Pelle: recensione del film distribuito da Netflix e diretto da Eduardo Casanova
Un'opera curiosa e affascinante partorita da un giovane talento spagnolo
Pelle recensione. Pieles, titolo originale dell’opera, è stato sceneggiato e diretto da Eduardo Casanova, al suo debutto alla regia di un lungometraggio. Il giovane attore e regista è un volto più che noto al pubblico spagnolo mentre risulta sconosciuto al grande pubblico internazionale. Il suo successo in patria è dovuto alla sua partecipazione nel ruolo di Fidel Martínez alla serie televisiva Aída trasmessa da Telecinco. Casanova ha poi deciso di mettere a frutto l’esperienza maturata nel mondo cinematografico e teatrale dedicandosi alla regia di alcuni cortometraggi. Il successo è stato tale da spingerlo a trasformare Eat My Shit (2015), uno dei suoi progetti più apprezzati, in un lungometraggio vero e proprio, riprendendo il personaggio di Samantha, interpretato da Ana Polvorosa. Lo stesso Casanova ha successivamente affermato che il corto in realtà svolge la funzione di vero e proprio teaser per il suo primo film.
Tra i produttori della pellicola spicca Álex de la Iglesia, autore spagnolo già vincitore del premio Goya e regista tra gli altri di Oxford Murders – Teorema di un delitto. Il film è consigliato a tutti quei cinefili curiosi in cerca di un qualcosa di diverso dai soliti prodotti commerciali. La mano del giovane artista è stata sicuramente ispirata da lavori di registi più famosi e conosciuti ma al contempo è possibile cogliere la sua originalità. La bontà del lavoro di Casanova è stata confermata anche da ben 3 nomination ai premi Goya, una cosa non scontata trattandosi di un’opera prima. Le sezioni in cui ha ottenuto le candidature sono quella per il “miglior attore rivelazione” a Eloi Costa, “migliore attrice rivelazione” a Itziar Castro e per il “miglior trucco e/o acconciatura”.
Indice
Pelle recensione del film distribuito da Netflix
La storia è ambientata in un non luogo dove le vie e le città non hanno nome. I protagonisti si dividono in due gruppi, ci sono le vittime di gravi patologie psicologiche e quelli affetti da gravi malformazioni fisiche. Entrambe le categorie condividono però il senso di solitudine ed emarginazione che pervade le loro complicate esistenze. Alcuni vivono nascosti da occhi indiscreti mentre altri riescono a sfruttare le loro particolarità per guadagnare e avere una parvenza di normalità. Casanova riesce attraverso un’attenta scrittura a presentare ognuno dei diversi personaggi con chiarezza e originalità. Il primo a venire presentato è un uomo che appena diventato padre decide di fuggire dalla sua famiglia per evitare di fare del male al proprio figlio. Troverà rifugio in un bordello molto particolare, dimora di quella che è una delle protagoniste del racconto, una ragazza cieca dalla nascita e costretta a prostituirsi.
Tra gli altri personaggi abbiamo una povera giovane affetta da una malformazione ereditaria che si ritrova l’ano al posto della bocca; vi è poi un giovane che a causa di una particolare disturbo psicologico non riconosce come appartenenti al suo corpo le gambe. Una donna affetta da Acondroplasia che cerca in ogni modo di rimanere incinta nonostante i rischi legati alla sua condizione e una coppia di giovani con problemi alla pelle divisi da una visione totalmente opposta della loro condizione. Buttare giù una lista di quelle che sono le deformità presenti nel film ne va sicuramente ad impoverire la loro forza narrativa, il consiglio quindi è di osservarle con i propri occhi. La vera natura di ognuno verrà rivelata nel momento in cui verrà messo di fronte ad ostacoli apparentemente insormontabili.
Pelle recensione del film diretto e sceneggiato da Eduardo Casanova
Pelle si presenta allo spettatore come il più classico dei film corali “alla spagnola”. Un gruppo di persone apparentemente lontane si trova a condividere esperienze uniche a causa di un intricato disegno del destino. Uno dei più grandi pregi della pellicola è sicuramente questo, riuscire a presentare un gran numero di complessi personaggi e riuscire ad approfondirli tutti. La cosa acquisisce ancora più valore se si pensa che il film dura appena un’ora e un quarto; quasi un unicum se si va ad analizzare la produzione internazionale degli ultimi anni. Il giovane regista riesce a muovere i personaggi come fossero ingranaggi ben oliati in un macchinario quasi perfetto, ispirandosi chiaramente ad un gigante come Almodóvar. Causa ed effetto si succedono così vertiginosamente da confondersi l’una con l’altro, facendo percepire al pubblico che quello che si stia vedendo sia quasi reale.
Casanova gioca in continuazione con il contrasto tra perfetto ed imperfetto, alternando inquadrature dalla simmetria esasperata a personaggi che simmetrici non possono essere a causa delle loro deformità. La stessa fotografia si fa mezzo per sottolineare con ancora più forza questa opposizione ideale. Ogni elemento della scenografia è infatti caratterizzato da una delle diverse sfumature del rosa, un colore che rimanda all’innocenza e all’ingenuità. Ciò che invece fanno i protagonisti è tutto fuorché puro: sesso, perversioni e malattia mentale sono solo alcuni dei temi che vengono trattati nella storia. La mancanza di appigli certi provoca nello spettatore lo stesso senso di disagio che i personaggi percepiscono a causa della loro situazione. Il regista riesce a realizzare attraverso un abile gioco di chiaroscuri un’opera dal forte significato simbolico che ognuno di noi potrà leggere a suo modo.
Pelle recensione – Diverso, ma diverso da chi?
Casanova riesce a rendere la carne assoluta protagonista della storia e non semplice mezzo per esprimere un qualche concetto. Il giovane regista spagnolo riesce a trasformare un artificio visivo in qualcosa di più, memore della lezione impartita da un fuoriclasse del tema come David Cronenberg. Ogni brandello di pelle anatomicamente in eccesso non risulta essere di troppo dal punto di vista narrativo, dove grottesco e dramma si mescolano di continuo. Giocare con così tanti personaggi ha fornito l’opportunità di indagare diverse correnti di pensiero e modi di agire; questo ha dato la possibilità al pubblico di avere un quadro completo del concetto di diversità. Ognuno dei personaggi infatti reagisce alla propria condizione a suo modo, facendo capire allo spettatore che non necessariamente si debba sottostare ad un pensiero unico. Perseguire la propria unicità, nel bene o nel male, è sempre l’opzione migliore.
Cosa vuol dire essere diverso? Il giovane regista spagnolo sembra dare una risposta a questa domanda, sebbene lasci al singolo lo spazio opportuno per le riflessioni del caso. Essere al di fuori dei canoni di bellezza e di comportamento non necessariamente condanna un individuo alla solitudine eterna. In una società che spinge l’uomo a puntare verso una perfezione innaturale è possibile trovare qualche anima sola che non condivida questa deriva culturale. Un’opera prima che a dispetto delle apparenze non risulta essere né presuntuosa né arrogante; Casanova ha scelto solo una via diversa per raccontare la sua storia. Se siete stanchi quindi dei soliti prodotti mainstream proposti da Netflix Pelle è ciò che fa per voi. Talento e originalità messi al servizio di un messaggio all’apparenza tanto banale quanto potente, non si è soli fin quando non si decide di esserlo.
Pelle
Voto - 7.5
7.5
Lati positivi
- Regia
- Fotografia
- Originalità dell’opera
Lati negativi
- Eccessivo citazionismo