Piccoli Brividi 2: la recensione della nuova annata della serie antologica

Torna su Disney + la serie antologica ispirata alla collana di romanzi cult per ragazzi. Una seconda stagione che replica la formula della precedente senza brillare per originalità

Il 10 gennaio, su Disney +, sono stati caricati tutti gli otto episodi di Piccoli Brividi 2: La misteriosa avventura, la seconda stagione della serie antologica creata da Nicholas Stoller e Rob Letterman basata sui celebri romanzi per ragazzi di R. L. Stine. Un’annata che arriva dopo il successo del nuovo adattamento televisivo del 2023 e che tenta di replicarne la formula, tra una storyline orizzontale che incorpora in sé i riferimenti ai romanzi più celebri, una narrazione divisa tra presente e passato e una patina vintage e nostalgica che richiama apertamente gli anni Novanta.

Un ritorno al passato in tutti i sensi, dunque, che, da una parte omaggia il periodo d’oro della saga letteraria (qui si spazia da titoli cult quali Il mistero dello scienziato pazzo, La macchina stregata, Un barattolo mostruoso, Al mostro! Al mostro!, Il fantasma della porta accanto e Benvenuti al campo del terrore), facendo propri, allo stesso tempo, estetica, citazioni e riferimenti di un’epoca (tra i protagonisti di quest’annata spicca non a caso David Schwimmer, il Ross di Friends) ormai imprescindibile per narrazioni di questo tipo, dall’altra ricalca modelli oramai abusati (da Stranger Things in poi), risultando, tra pregi e difetti, poco più che una sbiadita copia della stagione precedente.

Indice:

Trama – Piccoli Brividi 2 recensione

I gemelli Cece e Devin Brewer (Jayden Bartels e Sam McCarthy) si trasferiscono per l’estate dal padre botanico Anthony (David Schwimmer), in un sobborgo di Brooklyn. A parte poche regole (mai mettere piede nel laboratorio del genitore) tutto sembra andare per il verso giusto, almeno fino a quando i ragazzi del luogo sfidano Devin ad avventurarsi nei sotterranei del misterioso “camping del terrore”, lo stesso luogo dove, trent’anni prima, proprio lo zio dei gemelli e altri suoi tre amici erano scomparsi nel nulla senza lasciare traccia.

Quella notte non tutto va secondo i piani e Devin torna a casa portando qualcosa con sé. Nel frattempo anche Anthony fa una scoperta clamorosa nel suo laboratorio: una forma di vita sconosciuta ma decisamente famelica. Che anche questo abbia a che fare con il mistero che si nasconde nella struttura abbandonata? E se il fratello di Anthony e i suoi amici non fossero davvero spariti quella lontana notte del 1994 ma fossero invece stati trattenuti da qualcuno o qualcosa che ora pare essersi risvegliato?

Piccoli Brividi 2 recensione

Piccoli Brividi. Sony Pictures Television

Formule (più o meno) vincenti

Nonostante un cambio di location sostanziale (dalla sonnacchiosa provincia americana ai sobborghi di New York) e orrori sempre nuovi (o quasi), non si può certo dire che la nuova annata di Piccoli Brividi 2 brilli per originalità. Perché tra le pieghe della vicenda di Cece, Devin e compagni, alle prese con un mistero inafferrabile e dagli echi decisamente sci-fi, si nasconde, quasi intatto, il modello della serie capostipite del 2023, con tutti i pregi e i difetti del caso.

Dall’idea di trasformare la celebre collana di libri dell’orrore per ragazzi in un teen drama dalle tinte horror a una nostalgia imperante che fa propria, per l’ennesima volta, la lezione di Stranger Things (guardando, però, proprio come la precedente annata, agli ormai immancabili anni Novanta), dai rimandi (più o meno pretestuosi) ai celebri titoli della collana e ai loro orrori a una dialettica tra presente e passato dove le colpe dei padri ricadono inevitabilmente sui figli, tutto in Piccoli Brividi 2 sembra infatti riproporre una formula ben collaudata e (almeno in parte) vincente.

Piccoli Brividi 2 recensione

Piccoli Brividi. Sony Pictures Television

Tra coming of age e calchi sbiaditi

Ma se la precedente annata, pur non priva di difetti, sapeva farsi comunque omaggio allo spirito e alle atmosfere dei romanzi di riferimento (e dell’altrettanto iconica serie tv degli anni ’90), questa nuova stagione sembra voler invece battere nuove strade, tra fantascienza e rimandi eterogenei. Nonostante le vicende dei giovani protagonisti rimandino ancora una volta al classico coming of age e l’operazione ricalchi a grandi linee le modalità e i tempi dell’annata precedente, è proprio l’orrore messo in scena, infatti, a risultare meno incisivo e interessante.

Tra un pizzico di body horror e qualche strizzata d’occhio al found footage di inizio millennio, tra citazioni da La cosa e suggestioni prese di peso da L’invasione degli ultracorpi, Piccoli Brividi 2, pur essendo meno dispersivo e più compatto dell’annata precedente, perde così in fascino, mettendo a rischio proprio quell’effetto nostalgia tanto cercato e dimostrandosi poco più che una copia sbiadita della passata stagione.

Piccoli Brividi 2 recensione

Piccoli Brividi. Sony Pictures Television

La fine di un’epoca (?)

Titoli cult come Il mistero dello scienziato pazzo, Al mostro! Al mostro! e Il fantasma della porta accanto, rivivono così solo in parte negli episodi a loro dedicati. Semplici spunti per una storia decisamente più convenzionale rispetto all’annata precedente e con un mistero da risolvere non particolarmente coinvolgente. E se gli interpreti, tra nuove e vecchie generazioni, risultano comunque all’altezza (tra gli adulti, oltre a Schwimmer, da segnalare anche la presenza della Ana Ortiz di Ugly Betty) poco possono fare per una storia con meno inventiva di quanto ci si sarebbe potuti aspettare.

È così che Piccoli Brividi: La misteriosa avventura si dimostra niente più che un simpatico intrattenimento per ragazzi, troppo edulcorata per essere davvero una serie horror ma anche troppo ingenua e superficiale per essere considerata veramente un teen drama. Un’operazione tanto lontana dallo spirito dei romanzi quanto da un’epoca che, nonostante gli infiniti rimandi nostalgici, non può che dirsi definitivamente conclusa.

Piccoli Brividi 2

Voto - 6

6

Lati positivi

  • La serie è compatta e gli orrori presentati nei diversi episodi ben si amalgamano alla storyline orizzontale
  • Le due generazioni di interpreti sono convincenti nei rispettivi ruoli

Lati negativi

  • Anche questa stagione non insiste sull'horror come avrebbe potuto, accontentandosi di essere poco più che un teen drama dalle tinte dark
  • Oltre a essere un calco della stagione precedente questa annata risulta essere anche meno coinvolgente e più lontana dallo spirito originale dell'operazione

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