proprie convinzioni valgano la pena di essere portate avanti; anche se questo significa sacrificio (come fa Ian nei confronti del fratello alla fine del film).
Non perdiamo la magia
Proseguiamo la recensione di Onward con l’insegnamento che trovare il giusto equilibrio tra magia e realtà potrebbe essere la chiave per la felicità. La magia era all’ordine del giorno e quelli che la praticavano erano molto rispettati. Tuttavia, a causa delle nuove tecnologie e delle difficoltà a padroneggiare l’arte magica, col tempo questo aspetto ha abbandonato la vita degli abitanti. Ma cosa rimane di quella sensazione di stupore di un tempo? Del potere di credere in qualcosa per renderlo possibile? Il fratello maggiore di Ian ha a cuore il passato e non vuole che le innovazioni lo distruggano.
Viene da chiedersi se però la magia sia solo una patina dorata che ha coperto le grandi gesta del passato o se possa far parte anche del presente, nonostante le scoperte e le innovazioni moderne. La scienza occulta però non è solo incantesimi e potere. È anche la bellezza delle piccole cose, di quegli attimi a cui tendiamo a non prestare attenzione; è Ian che si rende conto che la lista di cose che avrebbe voluto fare col padre, è stata compilata con l’aiuto del fratello. O ancora, è la forza della madre, che è una guerriera valorosa, mentre fa esercizio fisico con la Jill Cooper degli elfi, e quando combatte un drago di cemento. La magia quindi diventa ogni gesto che compiamo con passione, ogni affetto che ci rende persone migliori, e il buono che traiamo da tutto quello che ci capita.
Osservazioni tecniche – Onward recensione
Onward presenta le caratteristiche principali delle storie per bambini, ma le modernizza e le adatta alla società odierna. Abbiamo la storia di formazione di Ian, che matura, ma l’ostacolo è solo il suo timore di non farcela. Non c’è un vero e proprio cattivo, solo situazioni di momentanea difficoltà da dover superare. Inoltre, da menzionare la comparsa di un personaggio LGBT: l’agente di polizia Specter, un uomo con le sembianze da donna, e parla della sua compagna che la aspetta a casa e che ha una figlia. Questo, unito alla presentazione di famiglie poco canoniche per gli “standard Disney”, regala alla storia degli spunti di riflessione ai piccoli spettatori e dimostra che anche le fiabe tradizionali stanno al passo coi tempi.
I protagonisti non hanno il padre, morto tempo prima (il tema del lutto è presente costantemente ma non disturba il bambino che segue le vicende) e Laurel ha un nuovo compagno. L’ironia poi è un altro elemento che caratterizza il film; è nello stato selvaggio a cui sono regrediti gli unicorni, un tempo splendide creature e oggi costrette a litigarsi la spazzatura per strada. O ancora, nella suoneria del cellulare di Laurel, che quando è chiamata dal fidanzato viene avvisata da una musichetta sexy. Per non parlare del cognome dei protagonisti, Lightfoot, ovvero “piede leggero”; non a caso, il padre risorto comunica con loro tramite i piedi. C’è anche un riferimento alla struttura stessa del cinema: quando i fratelli esplorano le grotte, sgranocchiano delle patatine pieni di meraviglia. Lo stesso effetto che la storia dovrebbe sortire sugli spettatori più piccoli.
Il ribaltamento dei cliché – Onward recensione
Restando sempre sui contenuti della pellicola, ci vengono mostrate le donne come personaggi forti che non solo portano avanti la storia, ma danno anche una svolta importante alla trama. In particolare, Laurel e Manticora avranno un ruolo fondamentale verso la fine, e sono mostrate sin da subito come forti, indipendenti e dominanti. Inoltre, sempre per il fatto che i cliché sono ribaltati, i temibili bulli che i protagonisti incontrano in un negozio sono piccolissime fatine che potrebbero essere schiacciate in men che non si dica, ma che riescono a incutere così tanto timore da far fuggire gli altri personaggi (sottolineando ulteriormente il concetto per cui basta crederci per diventare chi si vuole). Altro punto su cui soffermarsi è il doppiaggio. Nella versione originale in lingua inglese, danno voce e “corpo” ai personaggi attori quali Tom Holland, Chris Pratt, Julia Louis-Dreyfus e Octavia Spencer.
E lo fanno in modo convincente, caratterizzando le loro emozioni al meglio. Spesso i protagonisti dei film d’animazione si esprimono in modo infantile ed esagerato, ma qui, isolando l’audio, avremmo potuto credere che si trattasse di un film normale. Tutto considerato, Onward è un film che tratta temi importanti quali il lutto, il coraggio, i sogni e i ricordi, ma senza seguire tutti i classici cliché dei film per bambini. Unica nota negativa che si potrebbe trovare a quello che sembra essere un buon prodotto: la complessità dei temi scelti. Seppure semplificata per un pubblico infantile, non è fruibile ai piccolissimi. Ritorniamo al concetto di perdita e di relazioni familiari che necessitano di un pochino di ragionamento in più. Tuttavia, Onward resta un film valido e da non perdere, che offre spunti di riflessione e messaggi mai banali.
Onward
Voto - 7
7
Lati positivi
- Insegnamenti presenti mai banali
- Doppiaggio (inglese) che ben caratterizza i personaggi
- Assenza di un vero e proprio cattivo: evoluzione interessante in una storia per bambini
Lati negativi
- Dati i temi leggermente complessi, non è adatto ai piccolissimi