Paper Lives: recensione del dramma turco disponibile su Netflix
Una storia intensa e struggente che lascia poco spazio a sogni e speranze
È approdato su Netflix Paper Lives di cui vi proponiamo la recensione. Il dramma turco è una storia straziante di sopravvivenza e dolore, ma anche di sogni e speranze. Ci offre uno sguardo approfondito e crudo sulle persone più fragili ed emarginate che cercano, con dignità, di vivere la loro vita. Ma a caricare il film della sua pregnanza emotiva è anche la storia del suo protagonista. Un film che fa riflettere sul ruolo e l’importanza dell’amore; sulla solitudine e sulla povertà, e che ci ricorda come anche i più poveri e gli emarginanti abbiano un cuore, dei sogni e dei desideri. Cosa troppo spesso dimenticata. Come si può comprendere il film abbraccia quindi tantissime tematiche complesse che meritano il giusto spazio per essere approfondite e la pellicola lo fa in maniera attenta.
Spiccano le performance dei due attori protagonisti, Çağatay Ulusoy e il piccolo Emir Ali Doğrul, diretti dal regista Can Ulkay in questa storia nata dalla penna di Ercan Mehmet Erdem. Paper Lives è rimasto per giorni nella top 10 dei titoli più visti su Netflix, dimostrando che nella classifica c’è posto anche per un buon prodotto come questo.
Indice:
Una cruda realtà – Paper Lives, la recensione
Mehmet cerca di sopravvivere gestendo una discarica nella città di Istabul . Supportato da un gruppo di ragazzi in difficoltà come lui, senza una casa e una famiglia, passano le giornate attraversando la città per raccogliere scatoloni vuoti e bottiglie di vetro: un vero tesoro per il loro valore. Ma la vita di Mehmet è tremendamente precaria poiché ha urgente bisogno di un trapianto di rene e viene colpito da attacchi frequenti. Una sera, rimasto solo nel suo garage, sente un rumore provenire dall’enorme sacco pieno di carta raccolta dal suo amico Gonzi. Convinto che si tratti di un gatto, ilprotagnista rimarrà sorpreso nel vederne uscire un bimbo di 8 anni: Ali. Il piccolo è spaventato e porta sul corpo i segni evidenti di percosse. Mehmet riesce a tranquillizzarlo e scopre che la madre lo ha nascosto nel sacco per proteggerlo dal patrigno violento.
Tra i due nascerà subito un profondo legame di amicizia e di comprensione. Ali ha il disperato bisogno di affetto avendo sperimentato solo paura e dolore; Mehmet dal canto suo scopre di essere molto simile al bambino, essendo stato a sua volta abbandonato dalla madre. L’uomo decide di prendersene cura, rivedendo in lui sé stesso, e instaurando un legame molto profondo. Mehmet è determinato però a far si che il destino di Ali sia diverso dal proprio. Ritrovare la madre del bambino e farli riavvicinare diventeranno la sua missione e innescheranno, inconsciamente, il desiderio di ritrovare la madre che tanti anni prima lo aveva lasciato solo e di ricongiungersi a lei. Con una narrazione intensa e coinvolgente il film ci accompagna verso il suo inatteso e commovente finale.
Il cuore degli ultimi
Come già anticipato nella recensione di Paper lives, i protagonisti sono gli emarginati. Mehmet era un ragazzo di strada che si è ritrovato ad affrontare le difficoltà della vita senza nessuno che lo aiutasse. Crescendo è riuscito, per quanto possibile, a trovare una stabilità e con la gestione della discarica, a guadagnare abbastanza soldi per sopravvivere. Il film ci mostra lo spaccato di questa complessa realtà. Giovani abbandonati dai genitori o rimasti orfani che privi di un supporto vivono per strada. Un’immagine tremendamente desolante e dolorosa mostra il futuro di una società abbandonata a sé stessa. Mehmet comprende la situazione e cerca, nel suo piccolo, di supportare tanti di questi ragazzi che come lui vivono questa situazione, cercando di portare un po’ di luce nella loro vita. Con questo sguardo così crudo ma intenso il film ce li mostra nella loro complicata quotidianità.
Sebbene questo sguardo sia crudo, non è impietoso. Mehmet esorta i suoi ragazzi a reagire alla crudeltà della vita e cerca di convincerli che c’è sempre la speranza di rialzarsi e di vivere un futuro migliore. E Ali rappresenta l’incarnazione di questa sua convinzione. Il protagonista sente la necessità di doverlo aiutare, il bisogno di doverlo proteggere da chi gli ha fatto del male e non smette mai di ripetergli che le cose miglioreranno. Il suo è un personaggio stoico, affamato di vita e disperato nella sua lotta per conservarla in nome della speranza. Non si arrende alle difficoltà e non smette mai di sperare che anche per lui i sogni e le aspirazioni possano realizzarsi. Nonostante la perdita della sua famiglia ne ha comunque trovata un’altra con Gonzales e lo zio Tashin, che gli sono vicini, soprattutto nel momento del bisogno e di difficoltà causato dalla sua malattia.
Considerazioni tecniche – Paper Lives, la recensione
Alla base di Paper Lives troviamo una sceneggiatura valida con più punti di forza che punti deboli. L’atmosfera straziante e intrisa di malinconia fa capolino sin da subito. I dialoghi sono semplici, diretti e schietti, come la realtà dei protagonisti. Questi non vivono una favola, ma le difficoltà della vita e i suoi crudeli risvolti. Da brividi la scena in cui uno dei ragazzi esprime il suo desiderio di morire, poiché questa rappresenta per lui e molti suoi coetanei, l’unica soluzione al dolore esoprattutto la promessa di rivedere la propria madre. Un’inesorabile e rassegnata consapevolezza che suona come un assordante campanello d’allarme. Come già anticipato, all’intrinseca carica emotiva del film, si aggiunge l’interpretazione intensa e struggente di Çağatay Ulusoy. La sua performance attraversa lo schermo e colpisce dritta lo spettatore. Anche da un punto di vista strettamente tecnico il film cura il suo messaggio e veicola la sua storia.
La regia si focalizza sulle zone più povere della città e mostrando la precarietà dei suoi abitanti contribuisce a rafforzare visivamente i temi trattati. Pregevole l’utilizzo della luce artificiale: i neon, i lampioni e i fari delle macchine vengono usati nelle scene notturne per dare ancor più magia e intensità al racconto. Il film regala anche tantissime panoramiche della città dall’alto. Una prospettiva diversa che veicola un messaggio ben chiaro: esiste la speranza che da quei vicoli asfissianti si possa fuggire. Alle scene più malinconiche se ne alternano altre ricche di colori, di vita e di speranza che Mehmet vive con Ali, quando con lui si allontana dal dolore e prova a godersi il presente. Se tecnicamente tutto questo funziona, è a livello emotivo che il film potrebbe risultare, per quanto ben fatto, troppo difficile da digerire. Un viaggio negli abissi che concede pochi e brevi sprazzi di speranza.
Considerazioni finali
Dopo aver ripercorso nlela nostra recensione gli aspetti fondamentali di Paper Lives, ribadiamo come il film sia qualitativamente ben fatto. Buona la regia, buona la fotografia e diretti ma segnanti i dialoghi coinvolgono e fanno riflettere. Particolare nota di merito anche alla colonna sonora in cui tradizione e innovazione trovano il giusto equilibrio. La performance di Çağatay Ulusoy colpisce mentre quella del piccolo Emir Ali Doğrul conquista. Ammalia lo spettatore con la sua naturalezza, con l’ingenuità che il suo personaggio incarna, ma suscita anche la nostra rabbia per il dolore e lo spavento che leggiamo nei suoi occhi. Tra i lati negativi in maniera apparentemente anacronistica c’è l’eccessiva carica emotiva, struggente, e pregnante in intensità, della narrazione.
Una narrazione che coinvolge, forse a metà allenta un po’ la tensione, ma che comunque si riprende per il suo finale inatteso e coerente. Paper lives si classifica come un prodotto indubbiamente buono, sotto diversi punti di vista. Dalle tematiche, alla struttura narrativa e la tecnica . È una lente di ingrandimento, uno scossone nei confronti di una realtà che spesso si è troppo distratti per guardare; una realtà crudele che si abbatte sugli emarginati che cercano, per quanto gli sia possibile di reagire. Cercano di sopravvivere con la convinzione che se non c’è via d’uscita, almeno si è lottato con tutte le proprie forze per cercare di ottenerla. Ed è qui che sta la differenza.
Paper Lives
Voto - 7
7
Lati positivi
- Narrazione ben strutturata che mantiene la tensione fino alla fine
- Le tematiche trattate sono variegate e offre un interessante spunto di riflessione
- Ottima interpretazione di Çağatay Ulusoy e Emir Ali Doğrul
Lati negativi
- La storia è così struggente da non essere adatta a tutti